Come è nato l’Universo e come andremo su Marte?
Nella seconda puntata di “Quinta dimensione – Il futuro è già qui“, il programma di Rai Cultura condotto da Barbara Gallavotti, in onda sabato 20 gennaio alle 21.45 su Rai3, si parlerà di quella che è forse la più grande sfida che la nostra specie abbia mai affrontato: capire come funziona l’Universo e avventurarsi fuori dal nostro pianeta.
Per approfondire i temi che verranno portati in puntata, per parlare di esplorazioni spaziali e del ruolo dell’Italia abbiamo raggiunto telefonicamente Barbara Gallavotti che, prima di essere conduttrice e autrice del programma, è una biologa e divulgatrice scientifica.
Barbara Gallavotti, quali altri mondi si sono aperti di fronte ai vostri occhi nel realizzare questa puntata?
“Dal punto di vista scientifico direi che di fronte ai nostri occhi si è aperto non un mondo, ma un Universo! Perché abbiamo tentato di comprendere cosa accade dai confini dell’Universo fino al cortile di casa che è la Luna e il Sistema Solare. Certamente, per quanto riguarda i temi che si possono approfondire sono tantissimi.
Ciò che può indubbiamente rappresentare una sorpresa, almeno per chi non segue queste tematiche, è l’importante ruolo che l’Italia riveste in questi settori di ricerca della fisica di base e nell’esplorazione dello spazio vicino. Dobbiamo ricordare che noi siamo stati il terzo Paese al mondo a mandare in orbita un nostro satellite e spesso lo dimentichiamo!
A questo proposito, nel corso della puntata, vedremo il modello di qualifica del satellite San Marco tre – un vero gioiello – che è a Milano, nel Museo della Scienza, oggetto che direi non è abbastanza conosciuto. Poi andremo a Torino, presso la Thales Alenia dove si stanno producendo i moduli abitativi per la futura stazione lunare dove gli astronauti lavoreranno e studieranno dal prossimo decennio: qui calpesteremo anche la perfetta riproduzione del suolo marziano, pensata per testare gli strumenti che andranno sul Pianeta Rosso.
Vi porteremo poi a Capua, in provincia di Caserta, al CIRA, dove ci sono le gallerie del vento più avanzate al mondo, una struttura unica capace di testare capsule spaziali (parti di navette o sonde) in condizioni estreme.
E poi – continua Barbara Gallavotti – vi faremo scoprire a Cascina, vicino Pisa, l’interferometro Virgo, un rivelatore di onde gravitazionali costituito da un imponente interferometro ottico. E poi andremo al CERN di Ginevra, dove c’è una forte componente italiana, a cominciare da uno dei suoi fondatori, Eduardo Amaldi il quale, pensa, si rifiutò di accettare le invoglianti offerte americane pur di contribuire a far rinascere la scienza europea e la collaborazione fra Paesi divisi da un conflitto feroce.
In puntata, sabato 20, scenderemo, dunque, nella enorme caverna artificiale costruita al CERN per raccogliere indizi su come è nato l’Universo, ma osserveremo anche il gigantesco strumento che va a caccia di increspature dello spazio-tempo, milioni di volte più piccole del diametro di un atomo, causate dal movimento di buchi neri”.
Quali sono quelle ricerche utili alla vita sulla Terra che si conducono nello spazio?
“Ci sono tantissime ricerche. Cominciamo dalla fisica di base il cui scopo può sembrare molto astratto, cercare di capire come è nato l’Universo, la sua evoluzione e fine. Eppure, queste ricerche, hanno portato a invenzioni rivoluzionarie, come il Web: pensato inizialmente per consentire agli scienziati di elaborare i dati raccolti proprio al CERN di Ginevra.
E ancora, grazie a queste ricerche nasce l’utilizzo di acceleratori per indirizzare fasce di particelle con una certa energia contri i tumori e distruggerli. Aspetti fondamentali questi a cui si aggiunge che questo tipo di studi e ricerche portano lavoro, portano alla nascita di attività e imprese necessarie per esempio alla realizzazione di componenti altamente tecnologiche.
Pensiamo anche alla auspicata nascita dell’Osservatorio Einstein per la ricerca delle onde gravitazionali in Sardegna cosa comporterebbe come posti di lavoro e indotto. Altro aspetto ancora, di cui parleremo in puntata, è quello relativo alla ricerca che si sta facendo per arrivare a nutrire gli astronauti che andranno su Marte di cibi freschi. Questo significa sviluppare particolari specie e modi di coltivazione nuovi che potranno essere utilizzate per esempio nelle case e nelle scuole per creare orti domestici a km zero altamente nutrienti.
E ancora, se gli astronauti andranno su Marte e dovessero avere un malore, bisognerà dotarli di strumenti che permettano loro di intervenire. Strumenti che evidentemente saranno utili anche per noi un giorno. Quindi si tratta di studi che vanno in una direzione inimmaginabile. E a tal proposito parleremo anche degli studi, serissimi, svolti per capire come proteggere il nostro pianeta dall’eventuale impatto con un meteorite o per svelare l’esistenza di extraterrestri”.
Quanto lo spazio è un mondo femminile?
“Lo spazio penso sia molto femminile. Sempre più spesso si vedono donne che diventano astronaute. Ma lo spazio non sono solo gli astronauti: lo spazio, inteso come studio, è qualcosa che coinvolge innumerevoli ricercatori che fanno un lavoro fondamentale. La direttrice del CERN è donna ed è Fabiola Gianotti, che sarà nostra ospite. Inoltre in tutte le puntate intervisto la Amalia Ercoli Finzi, primo ingegnere aeronautico, perché ai suoi tempi la facoltà aerospaziale non esisteva: lei è chiamata “la signora delle comete” per l’importanza avuta nella missione spaziale Rosetta”.
Barbara Gallavotti, il 18 gennaio è partita la missione europea Axiom-3 con a bordo un italiano. Un nuovo passo verso il ritorno sulla Luna, mentre sempre più si parla di Marte: come guarda a tutto questo un astronauta come Roberto Vittori, che sarà vostro ospite e il cui primo lancio risale a più di venti anni fa? Cosa è cambiato?
“Roberto Vittori ce lo ha raccontato e credo sia un tema al quale dobbiamo fare attenzione. Ci ha detto che lo spazio è cambiato per cui laddove, quando c’è stato l’Apollo 11, lo sforzo rispetto alla missione era tutto pubblico, ora c’è un importante contributo dei privati con la prospettiva di sfruttare la Luna dal punto di vista delle risorse.
Punto importante sul quale ci dobbiamo confrontare, perché siamo davanti ad un cambiamento epocale. Lo Spazio, come l’Antartide, è qualcosa che siamo abituati a considerare un luogo di tutti. Ma se ad esempio la Luna, diventasse una sorgente di risorse da sfruttare anche da privati, quali regole vorremmo ci fossero? Sarebbe triste se non ci fosse un dibattito ampio per stabilirle”.
Conosciamo di più lo spazio dei fondali marini. Affronterete anche il tema del deep blu inteso come quinta dimensione?
“In realtà l’abbiamo affrontato non in questa accezione, ma per parlare di quanto vada in profondità il riscaldamento, nella prima puntata. Ma ho nel fondo della mia mente l’idea di parlarne in una prossima edizione…”.
Sostenibilità e missioni spaziali: quale è lo stato dell’arte?
“Partendo dal presupposto che non possiamo giocarci il nostro pianeta per andare a vedere cosa c’è fuori, io non credo che la ricerca in generale sia la causa più grave di emissione di gas serra, inoltre non rinuncerei alla ricerca perché essa è fondamentale anche per fornirci strumenti relativi alla sostenibilità. Tuttavia di certo è corretto chiedersi come rendere anche la ricerca più sostenibile.
Al CERN di Ginevra, per esempio, l’acceleratore funziona in alcune stagioni e non in altre anche tenendo conto dei consumi energetici. Se confrontiamo quanto impattano sul pianeta i consumi inutili, direi che però la prima cosa alla quale dovremo rinunciare non è la ricerca base. E forse in primo luogo mi interrogherei sul problema rappresentato dall’impatto di internet e dell’intelligenza artificiale, a cui non si pensa abbastanza”.
Il programma “Quinta dimensione – il futuro è già qui”
“Quinta dimensione – Il futuro è già qui” è un’idea di Jean Pierre el Kozeh e Barbara Gallavotti ed è da lei scritto e condotto. Hanno contribuito ai testi Maria Chiara Albicocco, Francesca Buoninconti, Paolo Conte, Fabio Mazzeo, Paola Miletich, Fiorella Ravera. Delegato Rai Giulia Lanza. La regia è di Luca Granato. Prodotto da Ballandi per Rai Cultura.
Giornalista, Capo Redattrice di Economia dello Spazio Magazine,Economia del Mare Magazine,Space&Blue, Vivere Naturale Magazine.