Progettare una missione su Venere utilizzando l’innovativo approccio dell’ingegneria simultanea: questo l’ambizioso programma presentato da ESA Academy – la sezione dell’Agenzia Spaziale Europea che si occupa di formazione – nella sua ultima sfida rivolta agli studenti universitari, la Concurrent Engineering Challenge.
In totale hanno partecipato all’iniziativa, che si è svolta dal 15 al 19 aprile scorso nella sede di ESA Academy a ESEC-Galaxia in Belgio, 102 studentesse e studenti: 30 sono stati selezionati dalle università degli Stati membri dell’ESA e i restanti sono stati chiamati in quanto allievi delle tre università europee ospiti della sfida – Istituto Nazionale Superiore Francese di Aeronautica e Spazio- ISAE-SUPAERO, Università Nazionale e Capodistriana di Atene- NKUA e Università di Portsmouth – secondo un sistema a rotazione inaugurato dall’Agenzia.
Ad emergere nel gruppo dei 30 studenti selezionati, due allievi del Politecnico, Vito Costantini e Luca Niero, rispettivamente al secondo e primo anno del corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Aerospaziale del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale-DIMEAS.
Un risultato, il loro, che sottolinea l’impegno dimostrato negli studi e la passione per la ricerca di settore manifestata anche con la partecipazione ai Team di Ateneo PoliTOrbital, nel caso di Costantini, e CubeSat PoliTO, nel caso di Niero.
La sfida promossa da ESA evidenzia l’importanza di adottare un approccio differente nella costruzione di una missione spaziale, un approccio che garantisca una significativa riduzione dei tempi di sviluppo e un miglioramento della qualità dei processi.
Stiamo parlando di ingegneria simultanea: si tratta di un metodo, relativamente nuovo, che prevede di creare stanze di lavoro in cui tutte le persone, impegnate nello sviluppo delle diverse parti di uno stesso sistema, progettano simultaneamente consentendo il dialogo tra discipline e la conoscenza dei limiti e degli avanzamenti della ricerca in corso.
A progettare e a portare a termine l’obiettivo finale della missione Vito e Luca
Gli studenti e le studentesse sono stati quindi suddivisi in squadre per affrontare le diverse fasi del progetto di ESA: Configurazione, Strutture, Propulsione, Analisi della traiettoria, Sottosistemi di controllo dell’assetto e dell’orbita, Alimentazione di potenza, Controllo termico, Comunicazioni e Gestione dei dati e Meccanismi.
Insieme queste discipline hanno contribuito a portare a termine l’obiettivo finale della missione, ovvero dispiegare, avvalendosi di un satellite denominato “Mothership”, una costellazione di CubeSat – piccoli satelliti di forma cubica – nell’orbita bassa di Venere, molto densa e calda, per osservare il comportamento di materiali esposti all’atmosfera di Venere.
Vito Costantini nel progettare si è dedicato all’Analisi della traiettoria, studiando nello specifico le manovre orbitali per portare la Mothership nell’orbita desiderata, mentre Luca Niero si è occupato dei Sottosistemi di controllo dell’assetto e dell’orbita, caratterizzando gli algoritmi e gli equipaggiamenti per il mantenimento dell’assetto e della posizione del satellite.
“Partecipare alla Concurrent Engineering Challenge organizzata dall’Agenzia Spaziale Europea ricoprendo il ruolo di trajectory analyst è stata un’esperienza molto gratificante e stimolante” ha commentato Vito Costantini.
“Far parte di un team composto da studenti come me provenienti da altre università europee ed extraeuropee – ha continuato – ha quindi contribuito ad accrescere le mie conoscenze e competenze nel campo della progettazione di missioni spaziali innovative”.
“Con questa esperienza ho compreso quanto complesso e multidisciplinare sia il campo delle missioni spaziali – ha aggiunto Luca Niero –. Mi sono reso conto di quanto il valore dell’iniziativa non fosse legato soltanto alla sfida in sé, ma anche alla possibilità, fortemente incoraggiata dagli organizzatori, di confrontarsi con studenti provenienti da realtà europee totalmente diverse dalla propria.
Rappresentare il Politecnico di Torino e la sua qualità, in un contesto così eterogeneo e competitivo, è stato un onore e un piacere”.
Foto di gruppo: ESA Academy
Fonte Politecnico di Torino