Space&Blue, Luca Salamone: “Un approccio cross-industry per la sovranità tecnologica nazionale”

Intervista esclusiva al Direttore Generale dell’Agenzia Spaziale Italiana

Salamone

L’Agenzia Spaziale Italiana è fin dall’inizio tra i principali attori del progetto Space&Blue e del percorso di integrazione tra l’Economia dello Spazio e l’Economia del Mare.

Abbiamo chiesto al Direttore Generale Luca Vincenzo Maria Salamone di raccontarci come l’ASI stia operando per promuovere azioni concrete a sostegno delle sinergie pubblico-private in questo ambito, e quale valore strategico possa assumere l’interconnessione tra Spazio e Mare per la sovranità tecnologica nazionale.

Il percorso di interconnessione tra l’Economia dello Spazio e l’Economia del Mare partito nel 2023 ha messo in luce diverse opportunità in termini tecnologici e di ricerca. Come ASI sta operando per favorire questo processo?

L’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), per favorire questo processo, sta valutando di valorizzare e mobilitare il comparto industriale e scientifico attraverso l’emissione di un bando di gara multi-tematico, volto a stimolare la partecipazione — preferibilmente in forma aggregata — dei potenziali attori che operano nei settori dello spazio e del mare.

L’obiettivo è quello di favorire e incentivare la collaborazione tra attori pubblici e privati, che dovranno presentare un piano di sviluppo, con costi e tempi per la realizzazione di sistemi prototipali funzionanti e da patrimonializzare, e fornire un quadro di insieme dei possibili utilizzatori e possibili vantaggi in caso di loro commercializzazione. Tale quadro dovrà anche includere possibili impatti positivi sulla capacità ed efficacia di intervento delle istituzioni nazionali e sulla qualità della vita dei cittadini (es. tutela ambientale, monitoraggio sulla qualità delle acque, opportunità economiche ed occupazionali, ecc.).

L’ASI sta quindi valutando di farsi promotore di una iniziativa che possa portare ad una sinergia e integrazione tra mare e spazio, essendo tale sinergia un chiaro esempio di approccio cross-industry, in cui competenze e tecnologie provenienti da settori differenti convergono, aprendo nuovi scenari e opportunità di sviluppo. In tal senso, in questo programma l’ASI potrà stimolare e incentivare, attraverso l’emissione di più bandi in tali ambiti, il sistema Paese ad occupare una nicchia di mercato e giocare un ruolo di leader a livello europeo e internazionale.

L’iniziativa di un possibile primo bando di gara potrebbe mirare a finanziare attività di Ricerca e Sviluppo (R&S) orientate, da un lato, alla realizzazione di sistemi integrati di osservazione spazio-marina (sensing mare-cielo), in grado di abilitare nuovi servizi downstream per il monitoraggio ambientale e la gestione sostenibile delle risorse; dall’altro, a sostenere l’innovazione tecnologica e la competitività del comparto, con attenzione ai mercati emergenti e alla capacità di attrarre investimenti privati.

Si tratterebbe di attività di sviluppo sperimentale, i cui risultati diventerebbero patrimonio dell’Ente, ma ad uso non esclusivo: l’Agenzia potrà infatti renderli disponibili alla comunità scientifica e industriale di riferimento, secondo modalità e ambiti di diffusione di volta in volta definiti.

Parallelamente, l’Agenzia sta attivando accordi di collaborazione con altre realtà istituzionali nazionali per la realizzazione congiunta e coordinata di iniziative “Space and Blue” di comune interesse, rafforzando così la sinergia tra politiche spaziali e marittime a livello nazionale.

Quanto sopra in considerazione del fatto che se questa integrazione resta soltanto formale o retorica, si rischia di disperdere risorse e potenzialità: per questo è auspicabile e necessario che all’idea iniziale segua una cooperazione concreta e continuativa tra i due ambiti.

In questa prospettiva, l’Agenzia Spaziale Italiana, che tra i propri compiti istituzionali ha quello di dare attuazione agli indirizzi e ai programmi definiti dall’autorità governativa, sta operando su diversi fronti per favorire questo processo di integrazione.

Quali elementi ritiene maggiormente strategici per favorire una maggiore sinergia tra industria-ricerca e istituzioni?

Per rafforzare la sinergia tra industria, ricerca e istituzioni è necessario creare contesti stabili di cooperazione, non solo occasioni progettuali. Servono strumenti che favoriscano un dialogo strutturato e continuo tra i tre ambiti, come partnership pubblico-private, che rappresentano una delle forme più efficaci di piattaforme di co-sviluppo.

In questo quadro, il connubio “Space and Blue” costituisce un terreno particolarmente fertile per la convergenza tra settori industriali tradizionali e tecnologie spaziali. Aziende “no-space” operanti nei settori dell’energia, della cantieristica, della robotica o dei sistemi di monitoraggio possono entrare nella filiera spaziale attraverso progetti congiunti e partenariati pubblico-privati, sviluppando soluzioni innovative per l’osservazione dei mari, la gestione delle infrastrutture energetiche offshore e la sicurezza ambientale.

L’integrazione mare-spazio offre inoltre ampie opportunità di innovazione per start-up e microimprese: dalla robotica autonoma ai sensori intelligenti, dalle applicazioni di intelligenza artificiale per l’analisi dei dati marini e satellitari fino alle nuove tecnologie di propulsione ed energia sostenibile. L’ambito “Space and Blue” si configura così come un laboratorio naturale di sperimentazione di soluzioni ad alto contenuto tecnologico e a impatto ambientale positivo.

Come evidenziato nel Libro Verde “Verso una strategia di politica industriale” pubblicato dal MIMIT a fine 2024, l’integrazione “Space and Blue” rappresenta una frontiera strategica della politica industriale, capace di rafforzare la competitività tecnologica, la sostenibilità ambientale e la sicurezza economica, promuovendo al tempo stesso un modello di sviluppo basato su conoscenza, innovazione e cooperazione intersettoriale.

L’integrazione tra space economy e blue economy è quindi strategica non solo in chiave di crescita, ma anche per l’autonomia strategica e la sovranità tecnologica nazionale.

In questa prospettiva, l’Agenzia Spaziale Italiana ha altresì promosso al proprio interno una Task Force dedicata “Space and Blue” , con l’obiettivo di esplorare possibili forme di collaborazione tese a favorire la sinergia tra i due ecosistemi attraverso il modello dell’open innovation, il coinvolgimento coordinato di attori pubblici e privati, il dialogo costante con le istituzioni nazionali e internazionali, l’analisi di possibili alleanze strategiche e la valorizzazione delle competenze, così da sostenere la nascita di nuove filiere tecnologiche nazionali ad alto valore aggiunto.

Spazio-mare-Roberta-Busatto_

Giornalista, specializzata in Economia dello Spazio, in Economia del Mare e in Mindfulness - istruttrice MBSR e facilitatrice LEGO® SERIOUS PLAY® .Dal 2004 si occupa di Aerospazio e dal 2011 di Economia del Mare. Dirige Economia dello Spazio Magazine, Economia del Mare Magazine e Space& Blue Magazine, oltre a seguire le relazioni istituzionali ed esterne in questi settori per importanti stakeholder. Ideatrice del Progetto "Space&Blue Made in Italy" con il suo Forum Space&Blue e del Progetto "Blue Forum Italia network".