Export nello spazio: l’Italia lancia un Piano d’azione

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Il nuovo Piano ICE 2025 spinge l’Italia oltre i confini terrestri, puntando su export, innovazione e space economy per rafforzare il ruolo globale del Paese

L’Italia si muove, esporta, conquista mercati. E ora guarda sempre più spesso… verso l’alto. A segnare la rotta è Matteo Zoppas, presidente dell’Agenzia ICE, che in occasione della presentazione del nuovo Piano d’azione per l’export del Ministero degli Esteri, ha annunciato un dato simbolico e strategico: 305,4 miliardi di euro di export italiano verso i Paesi extra-UE nel 2024, in crescita dell’1,2% rispetto al 2023.

Un record storico. Ma soprattutto, una piattaforma da cui rilanciare l’ambizione dell’Italia di essere protagonista nelle catene globali del valore.

Non è solo una questione di numeri, è una visione. “Questa è una tendenza che vogliamo continuare a cavalcare – ha dichiarato Zoppas – e che iniziative importanti come questo Piano d’azione permettono di concretizzare rafforzando la sinergia dei diversi attori in campo e creando così una vera infrastruttura al servizio dell’export”.

E tra questi attori, in prima linea ci sono le imprese dell’aerospazio e della space economy, un comparto sempre più centrale nelle strategie di proiezione internazionale del sistema Paese.

Il Piano ICE 2025 per i Paesi extra-UE, già delineato per i primi nove mesi dell’anno, prevede quasi 60 milioni di euro di stanziamento e 253 iniziative promozionali, tra cui 118 padiglioni nazionali, 31 accordi con la grande distribuzione organizzata e piattaforme di e-commerce, 6 missioni imprenditoriali in aree strategiche.

A beneficiare di questa azione saranno settori a più alto valore aggiunto. L’elenco stilato da Zoppas è eloquente: aerospazio, agroalimentare, biotecnologie, farmaceutica, design ed energia.

Tutti ambiti dove l’Italia vanta eccellenze riconosciute e potenzialità di crescita notevoli. Ma nel panorama globale, è l’aerospazio – e in particolare l’economia dello spazio – a rappresentare una leva chiave per rafforzare il posizionamento internazionale italiano.

Il nesso tra export e space economy è tutt’altro che teorico. Oggi l’industria spaziale italiana è una delle più avanzate in Europa, quarta per fatturato dopo Francia, Germania e Regno Unito, con un ruolo rilevante anche nel contesto ESA e in partnership con NASA e altre agenzie.

Ma è sul piano commerciale che si gioca la prossima partita: trasformare competenze tecnologiche e leadership scientifica in forza sui mercati internazionali.

In questo senso, il supporto dell’Agenzia ICE può essere decisivo. Gli strumenti dell’export promotion, padiglioni, missioni imprenditoriali, roadshow sono essenziali per aprire varchi in mercati dove le barriere di accesso sono alte, la competizione è feroce e le relazioni istituzionali sono un moltiplicatore.

Nel mirino ci sono regioni strategiche come Stati Uniti, Emirati Arabi, India, Giappone, Corea del Sud, Brasile, ma anche mercati emergenti in Africa e Sud-Est asiatico. Paesi che investono massicciamente in tecnologie satellitari, osservazione della Terra, telecomunicazioni spaziali, trasporto suborbitale e infrastrutture orbitali.

Le imprese italiane da Leonardo a Thales Alenia Space Italia, da Avio a D-Orbit, fino a startup innovative e università che offrono soluzioni che coprono l’intera filiera spaziale: lanciatori, piccoli satelliti, propulsione, space situational awareness, servizi downstream per agricoltura, sicurezza, clima, logistica.

Non solo. L’Italia è anche un hub di competenze e brevetti nelle tecnologie duali (civile-militare), nei sensori quantistici, nei materiali avanzati e nell’intelligenza artificiale applicata ai dati satellitari. Tutti asset che possono alimentare una nuova stagione di export high-tech, dove la space economy è una vetrina di eccellenza.

Tra le 253 iniziative promosse da ICE, sei saranno missioni imprenditoriali nei mercati extra-UE, e molte toccheranno anche il comparto aerospaziale. L’obiettivo è duplice: connettere le imprese italiane con investitori, buyer e istituzioni estere, e allo stesso tempo dare continuità alle reti di collaborazione costruite negli anni con partner internazionali.

Un ruolo importante lo giocheranno anche gli accordi con GDO e piattaforme e-commerce, un canale sempre più rilevante anche per componentistica ad alta tecnologia, dove la tracciabilità, la logistica avanzata e la gestione smart del magazzino si intersecano con la space economy.

Il Piano ICE è anche uno strumento di diplomazia economica, che traduce le relazioni politiche in opportunità commerciali. E proprio lo spazio è un settore in cui la collaborazione tra Farnesina, MAECI, ICE, ASI, Ministero delle Imprese, Difesa, università e distretti industriali può esprimere il massimo potenziale. In questo senso, l’Italia si sta sempre più configurando come modello di integrazione pubblico-privato, capace di unire visione strategica e capacità esecutiva.

Il 2025 sarà un anno chiave anche per la diplomazia spaziale. All’orizzonte ci sono grandi eventi come Expo Osaka 2025, dove l’Italia avrà un padiglione nazionale curato da ICE, con probabili focus anche sull’innovazione spaziale. Inoltre, prosegue l’azione nei grandi saloni aerospaziali (Le Bourget, Dubai Airshow, Satellite USA), dove la presenza coordinata dell’Italia è sempre più strategica.

Parallelamente, il dibattito sul DDL Spazio, la cui approvazione è attesa entro l’anno, offrirà un quadro normativo più chiaro e competitivo per l’export spaziale, con regole certe, governance trasparente e una spinta all’internazionalizzazione delle imprese.

Il Piano d’azione per l’export del 2025 è molto più di un elenco di iniziative è un manifesto dell’ambizione italiana. Un modo per dire al mondo che il made in Italy non è solo moda, cibo e design, ma anche orbite basse, satelliti intelligenti, lanciatori e dati geospaziali.