Hera, la sonda dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), è decollata con obiettivo l’asteroide Dimorphos che raggiungerà nel dicembre 2026.
Hera fa seguito alla missione DART della NASA che nel settembre del 2022 aveva impattato, deviandone l’orbita, contro Dimorphos, la piccola luna orbitante di un sistema di asteroidi binari noto come Didymos.
Allora a catturare le immagini fu il cubesat LICIACube dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), realizzato da Argotec, che scattò oltre 600 immagini dell’impatto. Hera cercherà quindi la prova definitiva del sistema di difesa planetario da attuare qualora la Terra dovesse essere in pericolo di collisione con un asteroide. A bordo di Hera molta scienza e tecnologia italiana grazie ai contributi, gestiti dall’ASI.
“Sono passati due anni da quando abbiamo ricevuto a Terra le sensazionali immagini del nostro satellite LiciaCube che ha documentato – ha dichiarato Teodoro Valente, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana – l’impatto della sonda della NASA Dart su un asteroide. Immagini che ci hanno permesso di studiare e verificare una nuova strategia di protezione planetaria in caso di pericolo derivante da asteroidi e altri oggetti.
Oggi il satellite dell’ESA, Hera inizia il suo viaggio sempre verso la stessa destinazione per analizzare ancor più da vicino ciò che è accaduto a Dimorphos, colpito allora e deviato nella sua orbita intorno a Didymos. La strategia della caccia agli asteroidi potenzialmente pericolosi si rafforza con questo importante contributo dell’Europa, con l’Italia e l’ASI in prima linea, verso il consolidamento della tecnica scelta per essere utilizzata nel caso in cui dovesse essere rilevato un corpo minore in rotta di collisione con il nostro Pianeta.
La partecipazione italiana alla missione è frutto, ancora una volta, di una collaborazione virtuosa tra scienza e tecnologia che fa confermare il nostro Paese ai vertici in questo campo e che fornirà all’Europa una capacità elevata che le permetterà di essere al passo in ambito internazionale”.
Hera rilascerà anche due cubesats per eseguire osservazioni ravvicinate di supporto
Hera rilascerà anche due cubesats per eseguire osservazioni ravvicinate di supporto. Uno dei due, chiamato Milani, realizzato in Italia dalla Tayvak, effettuerà osservazioni multispettrali di superficie, mentre l’altro, Juventas, effettuerà per la prima volta rilevamenti radar dell’interno di un asteroide.
Sulla sonda l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) è inoltre responsabile dello strumento VISTA (Volatile In Situ Thermogravimeter Analyser), un sensore per l’analisi dell’ambiente di polveri del sistema Didymos-Dimorphos a bordo di Milani.
Lo studio della polvere attorno a Didymos è fondamentale per capire la coesione di questi corpi celesti nell’ottica di poterli deviare da orbite potenzialmente pericolose. Oltre alle attività su VISTA, INAF collabora attivamente con altri due strumenti a bordo della missione: lo spettrometro ASPECT e la termocamera a infrarossi TIRI.
Per la parte industriale inoltre la Thales Alenia Space ha realizzato importanti equipaggiamenti, tra cui il transponder nello spazio profondo, costruito in Italia negli stabilimenti di Roma e L’ Aquila che consentirà una solida comunicazione con la stazione di terra. Anche Leonardo ha dato il suo apporto fornendo i pannelli fotovoltaici che alimenteranno la sonda.
Realizzati nello stabilimento di Nerviano (MI), sono composti da due ali con tre pannelli ciascuna per un totale di circa 14 metri quadrati e oltre 1.600 celle, ognuna grande quasi il doppio di una carta di credito.
Inoltre OHB-Italia è coinvolta nella realizzazione di importanti sistemi di bordo quali il sistema di potenza elettrica, mentre la propulsione è stata assegnata ad AVIO. TSD Space, una PMI con sede a Napoli, ha infine realizzato la Spacecraft Monitoring Camera (SMC) di Hera.
Il lancio di Hera è avvenuto dalla rampa SLC-40 di Cape Canaveral utilizzando un vettore Falcon 9 della società americana SpaceX.
Crediti foto: SpaceX