Space&Blue, Valente: Trasversalità delle competenze e complementarità delle tecnologie

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Space&Blue Magazine: Intervista a Teodoro Valente, Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana

Qual è la sua visione in merito? E quali sono le maggiori prospettive che intravede?

I legami tra i due mondi sono tanti. Per spiegare questo occorre fare una premessa relativa alle competenze in campo spaziale che vedono l’Italia all’avanguardia nella ricerca, accademia, industria e tecnologia connessa. L’ecosistema spaziale italiano comprende circa 300 imprese, tra start-up, PMI e grandi aziende. Impiega oltre 7.000 addetti con un fatturato annuo di circa due miliardi di euro. Questo sistema include le associazioni industriali, 15 distretti regionali, un cluster tecnologico nazionale e oltre 70 nodi di ricerca tra università ed enti di ricerca.

Quindi un insieme economico particolarmente consistente e vivace, che consente di coprire – e l’Italia è l’unico tra i paesi europei a farlo – tutti i settori dello spazio: osservazione della Terra, esplorazione, scienza, telecomunicazioni e navigazione, accesso allo spazio. Solo per fare degli esempi, le attività spaziali offrono ambiti di sviluppo per l’economia del mare basati principalmente su dati satellitari di osservazione della Terra, sistemi di telecomunicazione e quelli di navigazione.

Sono molteplici le aree in cui le sinergie spaziali-marine sono già in campo e possono essere ulteriormente sviluppate. Solo per fare qualche esempio ricordo la gestione del traffico marittimo (legata a sovraveglianza e sicurezza), l’ottimizzazione delle rotte navali, il monitoraggio degli oceani e dei sistemi costieri, il controllo e la mitigazione dell’inquinamento. Il nostro Paese è un crocevia tra ghiacci polari, dati meteo utili per la navigazione e i sistemi di accesso agli acquiferi sotterranei. Il nostro è un Paese con circa 8.000 km di coste e queste sinergie sono cruciali per l’Italia.

Quali sono le principali iniziative esistenti?

Ci sono tantissimi programmi in corso e altri in via di sviluppo, che hanno delle interconnessioni con l’ambiente mare che sono basati soprattutto sui sistemi di Osservazione della Terra.

Il primo tra questi è Copernicus, un programma dell’Unione Europea che, con i suoi diversi satelliti chiamati Sentinelle, a cui l’Italia partecipa nella realizzazione e sviluppo, offre molti servizi a favore delle attività marine, come quelli già descritti. A questo aggiungo anche l’utilizzo di Copernicus nel programma di sorveglianza marina dell’Agenzia Europea alla Sicurezza Marittima (EMSA). Le osservazioni satellitari offrono un contributo essenziale per il monitoraggio e tutela delle acque e degli oceani. I dati acquisiti dall’occhio dei satelliti mostrano l’impatto del cambiamento climatico, dell’innalzamento del livello dei mari e della resilienza delle coste.

Una situazione che permette di fornire servizi utili per la sicurezza marittima, le dogane e le forze dell’ordine. Un altro segmento di applicazione giunge da EUMETSAT, che attraverso i satelliti geostazionari Meteosat, permette di gestire e realizzare puntuali previsioni meteo marine.

Per quanto riguarda le iniziative specifiche dell’Italia, non posso non menzionare la costellazione satellitare COSMO-SkyMed, sviluppata dall’Agenzia Spaziale Italiana e dal Ministero della Difesa. Un sistema duale, civile e militare, il cui il primo satellite COSMO-SkyMed è stato lanciato nel 2007 e che oggi è alla seconda generazione. Ciascun satellite è equipaggiato con una tecnologia radar all’avanguardia che consente di acquisire immagini indipendentemente dalle condizioni meteorologiche, sia di giorno sia di notte.

Un altro programma dell’ASI che vorrei citare è Platino, una piattaforma multi-missione per minisatelliti altamente efficienti che hanno vari obiettivi nel campo dell’osservazione della Terra. Ultimo arrivato, solo in ordine di tempo è IRIDE, un sistema di costellazioni di piccoli satelliti che sta vedendo la luce grazie ai fondi del PNRR.

Insomma, un sistema ben articolato di progetti che già interconnettono ampiamente spazio e mare…

Decisamente sì e le azioni attuali e quelle in via di definizione mirano a rinforzare la sinergia tra l’ambiente del mare e dello spazio e a consolidare la leadership italiana nel campo dell’osservazione della Terra. Il nostro obiettivo oggi è anche quello di far crescere la consapevolezza dell’importanza di queste iniziative e dei benefici che ne derivano per la vita di tutti noi.

Questo è molto importante da far comprendere e far conoscere. In questo momento, c’è un cambio di paradigma nella percezione del ruolo delle attività spaziali: stiamo passando dalla concezione dello spazio come settore legato a questioni specialistiche e istituzionali ad una maggiore utilizzazione commerciale dei servizi derivati dallo spazio.

Per tornare all’integrazione tra mare e spazio, questa è crescente e di grande interesse.

Recentemente avete sottoscritto un’intesa con la Marina Militare. Con quale obiettivo?

Siamo coinvolti su diversi fronti. Oltre al fatto che le navi possono essere equipaggiate anche con sistemi di telecomunicazioni guidati dagli asset satellitari, è particolarmente interessante il mondo legato agli effetti dello stress derivanti dal confinamento. Una situazione che accomuna coloro che operano all’interno di sommergibili e agli astronauti presenti a bordo sulla Stazione Spaziale Internazionale. Faremo sperimentazioni congiunte per meglio comprendere le reazioni del corpo umano in situazioni che non sono propriamente naturali.

Stare lontano dalla Terra in orbita è simile tanto quanto essere sul fondale di un oceano. Ci sono parametri importanti e utili dal punto di vista medico.

Che ruolo può giocare l’Italia nel contesto globale investendo nell’integrazione tra i due settori?

Penso che ciò che sto per dire valga per entrambe le aree. In Italia abbiamo capacità eccellenti nella ricerca, grazie a una sinergia tra università, enti pubblici di ricerca e industrie con competenze tecnologiche di primo piano. Ci distinguiamo anche per le nostre capacità relazionali con diversi Paesi del mondo. La diplomazia spaziale italiana è di primo livello, riconosciuta a livello internazionale ed è spesso l’apripista per avviare relazioni stabili a livello politico ed economico con nuovi stati.

Disponendo di un insieme così articolato di competenze e con la capacità di fare massa critica, riusciamo ad ottenere risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Durante quest’anno, avviando progetti molto istituzionali, ho sempre riscontrato interesse a collaborare con l’Italia, tutti ci riconoscono una capacità di alto livello.

Per tornare alla sua domanda ritengo che le tecnologie utilizzate per entrambi i settori, sia pur differenti, hanno un fattore comune: la complementarità. Lo spazio può fornire servizi di supporto alle attività che si svolgono in mare. Allo stesso modo, lo sviluppo dei servizi spaziali è correlato alle esigenze di aree o domini specifici.

Secondo lei in prospettiva qual è il settore più rilevante dell’interconnessione tra spazio e mare?

Guardando alle dinamiche ambientali in senso lato, tutto ciò che riguarda il cambiamento climatico, l’innalzamento delle temperature del mare, l’erosione costiera, l’analisi preventiva di eventi catastrofici e l’ottimizzazione delle rotte sono fondamentali. Non posso dire che uno sia più importante dell’altro; in realtà, sono tutti cruciali. Insieme a questo, anche il sistema di telecomunicazioni è essenziale: pensare che si possano essere flotte negli oceani o nel Mediterraneo che non siano in grado di comunicare tra di loro non abbiano a disposizione in tempo reale il bollettino meteorologico è impensabile.

I dati di osservazione della Terra derivanti dai satelliti, insieme alla parte di telecomunicazioni e posizionamento GPS o GNSS, costituiscono un grande patrimonio. È un bacino talmente ampio che l’attenzione su di esso deve restare alta, perché i benefici ottenibili sono certamente molto, molto importanti.

Come l’Agenzia Spaziale Italiana può contribuire in questo quadro?

Il nostro compito è dare attuazione agli indirizzi e ai programmi definiti dall’autorità governativa, supportare la ricerca e lo sviluppo, e raccordare le esigenze del comparto industriale nelle sue varie dimensioni. Inoltre, favoriamo e informiamo le sinergie tra mondi apparentemente diversi ma con punti comuni, come appunto lo spazio e il mare.

L’anno scorso, abbiamo discusso in maniera più sostanziale, grazie anche alla spinta dei ministri Urso e Musumeci, su come rinforzare le sinergie tra economia dello spazio e Blue Economy e questo è un punto importante per l’Agenzia, che promuove la diffusione della conoscenza e della rilevanza delle due Economie per l’Italia, favorendo le relazioni tra interlocutori che prima non avevano rapporti consolidati, insomma a fare raccordo tra domini che sono apparentemente diversi, ma che in realtà hanno degli elementi forti di connessione.

Il ruolo dell’Agenzia Spaziale Italiana

L’ASI ha oggi un ruolo di primo piano tanto a livello europeo quanto a livello mondiale. Siamo un ente pubblico nazionale, con il compito di coordinare e gestire i finanziamenti legati a tutte le attività spaziali nazionali, sia a livello di programmi nazionali sia per le collaborazioni internazionali, preparando e attuando la politica spaziale italiana sulla base degli indirizzi del Presidente del Consiglio dei Ministri (o suo delegato) e dell’importante lavoro che si svolge all’interno del Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale (COMINT).

L’Agenzia si è affermata come uno dei più importanti attori mondiali sulla scena della scienza spaziale, delle tecnologie satellitari, dello sviluppo di mezzi per raggiungere ed esplorare il cosmo. Abbiamo una posizione di rilievo all’interno dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), contribuendo alla definizione dei programmi spaziali dell’ESA, di cui l’Italia è il terzo paese contributore. Su questo punto possiamo affermare che siamo secondi soltanto ai programmi della Francia dalla quale ci distanziamo per una piccola differenza di budget.

Grazie anche ai cospicui finanziamenti messi a disposizione dal Governo italiano, accanto ai programmi europei abbiamo programmi nazionali autonomi, all’interno dei quali non mancano relazioni con l’ESA, e attività multilaterali congiunte con altri attori come gli Stati Uniti, il Canada, il Giappone il Kenya e tanti altri. Questa partecipazione permette al nostro tessuto produttivo e a tutto il mondo accademico e della ricerca di essere parte nella realizzazione e sviluppo di missioni internazionali.

Oltre ai programmi specifici, supportiamo attività di ricerca e sviluppo con accordi quadro con tutti gli enti italiani e gli enti di ricerca pubblici che si occupano di spazio, il mantenimento dei rapporti costanti con le tre associazioni industriali, i distretti e i cluster. Tra gli obiettivi dell’ASI, non vanno dimenticati quelli relativi alla divulgazione e comunicazione dei risultati scientifici e dei benefici che derivano per la nostra vita quotidiana.

Programma IRIDE

IRIDE è uno tra i programmi europei più rilevanti nell’ambito dell’osservazione della Terra, realizzato in Italia su iniziativa del Governo grazie alle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) con un importo complessivo superiore al miliardo di euro. IRIDE è costituito da costellazioni di satelliti in orbita terrestre bassa, dall’infrastruttura operativa a terra e dai servizi destinati alla Pubblica Amministrazione italiana e sarà operativo nel 2026.

Il programma è stato affidato, dal punto di vista amministrativo, all’Agenzia Spaziale Europea per tutta l’attività preliminare, che consiste nell’affidamento della realizzazione dei satelliti alle industrie italiane. L’ASI svolge un ruolo primario e, di recente, l’Agenzia è stata designata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dall’autorità politica delegata, il ministro Adolfo Urso, come proprietaria degli asset. Dal 2026 la gestione operativa del programma passerà sotto la responsabilità dell’ASI.

Iride è un programma rilevante che comprende circa 60 satelliti la cui implementazione è suddivisa per step. La cosiddetta costellazione di costellazioni, i cui satelliti saranno equipaggiati con sensori diversi per offrire una vasta gamma di servizi sia di osservazione scientifica che istituzionale. Nell’ambito dei servizi istituzionali vi sono stati individuati otto obiettivi che dovranno essere forniti principalmente alle esigenze della Pubblica Amministrazione, due dei quali relativi alla fascia costiera e al monitoraggio marino che evidenziano la sinergia con le esigenze della Blue Economy.

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Fonte: Economia dello Spazio Magazine – Space&Blue Magazine

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Spazio-mare-Roberta-Busatto_

Giornalista, specializzata in Economia dello Spazio, in Economia del Mare e in Mindfulness - istruttrice MBSR. Dal 2004 si occupa di Aerospazio e dal 2011 di Economia del Mare. Dirige Economia dello Spazio Magazine, Economia del Mare Magazine e Space& Blue Magazine, oltre a seguire le relazioni istituzionali ed esterne in questi settori per importanti stakeholder. Ideatrice del Progetto "Space&Blue Made in Italy" con il suo Forum Space&Blue e del Progetto "Blue Forum Italia network".