Habitat come praterie, dune e zone umide continuano a deteriorarsi. Le torbiere, tra i più efficaci serbatoi di carbonio terrestri del pianeta, continuano a essere prosciugate e distrutte. Gli habitat marini sono particolarmente colpiti, con solo il 14% in uno stato di conservazione “buono”. Tutto ciò contribuisce direttamente a una crisi della biodiversità, esemplificata dal fatto che il 73% delle specie in Europa è minacciato o in grave declino. Per monitorare questi cambiamenti e supportare gli sforzi di conservazione, strumenti come Copernicus Land forniscono dati satellitari ad alta risoluzione essenziali per osservare e valutare lo stato degli habitat naturali.
Nel 2020, in risposta diretta a questa crisi, la Commissione europea ha introdotto un quadro politico completo noto come Strategia per la biodiversità entro il 2030. Questa strategia mira ad arrestare la perdita di biodiversità in tutto il continente ripristinando gli ecosistemi degradati e rafforzando la protezione degli ecosistemi naturali europei. A tal fine, getta le basi per il Regolamento sul Ripristino della Natura (NRR), adottato dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’UE alla fine del 2024.
L’obiettivo generale del Regolamento Nazionale di Ripristino (NRR) è ripristinare almeno il 20% della superficie terrestre e marina dell’UE entro il 2030 e il 100% degli habitat degradati entro il 2050. Questi obiettivi sono giuridicamente vincolanti e impongono agli Stati membri di attuare misure di ripristino per raggiungere obiettivi concreti in foreste, zone umide, fiumi, torbiere, praterie, habitat marini ed ecosistemi urbani. Per garantire il rispetto degli obiettivi, il regolamento impone agli Stati membri di elaborare e presentare entro il 1° settembre 2026 Piani Nazionali di Ripristino, che descrivano in dettaglio le modalità di raggiungimento di tali obiettivi. I progressi saranno monitorati durante l’intero processo e i paesi sono tenuti a riferire regolarmente alla Commissione europea.
Indicatori fissi e flessibili per il monitoraggio dei progressi
Una delle caratteristiche più importanti dell’NRR è la sua combinazione di indicatori fissi e flessibili. Ad esempio, per quanto riguarda gli ecosistemi forestali, gli Stati membri sono tenuti a dimostrare miglioramenti in almeno sei dei sette indicatori esplicitamente elencati, come il volume di legno morto in piedi, la connettività forestale e la densità della copertura arborea.
Negli ecosistemi agricoli, gli Stati membri devono selezionare due dei tre indicatori agricoli specificati. Inoltre, l’indice comune degli uccelli nelle zone agricole è un indicatore obbligatorio sia per gli ecosistemi agricoli che per quelli forestali, garantendo che il monitoraggio della biodiversità rimanga una componente fondamentale degli sforzi di ripristino. Questo approccio consente un certo adattamento a livello nazionale, mantenendo al contempo la coerenza nella misurazione dei progressi verso gli obiettivi di ripristino a livello dell’UE.
Alcuni di questi indicatori, sia fissi che flessibili, si baseranno in larga misura sui dati di Osservazione della Terra (EO) a causa dell’enorme portata del monitoraggio degli ecosistemi richiesto. Monitorare i cambiamenti in foreste, zone umide, praterie e habitat marini su vaste aree richiede dati coerenti, ad alta risoluzione e aggiornati frequentemente, una sfida che il tradizionale monitoraggio sul campo non è in grado di affrontare da solo. Nell’articolo 20, il regolamento incoraggia esplicitamente l’uso dei dati di Osservazione della Terra – citando espressamente i servizi Copernicus – come pilastro degli sforzi di monitoraggio nazionali.
Il Copernicus Land Monitoring Service (CLMS) è pronto a svolgere un ruolo chiave nell’affrontare questa sfida fornendo set di dati standardizzati e disponibili gratuitamente che coprono l’intera Unione Europea ad alta risoluzione spaziale. I set di dati CLMS sono menzionati per nome nel testo dell’NRR in due punti distinti, nel contesto degli indicatori “spazio verde urbano” e “copertura arborea urbana”. Lo spazio verde urbano è definito come “la superficie totale di alberi, cespugli, arbusti, vegetazione erbacea permanente, licheni e muschi, stagni e corsi d’acqua presenti all’interno di città, paesi e periferie…”, mentre la copertura arborea urbana è definita come “la superficie totale della copertura arborea all’interno di città, paesi e periferie”.
Entrambe le definizioni specificano ulteriormente il fatto che il CLMS dovrebbe essere la fonte di dati primaria per la misurazione di questi indicatori. Il regolamento collega la copertura arborea urbana al set di dati CLMS High Resolution Layer Tree Cover Density , stabilendo una base di riferimento standardizzata per il monitoraggio della copertura arborea nelle città europee.
Ciò garantisce che tutti gli Stati membri utilizzino una fonte di riferimento coerente a livello UE per la valutazione della copertura arborea urbana, consentendo al contempo l’integrazione dei set di dati nazionali quando e dove disponibili. Per gli spazi verdi urbani, il regolamento impone che i calcoli siano basati sui dati CLMS, ma senza specificare un prodotto specifico. Consente invece l’utilizzo di dati nazionali supplementari ove applicabile, rendendolo una metrica più flessibile.
Diversi set di dati CLMS possono supportare la valutazione di questi tipi di copertura del suolo, tra cui gli strati ad alta risoluzione vegetati (HRL), l’Atlante urbano e il Backbone CLCplus (BB). Tra questi, il Backbone CLCplus è stato identificato come il set di dati più idoneo, in quanto fornisce una mappatura completa di tutta Europa e include la maggior parte delle classi di copertura del suolo richieste. Sfruttando il Backbone CLCplus insieme ad altri set di dati CLMS, gli Stati membri possono garantire un monitoraggio coerente e affidabile degli spazi verdi urbani, in linea sia con le esigenze di rendicontazione nazionali sia con gli obiettivi di ripristino a livello dell’UE.
A differenza degli spazi verdi urbani e della copertura arborea urbana, per i quali si fa esplicito riferimento ai set di dati CLMS, i set di dati utilizzati per monitorare la maggior parte degli altri indicatori NRR non sono direttamente esposti nel testo del regolamento.
Questa flessibilità è vantaggiosa per diversi motivi, uno dei quali è che consente ai paesi che dispongono di set di dati nazionali e quadri di monitoraggio di utilizzarli in modo coerente con le proprie strategie di ripristino personalizzate. Tuttavia, per i paesi privi di sistemi di monitoraggio nazionali completi, ciò può creare difficoltà nel garantire una rendicontazione coerente e di alta qualità. In questi casi, i dati liberamente accessibili offerti dal CLMS possono rappresentare una risorsa cruciale, offrendo set di dati armonizzati a livello UE che possono colmare le lacune e supportare valutazioni accurate e comparabili dei progressi del ripristino.
Dati CLMS come elementi costitutivi per applicazioni di monitoraggio a valle
Sebbene i dati CLMS possano essere utilizzati direttamente in molti casi, sono anche concepiti come elementi costitutivi per applicazioni a valle a supporto degli sforzi nazionali di monitoraggio e rendicontazione del ripristino. Un esempio è EU Grassland Watch , un’iniziativa di monitoraggio dei pascoli che applica tecniche basate sull’Osservazione della Terra per valutare il degrado dei pascoli nei siti Natura 2000 a predominanza di pascoli.
EU Grassland Watch sta sviluppando un servizio operativo per fornire informazioni tempestive sullo stato, i cambiamenti e le pressioni nei siti Natura 2000, concentrandosi sugli habitat delle praterie. Il servizio sfrutta i dati CLMS, come i parametri fenologici e di produttività della vegetazione ad alta risoluzione (HR-VPP) e il backbone CLCplus, combinandoli con una serie di dati spaziali e temporali per monitorare i cambiamenti e le pressioni in un gran numero di siti, facilitando così una rendicontazione più approfondita e interventi di ripristino più mirati.
L’applicazione risultante fornisce uno strumento che può aiutare gli Stati membri a monitorare i progressi nel ripristino dei pascoli nell’ambito dei rispettivi Piani Nazionali di Ripristino. Dimostra come i set di dati CLMS liberamente disponibili possano essere integrati con le iniziative di monitoraggio nazionali ed europee per migliorare il processo decisionale basato sui dati nel ripristino degli ecosistemi. Inoltre, evidenzia l’utilità e i benefici dei dati EO per la valutazione delle pressioni sugli ecosistemi dei pascoli, come il cambiamento dell’uso del suolo e l’intensificazione.
Oltre a iniziative a livello europeo come EU Grassland Watch, alcuni paesi hanno sviluppato anche applicazioni su scala nazionale utilizzando i dati CLMS. Un esempio lampante è la mappa italiana di copertura e uso del suolo (LCLU), prodotta annualmente dall’ISPRA ( Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).
La mappa LCLU italiana integra i dataset CLMS come Corine Land Cover , CLCplus Backbone, Urban Atlas e Coastal Zones con i dataset nazionali per creare una classificazione nazionale ad alta risoluzione della copertura del suolo e dei cambiamenti nell’uso del suolo. Questo dataset viene utilizzato per il monitoraggio del consumo di suolo, gli inventari dei gas serra (LULUCF) e le valutazioni degli spazi verdi urbani, rendendolo uno strumento prezioso per monitorare i progressi del ripristino nell’ambito del NRR. Come EU Grassland Watch, la mappa LCLU italiana è un esempio di come i dati CLMS possano fungere da base per il monitoraggio del ripristino a livello nazionale.
Questi dataset non solo supportano l’elaborazione di politiche basate sull’evidenza, ma forniscono anche agli Stati membri strumenti affidabili e standardizzati per soddisfare i requisiti di rendicontazione del NRR.
Guardando al futuro, il successo dell’implementazione dell’NRR trarrà beneficio dai continui progressi nelle tecnologie di telerilevamento, nell’accessibilità dei dati e nella capacità di monitoraggio a livello nazionale. Il CLMS è destinato a svolgere un ruolo importante e sarà fondamentale per garantire una rendicontazione trasparente e basata sull’evidenza e risultati efficaci in termini di ripristino.
In quanto primo regolamento giuridicamente vincolante del suo genere, l’NRR crea un precedente per il recupero degli ecosistemi su larga scala, che promette di rimodellare il continente europeo entro il 2050. Il suo successo non solo plasmerà il futuro dell’ambiente europeo, ma potrebbe anche fungere da modello per iniziative di ripristino globali, dimostrando come politiche basate sulla scienza possano guidare un recupero ecologico significativo su scala continentale.
Fonte: Copernicus