Osserviamo la Terra dallo Spazio

Da oltre sessant’anni osserviamo la Terra dallo spazio, sfruttando la prospettiva privilegiata che solo l’orbita può offrire. Il vantaggio di questo punto di vista consiste nella copertura globale, cioè nella possibilità di disporre rapidamente di informazioni sullo stato del pianeta in ogni parte del globo e in modo ripetitivo.

Lo studio della meteorologia è stato il primo ambito ad avvalersi di questa tecnologia e già nel 1960, con il lancio del primo satellite meteorologico Tiros-1, si aprì una nuova epoca. Da allora l’osservazione della Terra si è affermata come un’infrastruttura critica grazie agli enormi progressi nello sviluppo di sensori sempre più sofisticati e a metodi avanzati di analisi che hanno rivoluzionato la scienza, l’economia, la gestione del territorio e la sicurezza.

Terra
Fonte: Satellite Sentinel-1A in orbita (illustrazione) – Immagine: Pierre Carril / ESA. Licenza: ESA Standard Licence.

Panorama e leadership tecnologica

In un mondo in cui la tecnologia è strumento di potere e di influenza economica, è fondamentale capire chi possiede e controlla i satelliti di osservazione. Non si tratta solo di raccogliere dati, ma di esercitare una forma di sovranità informativa. Essi sono veri e propri strumenti strategici per gli Stati che li gestiscono.

Nel 2025 l’Europa ha messo in servizio Sentinel-4 e ha lanciato Sentinel-5 su MetOp-SG-A1, rafforzando la leadership nei servizi operativi di qualità dell’aria e clima. L’Italia ha sviluppato in questo settore competenze di altissimo livello nei radar SAR (COSMO-SkyMed) e nell’ottica iperspettrale (PRISMA) e partecipa, attraverso l’industria nazionale (Thales Alenia Space), a missioni ESA e internazionali. Con la futura costellazione IRIDE, che integrerà ottico, radar e iperspettrale, il Paese disporrà di una capacità autonoma e completa di osservazione (ESA, 2022; RAND, 2023).

Analizziamo i principali sensori oggi operativi nello spazio, evidenziando lo stato dell’arte per famiglia e il ruolo dell’Italia.

Tabella 1-  Strumenti di osservazione della Terra

CategoriaEsempi di strumentiGrandezze misuratePrincipali applicazioni
Ottici / Visibile-NIRTelecamere ad alta risoluzione (WorldView, GeoEye), Multispettrali (OLI/Landsat, MSI/Sentinel-2), Iperspettrali (PRISMA-Italia, EnMAP, futuro SHALOM Italia-Israele, IRIDE)Riflettanza solare in bande spettraliUso del suolo, vegetazione, acque interne e costiere, urbanistica
Infrarosso termicoASTER TIR, ECOSTRESS, MODIS TIRRadiazione emessa (temperatura superficiale)Stress idrico, vulcani, incendi, oceani, geotermia superficiale
Microonde passive (radiometri)AMSR-E, SMAP, SMOSEmissione naturale a microondeUmidità  del suolo, temperatura mare, ghiaccio marino, precipitazioni
Radar attivi (SAR)Sentinel-1, RADARSAT, TerraSAR-X, COSMO-SkyMed (Italia, 1ª e 2ª gen.), futuro IRIDERitorno radar attivoCopertura nuvole/neve, deforestazione, frane, monitoraggio urbano, ghiaccio
Altimetri radarJason, CryoSat, Sentinel-6Distanza satellite-superficieTopografia marina, livello del mare, spessore ghiacci
ScatterometriASCAT, SeaWindsDiffusione radarVento su oceani, cicloni, interazione atmosfera-oceano
Radar penetrantiMARSIS, SHARAD (su ghiacci)Riflessioni da strati profondiStudio dei ghiacciai, stratigrafia
Lidar (laser)ICESat-2, CALIPSOTempo di ritorno del segnale laserProfilo topografico, altezza vegetazione, ghiacci, nuvole, aerosol
Spettrometri atmosferici UV/Vis/IROMI, TROPOMI, IASI, MODISAssorbimento spettrale di gasO3, CO2, CH4, NO2, aerosol, inquinamento atmosferico
Radiometri a larga bandaCERESRadiazione entrante e uscenteBilancio energetico Terra-atmosfera
FTIR (interferometri)IASI, AIRSSpettri IR ad alta risoluzioneProfili verticali di temperatura, umidità , gas serra
GNSS Radio OccultationCOSMIC, COSMIC-2, MetOp, SpireRifrazione segnali GPS/GalileoProfili verticali di pressione, temperatura, umidità  atmosferica
Gradiometri gravitazionaliGOCEVariazioni di gravitàGeodesia, dinamica terrestre, oceani profondi
MagnetometriSwarmIntensità  e direzione campo magneticoMagnetosfera, navigazione, geofisica
Sensori ionosferici / particelleSwarm, DEMETERPlasma, elettroni, ioniMeteorologia spaziale, tempeste geomagnetiche

Sensori ottici – HR, multispettrali, iperspettrali

I sensori ottici operano nel visibile e nel vicino infrarosso. Le telecamere ad alta risoluzione, simili a macchine fotografiche digitali, hanno fornito le prime immagini dettagliate della Terra e oggi sono montate su satelliti come WorldView e GeoEye. Si sono poi diffusi gli scanner multispettrali, come MSI e OLI, che acquisiscono più bande spettrali utili allo studio di vegetazione, suolo e acque. Ancora più sofisticati sono i sensori iperspettrali, come Hyperion, PRISMA ed EnMAP, capaci di raccogliere centinaia di bande strette e analizzare con precisione la composizione della superficie.

Ottici ad alta risoluzione (Visibile/NIR)

Le camere ad alta risoluzione forniscono immagini dettagliate (pancromatica + multispettrale) utili per urbanistica, agricoltura, gestione emergenze. Gli scanner multispettrali (es. OLI/Landsat, MSI/Sentinel-2) campionano poche bande ampie per monitorare vegetazione, suolo e acque. I sensori iperspettrali (es. PRISMA, EnMAP) acquisiscono centinaia di bande strette (≈400–2500 nm) e consentono analisi di composizione (minerali, clorofilla, qualità delle acque, materiali artificiali).

Tra i sistemi più avanzati figurano Cartosat-3 (ISRO; 25 cm pan / 1 m ms) e Pléiades Neo (Airbus; 30 cm), oggi operativa con due satelliti dopo la perdita dei due finali nel 2022, che ne ha ridotto la frequenza di rivisita. Si aggiunge SpaceEye-T (Hanwha/Satrec Initiative), lanciato il 15 marzo 2025, con capacità nell’intervallo 25–30 cm e servizi commerciali globali. Secondo ESA (2022), Pléiades Neo resta una delle piattaforme ottiche più competitive al di fuori del contesto statunitense.

Iperspettrali

Due missioni spiccano nel panorama internazionale: la costellazione Firefly di Pixxel (India), con più di 150 bande a ~5 m (la revisita quotidiana è obiettivo di costellazione), e PRISMA (ASI, Italia, 2019) con sensore iperspettrale (400–2500 nm) con 239 bande a ~30 m di risoluzione e canale pancromatico a 5 m (uno strumento tra i migliori al mondo che ha posto l’Italia in posizione di leadership tecnologica). A queste si aggiungerà presto SHALOM (Italia–Israele), che combinerà iperspettrale e pancromatico ad alta risoluzione. Le National Academies of Sciences (2018) evidenziano i sensori iperspettrali come una priorità globale per ambiente e sicurezza.

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 Immagine satellitare a media risoluzione (Landsat 8, OLI/TIRS) — Fonte Immagine: NASA / USGS. Licenza: Pubblico dominio (NASA/USGS).

Sensori termici a infrarossi – TIR

I radiometri a infrarosso termico – TIR misurano la radiazione emessa dalla superficie e forniscono dati su temperatura, anomalie termiche e stress idrico. Gli imager multispettrali termici, come ASTER ed ECOSTRESS, osservano più bande dell’infrarosso, caratterizzando suoli, oceani e fenomeni come l’attività vulcanica. ASTER (TIR), impiegato nel monitoraggio vulcanico, in determinate condizioni può evidenziare anomalie termiche di origine antropica (implicazioni dual use).

Sensori a microonde passivi – radiometri

I radiometri a microonde, come AMSR-E, SMAP e SMOS, rilevano l’emissione naturale della Terra e forniscono dati su umidità del suolo, temperatura marina e ghiacci.

Sensori a microonde attivi – SAR, altimetri, scatterometri, GPR/radar penetranti”

I radar SAR (Synthetic Aperture Radar), che emettono un proprio segnale, acquisiscono immagini indipendenti da luce e nuvole è risultano essenziali per studiare topografia, deforestazione, frane e ghiacci. Accanto a essi operano gli scatterometri, che misurano i venti oceanici, e gli altimetri radar, che determinano l’altezza della superficie marina. I radar a penetrazione, come SHARAD, esplorano la stratigrafia dei ghiacciai.

Tra i sistemi più avanzati si collocano NISAR (NASA–ISRO, previsto 2025), con radar in banda L e S capace di mappare il pianeta ogni 12 giorni, e la seconda generazione della costellazione COSMO-SkyMed (ASI + Ministero della Difesa), caratterizzata da risoluzione sub-metrica, multi-polarizzazione e alta frequenza di rivisita, che la rende una delle più avanzate al mondo. RAND (2023) riconosce COSMO-SkyMed come uno dei pochi sistemi radar non statunitensi con piena capacità dual use.

Sensori Lidar

I sistemi Lidar (Light Detection and Ranging) utilizzano impulsi laser per misurare con grande precisione le distanze. I Lidar atmosferici, come CALIPSO, studiano nuvole e aerosol.

Tra le missioni di riferimento figurano GEDI, montato sulla ISS per profilare la vegetazione, e ICESat-2 (NASA) – in precedenza ICESat 1 – dedicato all’altimetria dei ghiacci e delle superfici. L’Italia non dispone ancora di missioni lidar autonome, ma partecipa a collaborazioni internazionali.

Spettrometria atmosferica – UV/Vis/IR, FTIR

Gli spettrometri UV, visibile e IR, come OMI, TROPOMI e MODIS, analizzano la composizione atmosferica rilevando ozono, metano, NO₂ e altri gas. I radiometri a larga banda, come CERES, misurano il bilancio energetico Terra–atmosfera, mentre gli interferometri IASI ottengono profili verticali ad alta risoluzione di temperatura e gas.

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Satellite Aqua della NASA (illustrazione) –  Fonte Immagine: NASA Goddard Space Flight Center / Reto Stöckli. Licenza: Pubblico dominio NASA.

Due piattaforme si distinguono in questo ambito: Sentinel-5P/TROPOMI (ESA), già operativo e riferimento per il monitoraggio di gas serra e inquinanti; Sentinel-4 (ESA/EUMETSAT), lanciato nel luglio 2025 su MTG-S1 per l’Europa; e Sentinel-5 (Copernicus/ESA/EUMETSAT), lanciato il 13 agosto 2025 a bordo di MetOp-SG-A1 con copertura globale quotidiana. Insieme fissano lo standard internazionale per i dati di composizione atmosferica.

GNSS-RO (Radio Occultation)

I sistemi di radio occultazione GNSS-RO sfruttano i segnali di navigazione per ricostruire profili verticali di pressione, temperatura e umidità. Tra i sistemi più significativi vi sono COSMIC-2 (Taiwan–NOAA, 2019), con sei satelliti dedicati, e la serie europea MetOp, che fornisce profili atmosferici fondamentali per meteorologia e climatologia. A questi si affianca la costellazione privata Spire, che con centinaia di nanosatelliti commerciali effettua quotidianamente migliaia di profili di radio-occultazione, rendendo disponibile su scala globale un flusso continuo di dati a supporto sia di previsioni meteo sia di applicazioni climatiche. L’Italia contribuisce a questi programmi attraverso ESA ed EUMETSAT.

Geofisici – gravità, magnetismo, ionosfera

Tra gli strumenti geofisici, i gradiometri gravitazionali che forniscono mappe precise del campo gravitazionale, i magnetometri, che misurano il campo magnetico, gli spettrometri di particelle e i sensori ionosferici che studiano il plasma e I fenomeni geomagnetici. Tra le missioni più rilevanti: GOCE (ESA 2009–2013) che ha prodotto la mappa più precisa del campo gravitazionale terrestre, e Swarm (ESA), ancora oggi riferimento operativo nello studio del campo magnetico.

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Costellazione satellitare “A-Train” (grafica) — Fonte Immagine: NASA Goddard Space Flight Center. Licenza: Pubblico dominio NASA.

 Tabella 2 le migliori tecnologie per losservazione della terra

Categoria I più avanzatiItalia
Ottico Alta RisoluzioneCartosat-3 (India)Pleiades Neo (Europa)IRIDE (entro 2026, costellazione multisensore)
IperspettralePixxel (India, in dispiegamento)PRISMA (Italia)SHALOM (Italia-Israele, 2025)
Radar Attivi (SAR)NISAR (NASA-ISRO, 2025)COSMO-SkyMed 2ª Gen. (Italia)COSMO-SkyMed (ASI)
LidarICESat-2 (NASA)GEDI (NASA, ISS) / EarthCARE (ESA-JAXA, 2024)
Spettrometri / Radiometri AtmosfericiSentinel-5P / TROPOMI (ESA)Sentinel-4 (ESA, 2025), Sentinel-5 su MetOp-SG-A1Contributo industriale (Thales Alenia Space)
GNSS-ROCOSMIC-2 (Taiwan-NOAA)Spire (USA, costellazione cubesat commerciale)MetOp (partecipazione ESA/EUMETSAT)
Gravità  / MagnetismoGOCE (ESA, 2009-2013)Swarm (ESA, 2013-oggi)Contributi a missioni ESA

Le evoluzioni future

L’osservazione della Terra sta entrando in una nuova fase, caratterizzata da un rapido incremento di capacità e da un accesso sempre più diffuso ai dati. Dopo i decenni dominati da pochi grandi satelliti istituzionali, la tendenza è verso costellazioni numerose di nanosatelliti e cubesat, in grado di garantire una rivisitazione quasi oraria su scala globale. Questa trasformazione è resa possibile dalla miniaturizzazione della sensoristica, dall’uso di componenti a basso costo e dalla riduzione dei prezzi di lancio grazie ai vettori riutilizzabili. In futuro, piattaforme leggere ospiteranno strumenti integrati ottici, radar e iperspettrali, offrendo un monitoraggio continuo e multiscala.

Parallelamente, i satelliti stanno diventando sempre più “intelligenti”. L’impiego di algoritmi di intelligenza artificiale e di calcolo a bordo (edge computing) permette già oggi di filtrare, classificare e comprimere i dati direttamente nello spazio, inviando a terra solo ciò che è realmente utile. Questa evoluzione riduce drasticamente i tempi tra acquisizione ed elaborazione, aprendo la strada a un’osservazione quasi in tempo reale. L’infrastruttura di trasmissione giocherà un ruolo chiave: il sistema europeo EDRS–SpaceDataHighway, basato su collegamenti laser tra satelliti, è un esempio di come si possa accelerare il flusso informativo e distribuire i dati a livello globale in poche ore.

Un altro fronte cruciale riguarda la creazione di un Digital Twin Earth, un gemello digitale della Terra in grado di simulare con elevata precisione i processi climatici e ambientali. L’Europa, con il programma DestinE, è in prima linea nello sviluppo di questa tecnologia, che avrà implicazioni decisive nella previsione di eventi estremi, nella gestione delle risorse idriche e agricole e nella pianificazione territoriale sostenibile. In prospettiva, l’osservazione satellitare non sarà solo un archivio di immagini, ma un sistema predittivo integrato capace di orientare decisioni economiche e politiche.

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Schema del concetto di Digital Twin applicato alla Terra: i dati satellitari alimentano il gemello digitale, da cui derivano analisi e decisioni che producono interventi e risultati sul sistema reale. Fonte: elaborazione grafica propria, pubblico dominio.

L’accesso ai dati continuerà a democratizzarsi. La filosofia “open” del programma Copernicus e la diffusione di piattaforme cloud globali (Google Earth Engine, Sentinel Hub) consentono già a università, ONG, media e piccoli Stati di utilizzare informazioni satellitari in modo diretto e a basso costo. Ciò apre nuove opportunità per il monitoraggio ambientale indipendente, ma alimenta anche rischi di squilibrio: chi possiede infrastrutture proprie resta in posizione di vantaggio strategico, mentre altri Paesi dipendono dall’acquisto di dati commerciali.

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Esempi di CubeSat e loro configurazioni modulari (1U, 3U, 12U) con masse e dimensioni crescenti, utilizzati per missioni scientifiche e di osservazione della Terra. A destra, schema di costellazione satellitare in orbita terrestre. Fonte: JHU/APL, pubblico dominio.

L’Italia

Per l’Italia, il dispiegamento della costellazione IRIDE rappresenta un passaggio decisivo. Questo sistema multisensore integrato (ottico, radar e iperspettrale) fornirà al Paese una capacità autonoma e completa, rafforzando allo stesso tempo il contributo europeo. Le collaborazioni internazionali (SHALOM con Israele, partecipazioni ESA e NASA) mostrano come l’Italia possa ritagliarsi un ruolo di leadership in settori di nicchia ad alto valore aggiunto, in particolare il radar SAR e l’iperspettrale, consolidando il peso della propria industria aerospaziale.

In sintesi, il futuro dell’osservazione della Terra sarà segnato da una crescente capillarità, rapidità e capacità predittiva. Non più soltanto fotografie del presente, ma strumenti dinamici e integrati, capaci di anticipare scenari e di supportare decisioni cruciali per affrontare le grandi sfide climatiche, economiche e di sicurezza del XXI secolo.

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