
Al Congresso Bdi emerge la richiesta di più fondi e riforme per rafforzare il ruolo della Germania nello Spazio europeo
La Confindustria tedesca (Bdi) ha tenuto a Berlino il terzo Congresso dello Spazio: l’obiettivo è quello di sensibilizzare la politica per aumentare l’attenzione e gli investimenti tedeschi ed europei proprio per lo Spazio. E la richiesta al mondo politico è stata chiara: occorre un forte intervento pubblico per investimenti di lungo periodo.
Secondo le stime del Bdi in questo settore il fatturato complessivo passerà da 471 miliardi del 2024 a quasi duemila del 2040, con una crescita annuale composta del 9,3%. Attualmente la quota europea all’economia globale per lo spazio è del 17% che potrebbe arrivare al 25% entro il 2040 con un investimento complessivo della Germania di 93 miliardi di euro, ma potrebbe diminuire al 12% se non si assumono delle misure necessarie.
Inoltre, il Bdi sottolinea come nel 2024 gli oggetti lanciati nello Spazio siano stati per il 79% statunitensi, per il 9% cinesi e per il 3% russi. Alla Germania va appena lo 0,2%. Ma dal congresso arriva anche un altro messaggio: gli investimenti da soli non bastano, occorre mettere le aziende in grado di commercializzare con successo le innovazioni. Questo significa per il Bdi meno burocrazia e regolamentazione e riforme strutturali.
Ma occorre anche “una visione forte che, analogamente al programma Apollo negli Stati Uniti, susciti entusiasmo e voglia di impegnarsi”. Aprendo il congresso il presidente del Bdi Peter Leibinger ha voluto puntare proprio su questo entusiasmo: “Il viaggio spaziale non è più un sogno lontano. È realtà, anche Made in Germany. Perché allora non realizzare una missione lunare europea? Perché non costruire un’astronave europea per i nostri astronauti e astronaute? Perché non avviare un’iniziativa per lo sfruttamento economico dell’orbita terrestre bassa?”.
Fonte: ANSA
Redazione Economia dello Spazio Magazine










