Un nuovo asse economico tra Italia e Cina passa dall’economia dello spazio e dalla cantieristica navale
Spazio e cantieristica al centro della missione di La Russa in Cina: cooperazione strategica per rafforzare industria e diplomazia tra Roma e Pechino
Una visita di Stato che va oltre il protocollo e si trasforma in una piattaforma di rilancio per due pilastri strategici del futuro italiano: l’economia dello spazio e la cantieristica navale. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, è volato a Pechino e Shanghai per una missione che segna un passaggio chiave nelle relazioni tra Italia e Cina, a pochi mesi dalla decisione di Roma di non rinnovare il memorandum d’intesa sulla Via della Seta. Ma il segnale è chiaro: i ponti non solo restano, si rafforzano. Con una nuova visione.
Nei colloqui con Zhao Leji, presidente dell’Assemblea Nazionale del Popolo, e con il vicepresidente Han Zheng, La Russa ha portato sul tavolo dossier ad alta priorità: dalla cooperazione nel settore aerospaziale alla valorizzazione delle eccellenze italiane nella costruzione navale. L’Italia, con la sua filiera industriale che spazia dai microsatelliti all’alta tecnologia applicata ai porti e alla navigazione, può rappresentare un partner di valore per la Cina che guarda con crescente attenzione all’Europa per diversificare le proprie alleanze economiche.
Un segnale importante è arrivato anche dalla controparte cinese. Zhao ha ribadito il desiderio di “sviluppare stabilmente relazioni con Roma”, sottolineando la volontà di intensificare la cooperazione proprio in quei settori strategici che interessano entrambe le economie: “cantieristica, aerospazio e nuove energie”.
Space economy: Italia e Cina verso orbite comuni
Dietro le parole, gli interessi convergenti. L’Italia vanta un know-how riconosciuto a livello globale nel settore spaziale, con enti come ASI e aziende leader nei comparti dei lanciatori, dei sistemi satellitari e dell’osservazione terrestre. La Cina, dal canto suo, continua ad espandere la propria presenza nello spazio con investimenti massicci e un piano pluridecennale che punta alla Luna, a Marte e a un ruolo di primo piano nelle telecomunicazioni orbitali.
Il dialogo potrebbe aprire a progetti condivisi in orbita bassa, missioni scientifiche congiunte e sinergie tra università, centri di ricerca e industria. Si parla già – in via informale – di una piattaforma industriale italo-cinese per la costruzione e il lancio di piccoli satelliti.
Cantieristica: le nuove rotte del business blu
Sul fronte navale, Pechino guarda con interesse alla capacità italiana di coniugare design, tecnologia e sostenibilità nella costruzione di navi da crociera, traghetti e sistemi marittimi avanzati. In un momento in cui la Cina vuole rinnovare parte della propria flotta civile con standard ambientali europei, le competenze italiane – Fincantieri in primis – potrebbero tornare centrali.
Fonti riservate parlano di un possibile memorandum tecnico tra enti industriali cinesi e italiani per condividere best practice su materiali compositi, sistemi di propulsione green e digitalizzazione dei processi portuali.
La missione di La Russa arriva nel segno del ventennale del partenariato strategico tra Roma e Pechino. Un’alleanza che oggi si cerca di rilanciare su basi nuove, non più ideologiche o legate a macro-progetti geopolitici, ma fondate su cooperazioni settoriali concrete, paritarie e sostenibili. Lo spazio e il mare diventano così i nuovi vettori del dialogo, capaci di coniugare tecnologia, diplomazia e visione industriale.
La visita ha avuto anche una forte componente simbolica: La Russa ha voluto rendere omaggio alla Grande Muraglia, ribadendo come la cooperazione tra Roma e Pechino poggi anche su millenarie civiltà che condividono una visione del futuro fondata sul rispetto, sulla conoscenza e sulla costruzione di ponti, non di barriere.
La missione in Cina del presidente del Senato non è stata solo una visita istituzionale, ma un atto politico-economico che apre una nuova stagione nelle relazioni tra Italia e Cina. Meno ideologia, più industria. Meno logiche di blocco, più sinergie pragmatiche. Il cielo e il mare tornano ad essere insieme gli spazi naturali per far crescere l’Italia nel mondo.