Il commento del ministro Urso alla Legge sullo Spazio approvata oggi in Consiglio dei Ministri
“La legge quadro sullo Spazio è un disegno di legge collegato alla manovra economica, che è stato finanziato con un’apposita risorsa in bilancio.
Questo disegno di legge è realizzato dalla Presidenza del Consiglio attraverso l’autorità delegata sullo spazio – che sono io – e quindi nelle due vesti di autorità delegata e di ministro delle Imprese e del Made in Italy.
Questa legge quadro ci pone all’avanguardia tra i grandi player globali, regolamentando l’attività sullo spazio, sia quella che è realizzata dall’Italia, sia quella che è realizzata da cittadini e imprese italiane dall’estero ed è di impulso significativo per lo sviluppo dell’economia sullo spazio.
Colma una lacuna ultradecennale del nostro Paese che, pur essendo uno dei grandi attori spaziali e pur avendo iniziato tra i primi l’avventura dello spazio con il primo lancio effettuato sessant’anni fa dalla base di Malindi ed allora eravamo i terzi ad aver raggiunto lo spazio dopo gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, pur avendo quindi una storia molto importante e significativa e oltre 400 imprese con 7.000 addetti specifici che operano a tutto campo non aveva ancora una legge nazionale sullo spazio, come gli Stati Uniti hanno dal 1950 e altre 40 nazioni al mondo hanno da tanti anni, tra cui 10 nazioni dell’unione europea.
Quindi si colma una lacuna importante e significativa, tanto più oggi in cui sullo Spazio non vanno soltanto gli attori statuali, ma vanno sempre più gli attori privati e quindi quello che prima era utile oggi è assolutamente necessario.
Una legge che sostanzialmente vede una prima parte che riguarda tutto l’aspetto ordinamentale e una seconda parte che riguarda come sviluppare l’impresa italiana sullo spazio.
Il regolamento prevede che sia l’Agenzia Spaziale Italiana a vigilare sugli operatori, a certificare tecnicamente i vettori e sia poi il Comitato Interministeriale sullo Spazio che ne dia l’autorizzazione politica ai voli.
Il disegno di legge prevede inoltre l’elaborazione di un piano nazionale per l’economia dello spazio con un orizzonte di almeno 5 anni, che include l’analisi, la valutazione e la quantificazione dei fabbisogni del comparto, per individuare gli investimenti finanziabili attraverso risorse pubbliche e contributi privati.
Viene anche istituito un fondo per la Space economy con un carattere pluriennale, fondo finanziato in manovra economica, che per il momento ammonta a 150 milioni di euro, ma le risorse che sono state collocate dal Governo nella vasta area del comparto spaziale da qui al 2026 ammontano a 7 miliardi e 300 milioni di euro, perché se noi ai 3 miliardi e 100 milioni di euro che abbiamo destinato all’attività triennale dell’Agenzia Spaziale Europea – dove siamo uno dei tre grandi paesi finanziatori e si calcola che per ogni euro che diamo al programma spaziale all’agenzia europea almeno tre tornano alle imprese italiane – aggiungiamo 2 miliardi e 300 milioni del budget dell’Agenzia Spaziale Italiana e se sommiamo sostanzialmente le risorse del PNRR destinate allo spazio con le risorse dei bilanci dello Stato destinati allo Spazio giugniamo appunto a un ammontare complessivo che verrà impiegato nei vari progetti spaziali di 7,3 miliardi di euro da qui al 2026.
Il provvedimento aiuterà le imprese a svilupparsi e a utilizzare al meglio anche queste risorse con programmi che avranno ricadute molto importanti e significative su tutta l’industria italiana”.
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Giornalista, specializzata in Economia dello Spazio, in Economia del Mare e in Mindfulness - istruttrice MBSR. Dal 2004 si occupa di Aerospazio e dal 2011 di Economia del Mare. Dirige Economia dello Spazio Magazine e Economia del Mare Magazine, oltre a seguire le relazioni istituzionali ed esterne in questi settori per importanti stakeholder.