
Il CodyTrip, la gita scolastica online ideata da Alessandro Bogliolo, il 28 e 29 ottobre porterà le scuole italiane in Abruzzo, tra L’Aquila e il Gran Sasso d’Italia. Gli studenti visiteranno virtualmente i Laboratori del Gran Sasso dell’Infn e l’Osservatorio astronomico d’Abruzzo dell’Inaf, a Campo Imperatore, per un viaggio tra scienza e cultura, alla scoperta dell’astronomia multi-messaggera
Il CodyTrip – il format di gite scolastiche online ideato da Alessandro Bogliolo dell’Università di Urbino, che lo scorso anno ha coinvolto oltre 47mila partecipanti nei luoghi dell’astrofisica italiana – a fine mese accompagnerà le scuole italiane di ogni ordine e grado in Abruzzo, a visitare L’Aquila, Capitale italiana della cultura 2026, e il Gran Sasso d’Italia, il massiccio più alto degli Appennini, al cui interno si trovano i Laboratori nazionali del Gran Sasso dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), e sulla cui sua sommità sorge l’Osservatorio astronomico d’Abruzzo dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf).
La gita scolastica online – organizzata da Digit srl, in collaborazione con l’Università di Urbino e Giunti Scuola – si terrà il 28 e 29 ottobre. Se la mattina del 28 sarà dedicata alla visita sotterranea dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso, nel pomeriggio studenti e studentesse di tutta Italia saranno accolti alla stazione osservativa di Campo Imperatore da Chiara Badia, Fiore De Luise e Gaetano Valentini dell’Inaf che li accompagneranno in un viaggio alla scoperta dell’Osservatorio, illustrando il funzionamento dei telescopi, le tecniche di osservazione e i principali ambiti di ricerca che vi vengono sviluppati.
I partecipanti potranno avvicinarsi virtualmente al telescopio ottico Schmidt Wot (Wide-field Optical Telescope), gemello di quello all’Osservatorio di Asiago, dotato di uno specchio di 90 centimetri di diametro, le cui immagini a grande campo possono coprire, in una singola esposizione, oltre un grado quadrato di cielo, equivalente all’area occupata da quattro Lune piene.
Accanto a questo strumento, risalente agli anni Sessanta, si trova il telescopio Vit (Visible-Infrared Telescope), l’unico dotato di camera infrarossa presente in Italia, giunto a Campo Imperatore a metà degli anni Novanta grazie a una collaborazione tra gli osservatori di Roma, d’Abruzzo e di Pulkovo (San Pietroburgo). La sua storia affonda le radici nella Seconda Guerra Mondiale e i ricercatori dell’Inaf avranno il piacere di raccontarla durante la visita.

La strumentazione di Campo Imperatore partecipa anche ai programmi di ricerca e monitoraggio di detriti spaziali (space debris) fornendo dati utili a determinare la posizione e la traiettoria di frammenti di satelliti e lanciatori, più o meno grandi, che potrebbero cadere sulla superficie terrestre. C’è poi un altro filone di ricerca che mira principalmente alla scoperta e al monitoraggio di nuove sorgenti o di oggetti la cui luminosità cambia improvvisamente e in modo spesso inaspettato: è il Campo Imperatore Transients Observer (Cito), la cui attività è legata allo studio delle onde gravitazionali.
Proprio con il racconto della scoperta delle onde gravitazionali, Marica Branchesi, professoressa del Gran Sasso Science Institute (Gssi), associata Inaf e Infn, accompagnerà le scuole alla scoperta dell’astronomia multi-messaggera, ambito nel quale ha avuto un ruolo di primo piano nel favorire l’unione tra l’astronomia osservativa con la fisica degli interferometri.
«Avvolti nella bellezza di Campo Imperatore, questi telescopi sono capaci di offrire immagini straordinarie dell’universo», spiega Branchesi. «Nelle notti migliori, le prestazioni raggiungono livelli paragonabili a quelle delle Canarie. Ogni volta che arrivo all’Osservatorio, mi sento magicamente avvolta dal fascino della montagna: un luogo mozzafiato, dove lo studio dell’universo si fonde con la maestosità della natura. È su questa montagna che prende vita l’essenza dell’astronomia multimessaggera, capace di combinare i neutrini osservabili dalle sue profondità e i fotoni captati dalla sua cima. E da dieci anni, a questi abbiamo aggiunto anche le onde gravitazionali».
Infine, la giornata si concluderà nella suggestiva cornice di Santo Stefano di Sessanio e di Rocca Calascio, a oltre 1.400 metri di altitudine, dove sono state girate celebri scene dei film Ladyhawke e Il nome della rosa. Qui si svolgerà, come da tradizione, la “lettura della buonanotte”, momento conclusivo della prima giornata di gita. La seconda giornata sarà invece dedicata alla visita della città.
Sebbene l’iniziativa sia rivolta principalmente alle scuole, CodyTrip è aperto alla partecipazione di chiunque ne condivida lo spirito e intenda approfittarne per vivere un’esperienza non convenzionale di turismo culturale. Attualmente sono già più di 10mila gli iscritti, da oltre 400 città su tutto il territorio nazionale. Tutti i dettagli sul programma della gita si possono trovare alla pagina del Cody Trip.
Il giorno della gita tutti i partecipanti, inclusi i familiari che decideranno di condividere questa esperienza, si potranno collegare attraverso uno speciale visore, chiamato ActiveViewer: una web app che non richiede l’installazione di applicazioni specifiche e che consente l’interazione in tempo reale con Bogliolo e con i ricercatori e le ricercatrici che li accompagneranno nella gita.
Redazione Economia dello Spazio Magazine










