Valutato a 630 miliardi di dollari nel 2024, con proiezioni che lo vedono crescere fino a 1.800 miliardi di dollari entro il 2035, il settore della Space Economy dimostra un dinamismo e una trasformazione significativi. Uno slancio alimentato da un crescente interesse verso tecnologie innovative, quali l’Intelligenza Artificiale e i sistemi autonomi, e da solidi investimenti sia pubblici che privati.
Nel solo 2024, il settore ha visto un’impennata degli investimenti privati, con le startup spaziali che hanno raccolto 6,5 miliardi di dollari nel primo trimestre, più del doppio rispetto all’anno precedente. Anche l’industria spaziale italiana mostra ottime prospettive: ha raggiunto un valore di circa 2,9 miliardi di euro (nel 2021) ed è destinata a espandersi anche grazie agli investimenti pari a circa 7,3 miliardi di euro previsti per i programmi spaziali fino al 2026.
Non mancano però le sfide, tra cui la necessità di affrontare i lunghi tempi di ritorno sugli investimenti (che hanno comunque visto un rallentamento dopo il 2021) e una competizione sempre più accesa a livello internazionale.
A fare il punto del settore e ad analizzare il ruolo dell’Italia in occasione della Giornata Nazionale dello Spazio è Aiko, scaleup torinese che sviluppa software avanzati basati su Intelligenza Artificiale e automazione per applicazioni spaziali.
“L’industria spaziale italiana sta attraversando un momento di grande fermento, alimentato da un crescente interesse per l’innovazione tecnologica e una forte spinta verso l’automazione e l’intelligenza artificiale”, ha dichiarato Lorenzo Feruglio, ceo e Co-founder di Aiko.
Feruglio, Aiko: “L”Italia ha un’opportunità unica di consolidare il suo ruolo”
“Nonostante le sfide legate ai lunghi tempi di ritorno sugli investimenti e alla competizione internazionale, l’Italia ha un’opportunità unica di consolidare il suo ruolo, soprattutto nell’ambito delle tecnologie spaziali avanzate. L’emergere di nuove fonti di finanziamento e la collaborazione tra pubblico e privato sono fondamentali per superare queste sfide e sfruttare il potenziale del settore”, ha concluso Feruglio di Aiko .
Tra i punti di forza della Space Economy italiana spiccano le competenze tecnologiche avanzate, evidenti nei settori dei microsatelliti e dei lanciatori, dove il Paese vanta un alto livello di specializzazione.
Altro aspetto decisivo è rappresentato dalla forte collaborazione tra le aziende e le istituzioni italiane, una sinergia che ha facilitato lo sviluppo di tecnologie all’avanguardia e sostenuto l’Italia nel partecipare a progetti spaziali internazionali di grande portata.
Ci sono tuttavia dei punti che devono ancora essere rafforzati, a partire dalla dipendenza del settore spaziale italiano dagli investimenti pubblici che può limitare la flessibilità e l’agilità delle imprese. Inoltre, le imprese italiane si trovano di fronte alla sfida dell’accesso ai grandi mercati internazionali: in questo senso, è urgente investire in tecnologie emergenti per posizionarsi come leader in un mercato sempre più competitivo e innovativo.
L’Ai, i sistemi autonomi e il deorbiting, ovvero le tecnologie per la rimozione sicura dei satelliti fuori uso, sono aree che stanno rapidamente guadagnando rilevanza, offrendo nuove opportunità per rivoluzionare vari aspetti delle operazioni spaziali.
(Red-Lab/Labitalia)
ISSN 2499 – 3166
FONTE ADNKRONOS