
Il discorso del Gen. S.A. Luca Goretti. In occasione della cerimonia di avvicendamento alla guida dell’Aeronautica Militare con il Gen. S.A. Antonio Conserva
Autorevoli senatori e onorevoli delle commissioni difesa dei due rami del Parlamento,
al presidente della Regione (TBV),
al signor Capo di Stato Maggiore della Difesa,
all’Ordinario Militare,
a tutte le autorità religiose, civili e militari,
ai rappresentanti delle istituzioni, della magistratura militare,
ai presidenti delle associazioni combattentistiche e d’arma,
all’ONFA.
Un sentito saluto a tutte le medaglie d’oro al valor militare, oggi rappresentate dal Ten. Col. Gianfranco Paglia, amico di sempre, al Gonfalone di Roma Capitale, decorato anch’esso di medaglia d’oro al valor militare, ai gonfaloni della Regione Lazio, della Città Metropolitana di Roma e di Ciampino e ai labari presenti.
Un ringraziamento per la loro autorevole presenza ai vertici e ai delegati delle altre Forze Armate, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, che saluto con profonda stima e sentita amicizia. Lavorare con voi è stato sin dal primo giorno entusiasmante, costruttivo, fruttuoso e soprattutto in un clima di assoluta amicizia e condivisione sincera delle tematiche comuni strategiche e più urgenti per il bene del nostro personale.
Un saluto e soprattutto una sentita riconoscenza ai Capi di Stato Maggiore dell’Aeronautica che mi hanno preceduto. La vostra lungimirante azione propulsiva ha contribuito in questi anni alla costruzione di uno strumento aerospaziale all’avanguardia, al passo con i tempi e che ha sostenuto e sosterrà anche in futuro, senza indugio, ogni sfida, ogni attività che il Paese ha richiesto e richiederà. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, in Italia e all’estero.
Rivolgo un saluto a tutti gli addetti militari dei Paesi alleati ed amici oggi intervenuti, al presidente dei sottufficiali e alle organizzazioni sindacali.
Un grazie sentito ai giornalisti ed agli operatori dei media e social, che non ci hanno mai fatto mancare la loro vicinanza in un periodo densissimo di numerose attività, tra cui, solo per importanza, il nostro Centenario.
Un ringraziamento affettuoso e caloroso a tutti gli ospiti, i familiari e tantissimi amici qui presenti, scusandomi se non potrò elencarvi tutti. Sappiate che la vostra presenza mi commuove e, al tempo stesso, mi inorgoglisce.
Lancio il mio fortissimo abbraccio ai miei colleghi, in servizio e non, del miglior corso dell’Accademia Aeronautica, il Corso Zodiaco 3°: compagni di mille avventure, spettacolari esempi di vita e caratura professionale nel mondo militare e civile. Alcuni di loro hanno dato la propria vita al servizio dell’Arma Azzurra. Loro sono sempre stati con me, al mio fianco, inseparabili.
Un saluto speciale, infine, a voi tutti, donne e uomini, militari di ogni ordine e grado e civili dell’Arma Azzurra, che in silenzio operate mirabilmente, anche in questo momento, in attività sia in Italia che all’estero.
Voi rappresentate indubbiamente l’essenza della Forza Armata che non si piega neanche di fronte alle avversità, alle pandemie e alle situazioni di crisi, ma è pronta in ogni momento per la salvaguardia degli interessi del Paese.
Vorrei ora esprimere la mia profonda e deferente gratitudine a chi mi ha consentito di condurre questa strepitosa squadra:
al Signor Presidente della Repubblica, al Governo, ai Ministri della Difesa, onorevole Guerini e a lei, onorevole Crosetto,
e anche ai Ministri con i quali ho avuto l’onore di essere un loro collaboratore,
ai Capi di Stato Maggiore della Difesa, Generale Vecciarelli, Ammiraglio Cavo Dragone,
e a te, caro Luciano.
Oggi, signor Ministro, è una giornata particolare per me, densa di significato ma soprattutto di emozione.
Non sarà una giornata come le altre, ma sono tranquillo (almeno spero) perché anche oggi mi faranno compagnia silenziosa quei valori e quei principi che mi hanno insegnato i miei genitori, che, sono certo, stanno osservandomi insieme da qualche parte, come hanno sempre fatto in vita, orgogliosi del loro risultato e, spero, battendo le mani.
Mi ritengo fortunato perché nel mio cammino ho trovato:
comandanti che mi hanno trasferito la loro esperienza, esempio e dedizione;
colleghi naviganti che mi hanno dimostrato con il proprio valore, nelle operazioni reali e in addestramento, cosa significhi fare squadra;
sottufficiali e specialisti che mi hanno insegnato tutto quello che era importante conoscere per assicurare sempre voli in piena sicurezza ma operativamente efficaci;
ma soprattutto tutti mi hanno trasmesso la passione e l’attaccamento all’Aeronautica.
Ho trovato colleghi che vestivano altri colori, che mi hanno insegnato le loro realtà e mi hanno fatto comprendere le singole specificità di ogni Forza Armata.
Ho trovato amici, professionisti nel mondo industriale, con i quali ho compreso le loro aspettative e ho trasferito loro le esigenze dell’Aeronautica.
Ho avuto il privilegio di interloquire con le onorevoli autorità del Parlamento, di Governo e dei vari dicasteri, alcune delle quali sono qui oggi, e le ringrazio per i consigli preziosissimi ricevuti, che hanno ampliato i miei orizzonti.
Ho conosciuto colleghi stranieri ai quali ho fatto capire con fatti concreti che l’Italia e gli italiani (specialmente quelli con le stellette) sono capaci, efficaci e sanno fare bene il proprio mestiere, generando in alcuni di loro apprezzamento e talvolta anche invidia.
E ho trovato anche lei, signor Ministro, sulla mia strada, quando una sera, insieme all’allora Sottosegretario Cossiga (che saluto con grande amicizia), mi diceste che mi avevate scelto per svolgere il compito di Vice Capo di Gabinetto per “la testa e non per i gradi che indossavo”.
Un concetto che non solo mi ha immensamente gratificato, ma è divenuto mio, ne ho fatto tesoro e ha inciso profondamente sul mio operato quotidiano.
Sì, penso proprio che debbo a tutti loro, a tutti voi, un riconoscente grazie per come sono oggi.
Non farò consuntivi, come potrebbe essere forse corretto o consuetudinario. Sarebbe un elenco di numeri e dati di mero valore statistico,
ma penso sia meglio invece ricordare l’Aeronautica Militare come è oggi:
orgogliosamente una delle Forze Aeree leader, riconosciuta in campo internazionale.
Signor Ministro, all’inizio del mandato non ho fatto altro che verificare le potenzialità di una realtà che già conoscevo, avendo svolto l’incarico di Sottocapo di SM.
Ho continuato quindi a parlare con i vertici della Forza Armata, con gli ufficiali, con i presidenti dei sottufficiali, con il personale nei reparti, compresi quelli più piccoli e forse dimenticati – anche andando di sorpresa nelle loro sedi (creando non pochi problemi, e non me ne vogliano).
Ho sentito dalla loro viva voce il forte auspicio di far crescere l’operatività della Forza Armata, di essere protagonisti di questa crescita, di uscire dal guscio, di vivere in un ambiente di lavoro “di quinta generazione”. Ho trovato un terreno fertile pronto a produrre energia.
Ho cercato quindi di non cambiare quanto già in essere: non è mai opportuno, non paga mai e può essere disorientante.
Ho deciso quindi di continuare a portare avanti i progetti in itinere, alcuni dei quali forse ancora in fase embrionale, come il Centenario (un risultato senza precedenti), altri pronti ma in attesa di un vigoroso via, aggiungendo mese dopo mese ulteriori programmi importanti e di forte impatto organizzativo e funzionale – penso ai rischieramenti in Alaska e nell’Indopacifico o il trasferimento del Comando Squadra Aerea a Milano, ad esempio – valorizzando in maniera sempre più incisiva le potenzialità di uno strumento militare capace di tradurre in azioni concrete la policy indicata e rappresentare un punto di riferimento, interno ed esterno, in campo nazionale ed internazionale.
Per attuare ciò, ho sempre avuto chiaro un concetto, perché ne sono convinto sostenitore:
la crescita operativa dell’Aeronautica Militare può realizzarsi concretamente mediante un costante e puntuale gioco di squadra, evitando personalismi ed interessi personali.
Ho cercato quindi di interpretare il mio ruolo con abituale grinta, determinazione e onesta apertura mentale, attuando sempre una verifica ed un controllo sulle azioni indicate e sugli ordini impartiti.
Tutto ciò nel rispetto dei ruoli interni e, verso l’esterno, con un giusto spirito interforze, ma difendendo sempre e senza indugio le specificità della Forza Armata.
Il cammino effettuato fino ad oggi dalla data del mio insediamento non è stato scevro da ostacoli, imprevisti legati alla situazione internazionale così grave e critica e, talvolta, incomprensioni.
Ma noi aeronautici siamo flessibili, ci adattiamo subito ai cambiamenti, tenendo sempre però in vista l’obiettivo da raggiungere.
In tutto questo, in ogni caso, ho avuto la possibilità di lavorare in piena serenità, e per questo ringrazio tutti i miei superiori vertici, militari e politici.
Serenità che ho trasmesso al mio personale e che ho trovato sempre nel dialogo quotidiano con i miei colleghi e amici generali di squadra aerea del CDA
Mi rivolgo ora proprio a loro, ai miei colleghi e amici alti comandanti e capi dei corpi, attuali e passati, che saluto con doveroso rispetto, e li ringrazio per come abbiamo “giocato”:
uniti, compatti, sereni nelle scelte da presentare, costruttivi nelle animate discussioni con le quali insieme abbiamo analizzato ogni tematica, sviscerando tutte le possibili opportunità, presentato revisioni, progetti, situazioni in maniera coesa, affrontato le numerose prove che il Paese ci ha chiesto, ottenendo sempre risultati strepitosi – o almeno così io li ho percepiti.
Tutto in piena sinergia e senza modificare il solco e la strategia tracciata dai miei predecessori, bensì consolidando e rendendo persistente la mission e la vision in atto.
I risultati ottenuti in Italia e all’estero sono davanti agli occhi di tutti: del nostro personale, delle istituzioni e soprattutto dei cittadini.
Il gradimento e apprezzamento dell’Arma Azzurra è la chiara dimostrazione di questo silenzioso lavoro di squadra, che sono convinto continuerà anche in futuro nelle sapienti mani del Gen. Conserva, a cui lascio un’eredità importante e sostanziale.
In questo cammino ho anche potuto contare sul contributo concreto, fattivo e puntuale del personale – non solo in azzurro – impiegato in ambito interforze e interistituzionale,
dei Capi di Stato Maggiore delle altre Forze Armate e Corpi Armati, degli amici del comparto industriale e, nell’ultimo periodo, anche delle organizzazioni sindacali.
In ogni momento di confronto la riflessione è sempre stata efficace, positiva e soprattutto costruttiva.
Vi ringrazio tutti, veramente, e sono convinto saprete dare lo stesso appoggio anche al mio successore.
Lasciatemi ora ringraziare il mio staff, unico e sempre efficace.
Vi ho chiesto molto, forse troppo, ma non avete mai mollato. Anzi, avete dimostrato un carattere e una disponibilità encomiabili.
A Girolamo e a Paolo, ma soprattutto a te, Federico, che avete guidato queste ragazze e questi ragazzi con la leadership dei comandanti,
non posso che esprimere un sentimento di riconoscenza e affetto che rimarrà scolpito in me per tutta la vita.
Grazie davvero.
Ora, prima di concludere, consentitemi di salutare chi mi ha sostenuto, dato la forza propulsiva nelle mie azioni, rappresentato una solida base su cui poggiare ogni decisione.
Sono tre pilastri fondamentali di riferimento che ho lasciato volutamente per ultimi:
Mi riferisco a tutte le donne e uomini, civili e militari di ogni ordine e grado, dell’Aeronautica Militare.
La forza della nostra realtà si misura dalle persone che la compongono, dalla leadership dei comandanti, dalla coesione e dalla condivisione degli obiettivi.
Siete stati per me straordinari, avete compreso lo spirito e la modalità di lavoro che ho impostato, e avete risposto come immaginavo.
Bravi, sono fiero ed orgoglioso di voi!
Avete dato ciò che mi aspettavo, e forse anche di più. Ogni tanto abbiamo perso occasioni importanti, ma abbiamo reagito e guardato avanti. Piccoli passi ma concreti.
Questo per me è lo spirito giusto. Non cambiate atteggiamento. Questo è lo spirito giusto.
E vorrei che proprio ora venisse dato loro un segno concreto, la famosa “pacca sulla spalla”, attraverso un sentito, convinto e fragoroso applauso.
Loro sono i veri protagonisti di questo risultato!
Il secondo pensiero va a tutti i caduti e feriti della Forza Armata.
Sono coloro che più di ogni altro hanno mantenuto fede al giuramento prestato, fino all’estremo sacrificio.
Non posso “salutarli con deferenza” tutti, ma credetemi, l’ho fatto ogni giorno passando sotto i tre archi del palazzo.
Mi limiterò quindi a citare quattro colleghi, quattro fratelli e compagni di viaggio che oggi, ancora una volta, sono qui tra noi:
Ciao Fabio,
ciao Marco,
ciao Giuseppe,
e ciao Alessio.
A cui aggiungo la piccola Laura, colpita da un tragico destino infausto.
A loro il nostro incondizionato ricordo.
Ed è anche per rispetto alle loro vite spezzate, alle loro famiglie, che un Capo di Forza Armata deve pensare quando fa le scelte operative e di ammodernamento capacitivo.
E vi assicuro: non è facile.
Infine, mi inchino profondamente e con deferente rispetto alla nostra Bandiera di Guerra.
Silenziosa compagna di vita, ma attenta, ritta davanti la mia scrivania nelle giornate – e soprattutto nelle serate – più difficili, dove le scelte possono condizionare il personale e le loro famiglie, le capacità operative future, la stessa immagine e percezione dell’Arma Azzurra.
È stata la mia guida, il mio faro, la mano sicura sui documenti da firmare e nelle decisioni da prendere.
A breve, questa Bandiera la consegnerò a te, carissimo Antonio,
convinto che tra le tue mani sventolerà ancora più forte e fiera,
raggiungendo traguardi ancora più sfidanti.
Possiedi tutte le qualità umane e professionali per guidare con fermezza, passo sicuro, persistenza e lungimiranza queste donne e questi uomini in azzurro verso obiettivi importanti.
Queste donne e questi uomini sono la vera legacy che ti trasferisco,
e che sono certo ti seguiranno in capo al mondo perché vedranno in te la guida sicura verso il futuro e – lasciatemelo dire ancora una volta – verso lo spazio.
Un grosso in bocca al lupo, caro Antonio.
Oggi si apre per te una pagina importante, sulla quale scriverai piano piano i traguardi e i successi che meriti.
Che la Vergine Lauretana accompagni sempre te e il cammino dell’Aeronautica Militare verso le stelle, come recita il nostro cartiglio, affinché sia sempre una Forza Armata all’avanguardia e, se chiamata, presente e pronta.
Signor Ministro, onorevoli ospiti qui convenuti, ancora una volta vi saluto e vi ringrazio per avermi consentito di “volare”!
Da domani inizierò a lavorare… fino ad oggi, grazie a tutti voi, mi sono divertito!
W l’Aeronautica Militare
W la Difesa
W l’Italia