
Il termine presentazione a Senato è stato per ordini del giorno ed emendamenti all’A.S. n. 1415 (Economia dello spazio): MERCOLEDÌ 9 APRILE ore 12
Il 9 aprile 2025 ha segnato una data fondamentale nell’iter legislativo del disegno di legge (DDL) “Spazio”, con la presentazione degli emendamenti da parte delle forze politiche in Parlamento.
Questo provvedimento, destinato a regolamentare l’intero settore spaziale italiano, ha suscitato un ampio dibattito, con un focus particolare sugli articoli che disciplinano le comunicazioni satellitari e la governance del settore. Il panorama che emerge è quello di un’Italia intenzionata a giocare un ruolo di primo piano nell’economia dello spazio, ma che deve affrontare sfide politiche e tecniche complesse.
Il DDL Spazio nasce in un momento di forte crescita per l’industria spaziale mondiale, con una crescente concorrenza da parte di attori privati come SpaceX, Amazon e OneWeb, e la crescente pressione per la regolamentazione delle risorse spaziali, come le frequenze e le orbite.
Il governo italiano ha compreso l’importanza strategica del settore e si è impegnato a costruire un quadro normativo che stimoli l’innovazione, promuova la collaborazione internazionale e garantisca la sicurezza nelle operazioni spaziali.
Il dibattito politico sui 257 emendamenti presentati ha messo in luce alcune divergenze fondamentali riguardo al controllo delle risorse spaziali e alla sicurezza delle comunicazioni.
Un tema ricorrente riguarda l’articolo 25, che disciplina l’uso delle frequenze satellitari. Il disegno di legge prevede che operatori internazionali, inclusi quelli extra-UE, possano partecipare alla gestione delle comunicazioni satellitari, ma questo ha suscitato preoccupazioni tra le forze politiche.
Il Partito Democratico, per esempio, ha sollevato dubbi sulla possibilità di consentire a società come Starlink, il progetto di Elon Musk, di utilizzare risorse strategiche italiane. Con gli emendamenti proposti, il PD ha suggerito un inasprimento delle regole per gli operatori extra-UE, chiedendo un aumento dei costi per l’utilizzo delle frequenze e l’introduzione di normative più stringenti.
Il Movimento 5 Stelle, dal canto suo, ha proposto un emendamento che limita l’accesso alle comunicazioni satellitari solo a soggetti appartenenti all’Unione Europea, sollevando interrogativi sulla gestione dei servizi di comunicazione in scenari di emergenza o di conflitto, dove sarebbe necessaria una cooperazione con alleati internazionali come la NATO.
Un altro nodo cruciale degli emendamenti riguarda la governance del settore spaziale italiano e il ruolo dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI).
Molti degli emendamenti presentati mirano a rafforzare l’ASI come ente regolatore e gestore delle attività spaziali nazionali. Tra le modifiche più rilevanti, vi è la proposta di attribuire all’ASI maggiori poteri nella regolamentazione delle missioni spaziali commerciali, nonché nell’assegnazione di autorizzazioni e nella gestione del Fondo nazionale per l’economia dello spazio.
L’ASI è vista come il fulcro dell’infrastruttura spaziale italiana e il suo rafforzamento potrebbe tradursi in una maggiore capacità di interagire con altri attori internazionali, di rispondere alle esigenze del mercato e di gestire le problematiche legate alla sostenibilità e alla sicurezza delle operazioni spaziali.
Un altro tema che ha suscitato un ampio dibattito riguarda il Fondo nazionale per l’economia dello spazio, che il governo intende utilizzare per stimolare l’innovazione e finanziare progetti strategici.
Diversi emendamenti puntano ad aumentare le risorse destinate a questo fondo, proponendo cifre superiori rispetto a quelle inizialmente previste. L’idea di destinare risorse significative al settore spaziale si inserisce in una visione di lungo termine, con l’obiettivo di posizionare l’Italia come leader nell’industria spaziale globale.
Gli emendamenti presentati chiedono anche che il Fondo venga strutturato in modo tale da favorire la creazione di partenariati pubblico-privato e di incentivare l’ingresso di startup e piccole e medie imprese italiane nel settore. In questo modo, si punta a stimolare la competitività e a creare un ecosistema spaziale dinamico e innovativo.
Oltre agli aspetti strettamente nazionali, gli emendamenti al DDL Spazio pongono anche interrogativi sulle relazioni internazionali.
In un settore altamente globalizzato, la cooperazione con altri Paesi e organizzazioni internazionali è fondamentale per garantire l’accesso alle risorse spaziali e per condividere esperienze e tecnologie, anche attraverso le future stazioni spaziali.
Nel contesto europeo, l’Italia potrebbe trovarsi a dover bilanciare la necessità di rafforzare la propria sovranità spaziale con quella di partecipare a progetti e missioni comuni con gli altri Stati membri. L’Unione Europea sta cercando di sviluppare una strategia spaziale comune, e gli emendamenti presentati dai vari partiti puntano a garantire che l’Italia possa svolgere un ruolo di primo piano, pur mantenendo il controllo sulle proprie risorse.
Il DDL Spazio rappresenta una pietra miliare per l’Italia, ma anche una sfida. Gli emendamenti presentati evidenziano le preoccupazioni politiche, economiche e strategiche che il Paese deve affrontare nel settore spaziale.
Questa legge potrebbe definire il futuro dell’industria spaziale italiana, sia in termini di autonomia operativa che di competitività internazionale.
Il prossimo passaggio nell’iter legislativo sarà decisivo. I temi sollevati dalla politica dovranno essere conciliati con le esigenze del mercato e le necessità di innovazione.
L’Italia ha una grande opportunità di diventare un attore centrale nella space economy, ma questo dipenderà anche dalla capacità di trovare il giusto equilibrio tra regolamentazione, investimenti e apertura internazionale.
Giornalista, specializzata in Economia dello Spazio, in Economia del Mare e in Mindfulness - istruttrice MBSR e facilitatrice LEGO® SERIOUS PLAY® .Dal 2004 si occupa di Aerospazio e dal 2011 di Economia del Mare. Dirige Economia dello Spazio Magazine, Economia del Mare Magazine e Space& Blue Magazine, oltre a seguire le relazioni istituzionali ed esterne in questi settori per importanti stakeholder. Ideatrice del Progetto "Space&Blue Made in Italy" con il suo Forum Space&Blue e del Progetto "Blue Forum Italia network".










