
Un’estate di incendi record in Europa
L’estate europea del 2025 è stata caratterizzata da un’intensa e diffusa attività di incendi boschivi, soprattutto nell’Europa sudorientale e sudoccidentale, con impatti significativi sulla qualità dell’aria.
Il fumo degli incendi boschivi è una miscela di inquinanti atmosferici, come ossidi di azoto e particolato, con il PM2,5 (particolato di diametro pari o inferiore a 2,5 micron) che desta particolare preoccupazione per il suo impatto sulla salute umana.
Sebbene la stagione sia iniziata con emissioni relativamente basse, le condizioni sono rapidamente peggiorate, culminando in incendi record in diverse aree del continente.
Grecia, Turchia e Cipro tra i Paesi più colpiti
Grecia, Turchia e Cipro sono state colpite da vastissimi incendi boschivi tra la fine di giugno e l’inizio di luglio, con emissioni totali a giugno al livello più alto dal 2007 per la Grecia e il più alto in 23 anni di dati del CAMS Global Fire Assimilation System (GFAS) per la Turchia.
Le previsioni globali del CAMS sulle concentrazioni superficiali di PM2,5 hanno mostrato un chiaro segnale delle emissioni di incendi durante la prima settimana di luglio.
All’inizio di agosto, l’attività degli incendi boschivi in Europa ha interessato principalmente l’Europa sud-occidentale.
Questa regione aveva già registrato eventi significativi a luglio, con grandi incendi nel sud della Francia, in Catalogna e in Portogallo all’inizio del mese, e in Spagna e Portogallo dal 27 luglio in poi.
Le emissioni record nella Penisola Iberica
Gli incendi nel distretto portoghese di Vila Real all’inizio di agosto si sono riflessi in un netto aumento delle concentrazioni di PM2,5 a livello del suolo nelle previsioni globali e regionali del CAMS.
L’entità degli incendi in Portogallo e nelle zone nord-occidentali della Spagna è aumentata rapidamente fino a metà agosto, con la Spagna che ha registrato le emissioni totali annuali più elevate nei 23 anni di dati GFAS entro il 17 agosto.
L’aumento delle emissioni di fumo ha contribuito a significative concentrazioni di PM2,5 in superficie, che hanno superato le linee guida dell’OMS di 15 μg/m³ (media 24 ore) in un’ampia area della Penisola Iberica, secondo le previsioni CAMS.

Il fumo dal Canada e la polvere sahariana
L’impatto degli incendi boschivi nell’Europa meridionale sulla qualità dell’aria ha coinciso con il trasporto a lungo raggio di fumo proveniente dagli incendi in Canada centrale.
Grandi pennacchi di fumo canadesi sono stati una caratteristica comune dell’atmosfera nordatlantica ed europea da fine maggio a inizio agosto.
Il CAMS ha inoltre monitorato diversi episodi di trasporto di polvere sahariana sull’Europa nei primi mesi del 2025, continuati fino a giugno, durante il quale le intrusioni di polvere attraverso il Mediterraneo e l’Atlantico sono state insolitamente frequenti e intense.
Le tempeste di sabbia sahariane e l’impatto sulla salute
Gli episodi di trasporto di polvere derivano da tempeste di sabbia sahariane, quando forti venti sollevano grandi quantità di sabbia nell’aria.
Queste particelle possono percorrere migliaia di chilometri prima di depositarsi.
Il CAMS utilizza parametri come la profondità ottica degli aerosol (AOD) e le concentrazioni di PM10 per tracciare il trasporto di polvere atmosferica.
Nel corso di giugno, intrusioni di polvere sahariana hanno attraversato il Mediterraneo fino all’Europa meridionale, con aumenti di PM10 monitorati in Spagna, Italia e Europa sud-orientale.
Queste intrusioni sono proseguite fino a fine agosto, con una traversata della Spagna sud-orientale e del Mediterraneo occidentale.
Conseguenze ambientali e climatiche
Oltre alla visibilità nel cielo, le intrusioni di polvere sahariana hanno conseguenze di vasta portata.
Peggiorano la qualità dell’aria e i problemi respiratori e cardiovascolari, ma influenzano anche la biogeochimica oceanica, fornendo nutrienti come il ferro che incidono sugli ecosistemi marini.
La ricerca in corso esplora come la polvere interagisca con la chimica atmosferica, influenzando la formazione delle nubi e persino i modelli di precipitazione.
Ondata di calore e ozono superficiale
L’estate del 2025 è stata caratterizzata da ondate di calore riportate dal Copernicus Climate Change Service (C3S).
Con la forte radiazione solare stagionale, queste condizioni hanno portato a elevati livelli di ozono superficiale.
Il CAMS ha segnalato concentrazioni medie giornaliere di ozono su 8 ore comprese tra 120 e 140 μg/m³ su gran parte della regione mediterranea già a giugno.
Durante le principali ondate di calore di giugno, luglio e agosto, le concentrazioni di ozono sono aumentate notevolmente, con picchi in Portogallo settentrionale in concomitanza con gravi ondate di calore.
Limiti europei e monitoraggio CAMS
L’ozono a livello del suolo è generato da reazioni fotochimiche che coinvolgono ossidi di azoto (NOx) e composti organici volatili (COV), innescate dalla luce solare.
Durante le ondate di calore, queste reazioni si intensificano, intrappolando gli inquinanti al suolo e creando le condizioni per l’accumulo di ozono.
La Direttiva UE/2024/2881 sulla qualità dell’aria fissa un limite di 120 µg/m³ (media giornaliera su 8 ore), superabile non più di 18 volte all’anno, e una soglia di informazione di 180 µg/m³ per la media oraria.
Secondo il CAMS, questo limite è stato superato più volte in diverse regioni europee nel 2025.
Strumenti e servizi di monitoraggio CAMS
Il CAMS fornisce dati aperti e gratuiti sull’Atmosphere Data Store (ADS), aggiornando informazioni su posizione, intensità e emissioni degli incendi boschivi globali, nonché sul trasporto e la composizione del fumo.
Prevede anche le concentrazioni di ozono superficiale e dei suoi precursori inquinanti, grazie a sistemi di modellazione alimentati da osservazioni satellitari e in situ.
Le mappe di previsione dell’ozono sono accessibili online.
Per la polvere sahariana e altri aerosol, l’app gratuita CAMS Aerosol Alerts può essere configurata per monitorare le concentrazioni di aerosol nelle principali città europee fino a tre giorni prima.
Il CAMS ha inoltre sviluppato strumenti per l’analisi dei dati tramite grafici intuitivi e il Methane Hotspot Explorer, oltre a risorse dedicate ai decisori politici, specificamente adattate per la rendicontazione della qualità dell’aria e delle emissioni.
Fonte: Copernicus
Redazione e Editor Economia dello Spazio Magazine










