Ilaria Fiore è una di quelle ragazze che ha scelto una disciplina STEM. Una di quelle che unisce l’ingegneria all’architettura. Una di quelle toste, ancora non molto frequentate dalle ‘femmine’. “Ma ancora per poco”, afferma lei che da anni con tenacia porta avanti il suo sogno. Un sogno che ha preso forma quando ancora viveva a San Giovanni Rotondo, guardava le stelle d’estate nella casa al mare e i fratelli più grandi di lei le mostravano le costellazioni.
Lì ha scoperto che è Orione la sua guida e che è lei che cerca per essere rassicurata anche ora quando gira la sera da sola per le strade di Milano. Oggi che di anni ne ha 27 anni, è quasi laureata e sta per partire per Houston, in Texas, poiché è stata presa per un programma estivo per poter studiare con i migliori professionisti del settore spaziale allo Johnson Space Center della NASA con l’International Space University.
Ma andiamo per gradi, perché Ilaria Fiore, prima di arrivare qui e prima che il suo nome venisse alla ribalta dei giornali per una raccolta fondi che le permettesse di partire per Houston (spoiler: la raccolta è stata chiusa e Ilaria partirà), ha studiato per anni al Politecnico di Milano, si sta per laureare e da grande farà l’architetta spaziale!
“Ho iniziato studiando Ingegneria Edile Architettura – spiega la Fiore -, un percorso universitario di 5 anni, per metà ingegneria pura e per metà architettura pura. La sede della mia facoltà era Lecco. Nel corso del tempo mi sono posta un po’ di domande a cominciare da quella principale: “È ciò che voglio fare?”.
E la risposta è arrivata negli anni del Covid, partecipando, tra le molte attività extracurriculari da me scelte, ad un corso promosso dall’associazione Best Torino, che è nel Politecnico di Torino e che quell’anno aveva dato la possibilità di partecipare anche ad altre università. In quell’occasione ho scoperto la Space Architecture. Mi ha subito intrigata ed io, lo ammetto, sono una molto curiosa per natura, ma non sapevo allora che questa sarebbe stata la mia strada.
A casa, ricordo che mi dicevano: “E che fai ora costruisci cose sulla Luna?”. Non so se sia stata quella domanda, o questa mia curiosità, ma quel corso ha sedimentato dentro di me e ho capito che era quella la direzione e non quella dell’ingegneria edile e dell’architettura tradizionale! Così mi sono buttata sullo space!”.
Ilaria Fiore e la passione per la Space Architecture
“Sono entrata in alcune associazioni, SGAC – Space Generation Advisory Council e SEDS Italy. Con loro ho visto che c’erano molte opportunità per imparare e crescere. Prima ho cominciato a collaborare come event manager, mi occupavo organizzare eventi durante i quali si promuovevano le opportunità del settore spazio. Dopo la SEDS Italy Space Conference, tenutasi a Novara, con il patrocinio dell’ESA e promossa da tante aziende nazionali e internazionale il direttivo di quest’anno ha voluto che restassi come advisor.
Con SGAC oltre ad aver collaborato all’organizzazione di eventi sono anche nello Space Exploration Project Group con cui stiamo preparando un paper sull’architettura spaziale e l’uso dell’intelligenza artificiale, che speriamo venga selezionato per essere presentato questo ottobre allo IAC.
Tutte queste esperienze mi hanno permesso di confrontarmi con professionisti del settore e mettendomi in gioco mi sono accorta che, mano a mano entravo in questo settore, sentivo che era sempre più il mio”, conclude Ilaria Fiore.
Il settore spaziale e quello spirito di collaborazione
“Del settore spaziale mi ha colpito che ha bisogno di molta collaborazione perché è un un settore che si basa sull’innovazione e se non c’è non si cresce – prosegue Ilaria Fiore -. C’è competizione, ovviamente, ma è necessario collaborare. Quindi, ciò che vedo, è che c’è più propensione anche da parte dei professionisti ad aiutare i giovani, cosa che non avevo notato nel settore dell’edilizia. Per questo ho deciso di scrivere la tesi sulla Space Architecture. Mi laureo nella primavera del 2025, perché grazie all’opportunità che ho di andare in America questa estate sono costretta a saltare la sessione estiva”.
La partenza di Ilaria Fiore per il Johnson Space Center
“L’America è arrivata perché avevo deciso di partecipare e mi sono candidata. Altri ragazzi che negli anni passati hanno fatto la stessa esperienza mi hanno consigliato di tentare. Molti di loro, ora, lavorano per l’ESA!
Comunque ho partecipato alle selezioni e sono stata presa ricevendo una borsa di studio dall’ESA. Non dall’ASI che, per lo stesso programma, prevede tre borse di studio. Comunque di quelli che conosco siamo in 8 a partire. Io ero certa di non riuscire ad entrare in entrambe le borse di studio, proprio perché non sono laureata. E per questo, per ovviare alla mancanza di quei soldi che mi servivano per arrivare alla cifra che mi serve per stare lì due mesi, ho avviato una raccolta fondi con gofund.me.
Anche altri ragazzi lo hanno fatto arrivando a coprire la cifra necessaria! Comunque i gestori della piattaforma mi hanno detto da subito che stava andando bene la raccolta, che la mia storia convinceva, motivo per cui hanno fatto girare anche sulla stampa questa notizia. E la cosa meravigliosa è che due minuti fa, prima che mi chiamassi, dopo solo 6 giorni mi hanno confermato che abbiamo raggiunto la cifra!”.
Cosa vai a fare in America?
“Quello che vado a fare è un programma intensivo. Ci sono dalla mattina presto alla sera tardi lezioni trasversali. Non sono verticali, ma orizzontali, durante le quali si imparano tante nozioni del settore spaziale dai migliori professionisti. La cosa migliore è arrivare lì avendo già una idea rispetto ai propri interessi, così da approfondire soprattutto in quella direzione. E poi, dopo la teoria c’è anche la pratica. Io cercherò di inserirmi nel progetto dedicato ad uno dei miei due ambiti di interesse. Comunque sono felicissima, anche se ancora non me ne rendo conto e sento un senso di responsabilità nei confronti di chi ha deciso di credere in me”.
Ilaria Fiore e gli ambiti di interesse
“Io vorrei specializzarmi in due ambiti – continua la Fiore -: nella Space Architecture e nella Space Economy, due settori molto collegati. Nel momento in cui si apre lo spazio ai privati c’è la corsa all’innovazione e tutto ciò che è costruito è architettura. Con architettura spaziale, infatti, non si intendono solo le strutture sul suolo lunare, ma anche le strutture orbitali. Come anche la ISS. Le strutture sul suolo lunare rappresentano un ambito di ricerca che sta prendendo piede.
Se già si parla da tempo di strutture orbitali, ora l’architetto è diventata una figura importante perché serve a creare ambienti più agevoli per la vita nello spazio. Perché non parliamo solo di costruire un ambiente adatto agli astronauti, ma anche ai civili che arrivano nello spazio. Per permettere questo sono tante le figure richieste, tante discipline entrano in gioco perché non ci sono solo fattori tecnici, ma anche umani da considerare”.
Per quanto riguarda la Space economy, invece?
“Beh nulla va avanti senza l’aspetto economico!”.
Ragazze e STEM: cosa ne pensa la Fiore
“C’è da dire che rispetto a figure maschili, ci sono un po’ meno donne, ma si fanno sentire. Stanno nascendo delle belle realtà in Italia, da Women In Aerospace (WIA) dove si racchiudono le professioniste del settore spaziale.
Un’altra realtà è Generazione Stem, nata a Roma e che si occupa di coinvolgere ragazze laureande o già laureate per creare contenuti sui social oltre che a partecipare a eventi sul territorio nazionale, soprattutto nelle scuole per far avvicinarse più ragazze alle materie STEM. C’è un bel cambiamento rispetto ad alcuni anni fa. C’è più consapevolezza e lo si fa tutte insieme. In un futuro ci saranno molte più figure femminili di rappresentanza. Ne sono certa!”.
Il sogno di Ilaria Fiore? Aiutare gli altri ad andare nello spazio!
“Mi piacerebbe partecipare alla progettazione di qualche missione. Personalmente andare nello spazio non è una mia prerogativa. Non ho l’ambizione di diventare astronauta. Se mi offrissero di fare un viaggio come civile di 3-4 giorni andrei, però! Diciamo che, tuttavia, il mio compito come ingegnere è e sarà quello di aiutare gli altri ad andare nello spazio ed è ciò che mi appartiene e mi piace”.
Ilaria Fiore e la passione per lo spazio nata da bambina osservando le stelle
“È una che c’è sempre stata, ma non me n’ero accorta. Quando ero piccola, io e i miei fratelli andavamo sulla terrazza della casa al mare, ci sedevamo lì a guardare il cielo e loro mi spiegavano le costellazioni. Lo facciamo anche ora quando vado giù. Poi ricordo che alle medie ho frequentato un corso di astronomia e mi è rimasto impresso. E poi la sera quando torno guardo Orione e ovunque sono, anche se sola la sera tardi a Milano, vederlo mi rassicura! È la mia costellazione guida…”.
C’è la risposta alla vita nelle stelle?
“Nelle stelle ci sono tutte le risposte. Ma credo che non siamo ancora in grado di trovarle”, conclude la Fiore.
Giornalista, Capo Redattrice di Economia dello Spazio Magazine,Economia del Mare Magazine,Space&Blue, Vivere Naturale Magazine.