Audizioni al Senato per il ddl spazio

Audizioni

Si sono svolte al Senato della Repubblica in data 25 marzo 2025 le audizioni per il ddl 1415 in materia di Economia dello Spazio.

Qascom Aerospace & Defence

Il primo ad aver avuto la parola è stato l’amministratore delegato di Qascom Aerospace & Defence, Alessandro Pozzobon. L’A.d. riguardo il ddl afferma che «secondo noi rafforza la competitività italiana nel settore spaziale, rappresenta un volano per la crescita economica ed è un punto di partenza per costruire processi più snelli e veloci per l’accesso allo spazio». Pozzobon ha di seguito fornito al Senato alcuni suggerimenti in merito, il primo riguardo il perimetro dell’applicazione del ddl definito dall’articolo 3.

Secondo Qascom si potrebbe riferire con più chiarezza solo alle attività spaziali che sono critiche per la sicurezza dell’oggetto spaziale. Anche l’operatore spaziale nella sua definizione potrebbe essere definito come l’entità che ha la responsabilità finale per la prevenzione dei rischi. Questo permetterebbe di escludere dagli obblighi assicurativi tutte le attività non critiche. Il secondo suggerimento riguarda invece le attività di sicurezza che si possono svolgere grazie alla legge. In futuro, afferma Pozzobon, si potrebbero definire i requisiti minimi di sicurezza da implementare in tutti gli oggetti spaziali. L’ultimo punto riguarda la priorità delle tecnologie strategiche, per garantire la crescita delle Pmi italiane.

Titan4

Il secondo a intervenire è stato Giovanni Quacquarelli, A.d. della Titan4. Secondo l’azienda una divisione più chiara tra il settore downstream e quello upstream sarebbe opportuna, per evitare di andare a polarizzare possibili risorse e strumenti in termini di legge. In questo scenario, il sostegno che il ddl garantisce alle Pmi è fondamentale ma sarebbe necessario costituire degli strumenti specifici, come ad esempio un sistema Cluster che possa far cooperare queste aziende per avere accesso al mercato globale. «L’innovazione» sottolinea Quacquarelli, «significa creazione di valore. In Italia ne siamo capaci ma adesso non dobbiamo disperdere questo sforzo, la sfida è quella di portarci verso una competizione che sia significativa».

Confindustria

A seguire il rappresentante delegato dal presidente per l’aerospazio di Confindustria Giorgio Marsiai. «L’intero comparto aerospaziale ha un grande vantaggio» ricorda, «ovvero noi abbiamo la presenza di capi filiera competitivi a livello globale capaci di trainare tutta la supply chain». Per Confindustria è quindi fondamentale riconoscere l’importanza di sostenere la crescita dimensionale delle Pmi affinché l’Italia possa mantenere la sua competitività a livello globale.

A questo obiettivo si può arrivare attraverso politiche industriali mirate, che possano stimolare la creazione di nuovi posti di lavoro e la crescita del nostro Paese. Marsiai afferma che ci sono però alcuni punti del ddl in esame che destano la preoccupazione di Confindustria, secondo la quale è necessario disporre di un adeguato periodo transitorio per rendere gestibili le nuove condizioni per l’esercizio delle attività spaziali e di prevedere un massimario assicurativo in linea con le principali economie europee. Altrettanto fondamentale, inoltre, eliminare l’indicazione del massimale in legge primaria, rinviando al provvedimento autorizzativo la definizione.

ASI

Prende poi la parola il presidente Teodoro Valente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), che sottolinea come «l’industria spaziale nazionale copre ormai l’intera catena del valore, abbiamo grandi e piccoli player, start up, una comunità scientifica di assoluto livello. Quindi il tema della legge spaziale nazionale è diventato una necessità». Il presidente ha inoltre ricordato come questo nuovo disegno di legge, che l’ASI ha contribuito a stilare, ponga l’Italia in una posizione di avanguardia rispetto al resto d’Europa e come già da alcuni anni il quadro normativo spaziale nazionale si sia mosso nella direzione presa dall’attuale ddl. Infine, Valente riafferma che l’ASI è assolutamente pronta e in grado di presidiare le nuove attività disciplinate dal disegno di legge.

Argotec Group

Infine, è stata la volta del socio fondatore e A.d. David Avino. Il suo intervento si è articolato in tre punti: il made in italy, la data policy e le Pmi. «Nel momento in cui noi associamo all’innovazione e a un’azienda italiana il Golden Power attenzione perché commettiamo un errore. È fondamentale lasciare le aziende italiane ma il golden power da solo in questo momento può non funzionare perché altrimenti si fa sì che non si freni nient’altro che gli investimenti dell’azienda stessa», ricorda Avino.

La sua proposta a questo proposito e quella di far sì che ci sia una premialità nei bandi italiani sulla quantità di investimenti che vengono fatti sulle aziende italiane. Aggiunge inoltre che sarebbe opportuno decidere di vendere i dati come sistema virtuoso che possa permettere alle infrastrutture di mantenersi e insiste sulla necessità di partenariati tra pubblico e privati, perché lo spazio ha bisogno di investimenti pubblici. Conclude poi spostando l’attenzione sulle percentuali di lavoro che il ddl assicura alle Pmi, sostenendo che invece che a queste percentuali si debba guardare alla qualità del lavoro che sarà destinato alle stesse.

Giulia Roncari

Giulia Roncari, Redazione Economia del Mare Magazine e Economia dello Spazio Magazine