L’Amazzonia e il ruolo dell’ESA nel monitoraggio globale del carbonio

Monitoraggio cambiamenti climatici
Foresta pluviale amazzonica. Credito: M. Wooster–King’s College London

Monitoraggio cambiamenti climatici: il ruolo cruciale dell’ESA

Mentre a Belém, in Brasile, si tiene la COP30 delle Nazioni Unite, l’attenzione del mondo si concentra sulla foresta pluviale amazzonica, un simbolo di speranza ma anche di allarme nella lotta contro i cambiamenti climatici.

Un tempo uno dei principali serbatoi di carbonio del pianeta, oggi l’Amazzonia mostra segnali preoccupanti: alcune aree non assorbono più anidride carbonica, ma la rilasciano, diventando fonti nette di emissioni.

Questa trasformazione evidenzia una necessità urgente: un monitoraggio indipendente e costante dei gas serra, basato su dati scientifici affidabili.

Il contributo dell’ESA alla scienza del clima

Le missioni di osservazione della Terra dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) forniscono gli strumenti per questa sorveglianza globale. Da decenni l’ESA raccoglie e analizza dati che consentono di verificare i progressi dell’azione climatica e di orientare le politiche ambientali.

Al centro di questo lavoro si trova la Climate Change Initiative (CCI), che produce set di dati satellitari a lungo termine sulle variabili climatiche essenziali. Queste informazioni permettono ai ricercatori di comprendere l’evoluzione del clima e di sviluppare strategie di mitigazione e adattamento più efficaci.

Parallelamente, il programma RECCAP-2 (Regional Carbon Cycle Assessment and Processes) analizza i cicli del carbonio terrestri e marini, fornendo una base scientifica per l’Accordo di Parigi e per il calcolo del bilancio globale del carbonio.

Un pianeta che respira sempre meno

Il bilancio del carbonio rappresenta la quantità di anidride carbonica che può ancora essere emessa senza superare il limite di 1,5 °C di riscaldamento globale. A gennaio 2025, restano circa 235 gigatonnellate, che — agli attuali ritmi di emissione — potrebbero esaurirsi entro sei anni.

Per comprenderlo con precisione servono misurazioni accurate dei pozzi naturali di carbonio, cioè oceani e foreste. Ma i dati satellitari mostrano una realtà allarmante:

  • L’Amazzonia ha perso circa 370 milioni di tonnellate di carbonio tra il 2010 e il 2020, e continua a indebolirsi.
  • Le foreste boreali e temperate stanno passando da pozzi a fonti di carbonio, a causa di incendi, siccità e degrado.
  • In Europa, la capacità di assorbimento delle foreste è in calo, con effetti diretti sugli obiettivi di neutralità climatica al 2050.

Le missioni satellitari che guardano alla Terra

La flotta di missioni dell’ESA sta rivoluzionando il monitoraggio dei cambiamenti climatici:

  • BIOMASS osserva con alta precisione le riserve di carbonio delle foreste tropicali.
  • EarthCARE studia le nuvole e il bilancio energetico della Terra.
  • HydroGNSS monitora l’umidità del suolo, cruciale per gli scambi di carbonio tra terra e atmosfera.
  • SMOS misura l’umidità del suolo e la biomassa forestale, contribuendo alle analisi del progetto RECCAP-2.
  • Le missioni Copernicus Sentinel garantiscono un monitoraggio costante di oceani, vegetazione e atmosfera.

La prossima missione Copernicus CO₂M porterà un salto di qualità, monitorando direttamente le emissioni di anidride carbonica e metano a livello nazionale e globale.

Trasparenza e responsabilità per il clima

Oggi la maggior parte dei Paesi si basa su stime settoriali per calcolare le proprie emissioni. Tuttavia, il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) raccomanda di integrare questi dati con misurazioni satellitari indipendenti.

Le osservazioni dell’ESA rispondono a questa esigenza, offrendo ai governi strumenti oggettivi di verifica.

Come ha spiegato Simonetta Cheli, direttrice dei programmi di osservazione della Terra dell’ESA:

“Il confronto dei risultati dell’inversione con gli inventari nazionali dei gas serra può essere applicato regolarmente per monitorare l’efficacia delle politiche di mitigazione e i progressi compiuti dai paesi nel raggiungere gli obiettivi dei loro impegni.”

Un futuro che dipende dalla volontà di agire

I satelliti dell’ESA e i progetti come RECCAP-2 stanno trasformando la scienza in strumenti concreti di monitoraggio climatico. La tecnologia per capire se l’azione per il clima funziona esiste già.

Ciò che resta da misurare — e da rafforzare — è la volontà politica di agire, perché il tempo, come il carbonio, si sta rapidamente esaurendo.

Fonte: adattamento redazionale da articolo ESA

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Redazione Economia dello Spazio Magazine