Dati Copernicus, risorsa chiave per il giornalismo sul clima

Dati Copernicus
Credito: ESA

Il cambiamento climatico è sempre più descritto come “la storia del nostro tempo”. Un tema un tempo di nicchia, oggi è diventato centrale nel racconto quotidiano delle notizie. Un sondaggio internazionale condotto nel 2024 in otto Paesi ha mostrato che circa la metà degli intervistati si imbatte settimanalmente in notizie o informazioni sul clima. Le agenzie di stampa tradizionali e online rappresentano ancora le fonti più utilizzate, superando documentari, social media e comunicazione interpersonale.

In questo contesto, i dati Copernicus svolgono un ruolo sempre più rilevante nel supportare un’informazione scientificamente accurata e comprensibile per il pubblico. Il programma europeo fornisce dati, strumenti e immagini che permettono ai giornalisti di raccontare il cambiamento climatico con evidenze concrete, favorendo un’informazione basata sui fatti.

Il valore dei dati Copernicus per i media

Il Copernicus Climate Change Service (C3S), gestito dalla Commissione Europea e implementato da ECMWF, rappresenta una delle principali fonti di dati climatici a livello globale. I suoi dataset forniscono informazioni affidabili a supporto di decisioni legate all’adattamento e alla mitigazione dei cambiamenti climatici. Tra i principali prodotti figurano:

  • analisi della temperatura globale
  • monitoraggio dei gas serra
  • previsioni stagionali
  • indicatori legati a eventi estremi e trend climatici

Questi strumenti consentono ai giornalisti di contestualizzare correttamente fenomeni meteorologici estremi e le tendenze a lungo termine. Le analisi di C3S vengono spesso utilizzate per illustrare record termici, innalzamento del livello del mare, siccità e altre evidenze del cambiamento climatico.

C3S pubblica inoltre i Bollettini Mensili sul Clima, che monitorano indicatori fondamentali come la temperatura dell’aria superficiale, il ghiaccio marino e le variabili idrologiche, e il rapporto annuale sullo Stato Europeo del Clima, che fornisce una valutazione autorevole del clima dell’anno precedente in Europa e oltre.

Per favorire un utilizzo corretto dei dati, C3S ha anche sviluppato una formazione online dedicata ai giornalisti, con l’obiettivo di agevolare la comprensione e l’applicazione dei dataset climatici nel lavoro editoriale.

Dati Copernicus e qualità dell’informazione ambientale

Accanto ai dati climatici, il Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS) svolge un ruolo essenziale nel supportare la copertura mediatica su qualità dell’aria, inquinamento ed emissioni.

Nel 2020, durante la pandemia, i dati di CAMS sono stati utilizzati per illustrare la riduzione degli inquinanti atmosferici legata al calo delle attività economiche. Oggi contribuiscono alla narrazione giornalistica di temi come:

  • emissioni da incendi boschivi
  • concentrazioni di polveri sottili e gas inquinanti
  • qualità dell’aria nelle aree urbane e industriali

Le visualizzazioni sviluppate dai servizi Copernicus sono spesso utilizzate dai media per rendere immediato l’impatto di eventi ambientali sull’atmosfera e sulla salute.

L’impatto delle immagini: raccontare il clima con la forza del visivo

Le immagini da Osservazione della Terra (EO) forniscono un potente supporto visivo ai racconti giornalistici. Per questo la Copernicus Image of the Day è diventata una risorsa molto utilizzata dalle redazioni.

Ogni giorno, Copernicus pubblica un’immagine satellitare o una visualizzazione dei dati forniti dai servizi del programma, offrendo:

  • una nuova prospettiva sul Pianeta
  • un supporto visivo autorevole per notizie e approfondimenti
  • materiali pronti all’uso per articoli multimediali

Le immagini spaziano dall’osservazione di ecosistemi, oceani, atmosfera e criosfera, fino a eventi estremi come incendi, inondazioni o tempeste. Vengono utilizzate per illustrare ondate di calore, fenomeni meteo severi e trasformazioni del territorio, contribuendo a rendere più accessibili le evidenze scientifiche.

Copernicus Land Monitoring Service: dati per un giornalismo investigativo più robusto

Meno visibile al grande pubblico, ma molto rilevante per le redazioni, è il Copernicus Land Monitoring Service (CLMS). Il servizio fornisce dati e mappe aggiornate su:

  • copertura del suolo
  • espansione urbana
  • deforestazione
  • biodiversità

Grazie ai dataset ad alta risoluzione, CLMS permette di verificare informazioni, individuare trend non immediatamente visibili e supportare inchieste basate sui dati, ad esempio sul consumo di suolo o sulla trasformazione dei paesaggi agricoli. Oltre ai dati grezzi, CLMS fornisce visualizzazioni accessibili e bollettini tematici, utili per giornalisti anche non specializzati in data journalism.

In questo modo, CLMS crea un ponte tra la scienza EO e l’informazione, consentendo alle redazioni di comunicare temi complessi con solidità scientifica.

Dati per la ricerca, storie per il pubblico

I dati di Copernicus hanno favorito numerose ricerche scientifiche che hanno poi generato copertura mediatica globale. Tra le più rilevanti:

  • utilizzo di immagini Sentinel per individuare nuove colonie di pinguini in Antartide
  • studi che integrano AI e dati Copernicus per monitorare attività navali e pesca illegale, rivelando che una larga quota dei pescherecci industriali opera come “navi oscure”, prive di sistemi di tracciamento pubblici

Il tema della connessione tra dati, governance e azione è stato centrale anche alla Conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani 2025, il cui messaggio chiave è stato: “non c’è gestione senza conoscenza”.

Per questi temi, i giornalisti possono fare riferimento anche al Copernicus Marine Service (CMEMS), che fornisce dati gratuiti su correnti, temperatura del mare, ghiaccio marino e parametri biogeochimici. Il visualizzatore MyOcean permette inoltre di mostrare i cambiamenti degli oceani in tempo quasi reale, facilitando la narrazione giornalistica di temi legati alle politiche oceaniche e alla tutela dei mari.

Un ecosistema aperto al mondo dell’informazione

Sebbene prodotti EO esistano dagli anni ’80, Copernicus ha inaugurato una nuova fase caratterizzata da dati aperti, gratuiti e interoperabili, generando una forte crescita nell’uso di immagini satellitari e dataset nel giornalismo.

L’EU Space Support Office (EUSSO) supporta attivamente i media nella ricerca di immagini e dati Copernicus, facilitando anche i contatti con esperti scientifici. È disponibile inoltre una guida alle buone pratiche per la visualizzazione dei dati EO, utile ai giornalisti che intendono utilizzare i dataset spaziali in modo responsabile, preciso e comprensibile.

In sintesi

In un momento in cui la crisi climatica richiede una comprensione sempre più accurata dei fenomeni in corso, il ruolo dei media è essenziale per tradurre i dati in consapevolezza pubblica. I dati Copernicus rappresentano un pilastro per il giornalismo climatico moderno, permettendo di raccontare il Pianeta con precisione scientifica, trasparenza e impatto visivo.

Fonte: adattamento redazionale da articolo Copernicus

Michelangelo Moles

Redazione Economia dello Spazio Magazine