Linda Raimondo: “Quando da bambina mi annoiavo, chiamavo su Skype Margherita Hack”. Intervista alla studentessa di Fisica che si divide tra tv, libri e chiamate dallo spazio…

LINDA RAIMONDO ASTROLINDA ©JacopoBrogioni

Sarà stata quella strada sterrata che bisogna percorrere per arrivare fino a casa sua, la lontananza dalle luci della città, dal traffico e da quell’inquinamento che appanna il cielo. Saranno state le lucciole che a maggio le facevano brillare gli occhi o saranno stati quei paesaggi mozzafiato che Torino e la provincia di Torino sanno regalare, talmente belli da essere immortalati in foto spettacolari riprese anche dalla Nasa.

O forse sarà per colpa di Margherita Hack, della sua disponibilità, gentilezza e normalità che Linda Raimondo un giorno ha incontrato, perché si stava annoiando.

O forse solo perché Linda quelle stelle le ha sempre avute dentro e appena ha potuto ha cominciato a stare con il naso all’insù!

Oggi, a poco più di venti anni, è una studentessa di Fisica, è una divulgatrice scientifica, scrittrice e, forse, futura astronauta.

E noi di Economia dello Spazio abbiamo deciso di andare a scoprire qualcosa di più del suo mondo!

Linda Raimondo e la Facoltà di Fisica: “Il focus della mia tesi è l’energia oscura”

“Lo spazio è il mio amore più grande, da sempre. Ma nel corso del tempo ho scoperto che mi affascina osservarlo dal punto di vista fisico, scoprirne i misteri. A giugno, se tutto va bene, mi laureo in Fisica (Linda è iscritta all’Università di Torino – ndr). Ora sto scrivendo una tesi internazionale, perché per realizzarla sto collaborando con un team di ricerca internazionale. Il mio Relatore insegna a Shangai, poi c’è un professore che vive e insegna in Spagna e una professoressa inglese, che ha 72 ani ed è stata la prima ad ottenere la cattedra di Matematica a Cambridge.

Il focus della mia tesi è l’energia oscura. Una volta laureata, poi, vorrei continuare a fare ricerca, cosa che non esclude di diventare una astronauta. Perché per diventarlo non c’è un manuale, ma ognuno si costruisce il proprio percorso”.

Fare ricerca a livello internazionale: quali emozioni?

“Quando si studia fisica, non si smette mai di studiare e già questo mi piace moltissimo. Con questa tesi è davvero la prima volta che mi trovo a confronto con la ricerca. All’inizio, durante le prime riunioni con il team creato dal mio professore – cosa che ho confessato immediatamente – mi sentivo una formichina. In realtà ancora adesso! Ricordo queste videochiamate durante le quali loro parlavano con una tale naturalezza di aspetti inimmaginabili, di ipotesi plausibili e io mi sentivo piccola e inadeguata.

Avevo ed ho mille domande da fare, ma ciò che mi intriga è che ogni ipotesi è percorribile, si può guardare in tutte le direzioni e si procede sempre per piccoli passi e tentativi!”.

In procinto di girare un nuovo programma per Rai Gulp presso l’ESA a Frascati

“Da anni faccio divulgazione scientifica in tv. E la prossima settimana vado a girare un nuovo format televisivo per Rai Gulp, a Frascati, presso la sede dell’ESA. Registriamo tutte le puntate ma non so se andrà in onda per l’estate o in autunno. Il tema questa volta non sarà solo il volo umano nello spazio, ma parleremo della fisica dell’universo, di meccanica quantistica, di multiverso, delle varie missioni. Insomma ci sarà molta scienza”.

linda raimondo villadei e nonno piero 2017 evento

Linda Raimondo, nel 2017, ad un evento con il Colonnello Walter Villadei e nonno Piero

A questo proposito intervisterete il Colonnello Walter Villadei appena rientrato dall’ISS?

“Non lo intervistiamo per il programma. Ma a proposito di Villadei ti posso dire che l’ho conosciuto nel 2015. Allora ancora non era in essere la missione Ax-3, ma lui era in addestramento in vista di un volo futuro che sperava si sarebbe concretizzato. Ci siamo poi incontrati in occasione di una serata organizzata vicino Torino a tema spazio nel 2017. Ricordo la sua estrema gentilezza e la sua disponibilità nel raccontare la sua esperienza come cosmonauta. Sono stata felicissima che ci sia riuscito”.

Linda Raimondo: “Quando Walter Villadei mi ha telefonato dallo spazio!”

“Due domeniche fa ero a casa perché stavo studiando in vista di un esame. Io uso un metodo che chiamo del pomodoro, cioè metto il cellulare lontano da me con una sveglia ogni due ore. In quelle due ore non penso a niente, finché non suona la sveglia e faccio una pausa. Ho sempre fatto così, anche alle superiori. Anche perché il picco di concentrazione si raggiunge dopo 23 minuti dall’inizio dello studio e avere accanto il cellulare significherebbe essere perennemente distratti e io sono moto severa con me stessa.

Insomma, quando è suonata la sveglia per la pausa, vado a prendere il cellulare e vedo che esattamente un minuto prima avevo ricevuto una telefonata da un numero che comincia con +1, che è il prefisso degli Usa. Texas. Houston. Volevo morire. Avevo perso la chiamata dall’ISS o, se non da Villadei, sicuramente da Houston.

Ma per fortuna, alle 20,54 arriva una chiamata. +1 anche questa volta. Ero così emozionata che non sapevo cosa dire e mi è uscito un “Oh mio Dio!”. Non ho pensato di dover rispondere in inglese. Poi ho sentito la sua voce: “Ciao Linda sono Walter! Guarda ti dico dove siamo, siamo sopra l’Oceano Pacifico tra poco il Canada”. Che emozione! Stavo parlando con lo spazio! Ed è stato meraviglioso che abbia pensato di chiamarmi: da quella chiacchierata sul suo allenamento alla realizzazione di un sogno! Che meraviglia!”.

Linda Raimondo intervista tv divulgatrice

Torniamo alla tv. Quanti anni fa hai cominciato?

“Nel 2018: questo è il mio sesto anno in Rai. Ho fatto diversi format chiusi, registrati in una decina di giorni e poi mandati in onda a puntate, relativi a spazio, al volo umano, alle missioni spaziali, tutti molto legati all’astronautica. Una esperienza che mi è piaciuta tanto è stata quella fatta durante la pandemia: il Ministero dell’Istruzione ha voluto che si realizzasse un programma dedicato ai bambini delle elementari e delle medie, “La Banda dei Fuoriclasse”.

Il programma, tutte le mattine in diretta, è cominciato nel 2020, nei mesi del lockdown, a condurlo c’era Mario Acampa. Nel 2021 sono arrivata anche io partecipando alla versione pomeridiana del programma, in diretta dallo studio di Torino. Ogni giorno Mario Acampa era accompagnato da scienziate diversi; io andavo in onda il mercoledì”.

Dopo “Tra le stelle e un po’ più in là” arriva per Linda un nuovo libro entro il 2024

“Il primo libro che ho scritto, “Tra le stelle e un po’ più in là” (Mondadori Kids) è uscito due giorni prima del lockdown, nel 2020! Diciamo che non sono stata fortunatissima. Comunque è un testo per bambini dagli 8 agli 11 anni ed è una sorta di autobiografia. Nel senso che è strutturato in dieci lettere indirizzate a persone diverse. Cinque di queste sono persone della mia vita, i nonni, gli amici, i genitori e cinque sono indirizzate a personaggi storici come Galileo Galilei o volti noti del mondo della scienza come Margherita Hack, Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti.

Il filo conduttore è la mia storia, come ho cominciato ad appassionarmi allo spazio e come questa passione sia diventata un lavoro e una missione. Il prossimo libro, un romanzo per giovani adulti, uscirà o a giugno o in autunno e sarà sempre edito da Mondadori”.

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Ma come è nata la tua passione?

“Guardando le stelle dal cortile di casa. Io abito un po’ fuori da Torino, in una via privata. La strada è sterrata e di fatto non passano macchine. E quindi ricordo da piccola queste estati nel prato di casa, nel buio. Da una parte le lucciole e sopra di me le stelle”.

Donne e STEM: ” Ci vorrebbero più professori come Vincenzo Schettini”

Materie scientifiche e donne: come è lo stato delle cose da ciò che vedi?

“Penso che per fortuna le cose stanno cambiando rispetto a venti anni fa. Sono ottimista a riguardo, anche se è vero che è un mondo in cui gli uomini sono la maggioranza. Io se mi guardo intorno mi rendo conto che quando i ragazzi si iscrivono, le matricole sono abbastanza pari nel numero. Andando avanti, noto che le donne diminuiscono. Per esempio a me piace molto la fisica teorica un settore che vedo frequentato quasi esclusivamente da colleghi uomini. La maggior parte degli esami li do quasi sempre come unica ragazza! Non capisco il motivo.

Forse il limite viene posto a scuola. Io ho frequentato lo Scientifico e ricordo che alle superiori odiavo matematica e fisica per come mi era stata insegnata. Nella nostra classe siamo solo in 4 ad esserci iscritti a facoltà scientifiche. Due ingegneria e due fisica. Due ragazzi e due ragazze. Gli altri hanno fatto altro. La scuola in questa cosa ha posto un grande limite”.

Quindi è una questione di metodo di insegnamento e, forse, Vincenzo Schettini, che tutti conoscono come l’ideatore de “La fisica che ci piace” propone il metodo migliore.

“Lui è eccezionale. Secondo me ci vorrebbero più professori come lui. Il limite della scuola italiana è che ci dà strumenti potentissimi. E io l’ho visto quando sono andata negli USA per sei mesi a studiare mentre frequentavo il liceo. Ero la più brava, ma non perché fossi un genio, non capivo neanche l’inglese all’inizio, ma ero la migliore, perché la scuola italiana ci forma in modo da darci strumenti utili e potenti.

Tante volte non sappiamo come applicarli. “La fisica che ci piace” ha questo metodo di insegnamento per cui non ti insegna nel dettaglio quella formula, i valori, numeri, ma ti fa toccare con mano a bellezza della fisica e della scienza. Perché poi le formule le vedrai all’Università scoprendone la bellezza. Al liceo è inutile, secondo me. Quindi secondo me il problema quindi nasce forse nelle scuole. Ma per fortuna oggi ci sono modelli femminili da seguire”.

Linda, Amalia Ercoli Finzi e Margherita Hack

Quali sono i tuoi modelli di riferimento femminili?

“In primis Amalia Ercoli Finzi! Lei è pazzesca, non ci sono parole per descriverla. È un modello da sempre. Non che non ci siano modelli maschili, anzi, ma credo sia importante avere dei modelli di riferimento femminile, perché ci si rispecchia e ci aiuta a capire che si può fare”.

L’hai conosciuta?

“Sì! Abbiamo partecipato ad un evento molto bello sul confronto generazionale proprio in merito alle STEM. È simpaticissima!”.

C’è un’altra grande scienziata che ti ha segnata.

“L’altra grande scienziata che ha un po’ segnato la mia strada è stata Margherita Hack, la chiamavo su Skype quando ero alle medie (Ride – ndr). Un giorno mi stavo annoiando e in quel periodo andava di moda Skype. Quindi cosa ho fatto, ho aperto il mio account e ho iniziato a cercare. Ho trovato il suo nome, ce n’erano 4, ma solo un profilo con la sua foto.

Ho avviato la chiamata. Ora so che non si fanno queste cose, ma allora non ci ho proprio pensato. Il computer squillava, vedevo la mia faccia e tra e e me dicevo “ma va figurati se risponde”.

Ma, mentre pensavo queste cose, ho visto comparire lei! La prima cosa che ho detto è stata: “Ciao sono Linda e da grande vorrei essere come te”. Ma lei non ci sentiva tanto bene allora mi ha detto: “ Non sento più bene! Alza la voce”. A quel punto mi sono resa conto che dovevo dire una cosa più intelligente. Allora ho detto: “Ciao Margherita, sono Linda e ti volevo chiedere cosa è la meccanica quantistica”. E lei me lo ha spiegato!

Da allora ogni tanto la chiamavo e lei mi diceva: “Sì Linda, mi ricordo di te”. L’ultima volta che l’ho sentita ero in terza media, era giugno.

Avevo gli esami e avevo scritto una tesina intitolata come un suo libro “Vi racconto l’astronomia”. L’ho chiamata per dirglielo e per dirle che l’avrei richiamata per farle sapere come era andato l’esame. Lei mi ha risposto: “Volentieri, se ci sarò, perché sono molto vecchia”. Io ho fatto l’esame, il giorno che sono arrivati i risultati lei è morta. Mi è dispiaciuto tantissimo.

Ma di lei mi rimane l’umanità che è la cosa che accomuna lei con la Maria Ercoli. Sono state e sono scienziate straordinarie, ma prima ancora donne straordinarie!”.

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Credit Foto apertura JACOPO BROGIONI

Giornalista, Capo Redattrice di Economia dello Spazio Magazine,Economia del Mare Magazine,Space&Blue, Vivere Naturale Magazine.