Missione AX-3: la scienza spaziale targata Italia. Le parole del capitano Rigamonti

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Nel corso dell’evento “MISSIONE AX-3: LA SCIENZA SPAZIALE TARGATA ITALIA” organizzato il 30 gennaio presso l’auditorium dell’ASI e che ha visto in collegamento dalla ISS Walter Villadei, è intervenuto il capitano Marco Rigamonti, Divisione aerea di Sperimentazione aeronautica e spaziale il quale ha sottolineato i diversi esperimenti che l’Aeronautica Militare sta conducendo in questi giorni sulla Stazione Spaziale Internazionale.

“L’Ax-3 capita in un anno particolare, che non è solo l’anno dell’aerospazio per l’Italia, motivo per cui ci saranno diverse conferenze mondiali, ma capita in concomitanza dei 60 anni del progetto San Marco. L’Italia fu il terzo Paese al mondo a lanciare un satellite e ad avere un personale di terra che gestisse da terra il lancio.

Il lancio avvenne dagli Stat Uniti, ma il personale di terra era italiano, personale dell’Aeronautica Militare , in particolare proveniva da personale che aveva esperienze nell’ambito della missilistica, dei missili Jupiter”.

Aeronautica protagonista per l’Italia nel settore spaziale

“L’Aeronautica è sempre stata protagonista per l’Italia nel settore spaziale – ha continuato il capitano -. Successivamente fummo i primi a lanciare da una piattaforma marittima, la piattaforma che si trova a Malindi, in Kenya dove abbiamo ancora una base, dove esiste il Broglio Space Center, intitolato proprio al nostro generale dell’Aeronautica.

Questo know how l’Aeronautica lo ha costruito nel tempo e si è diffuso in diversi settori. Sono stati creati diversi gruppi all’interno dell’Aeronautica ad esempio il Gruppo Sistemi Spaziali che dal 1984 ha gestito la parte di Progetto San Marco, quindi i successivi lanci, ma anche la parte di telecomunicazioni e osservazione della Terra.

L’Aeronautica è stata e partecipa tutt’oggi insieme alla Difesa a progetti che riguardano le telecomunicazioni satellitari ma anche l’osservazione della Terra che ha un impatto sulla vita di tutti i giorni, anche sulla vita civile. Perché l’osservazione della Terra è un supporto in caso di emergenze di terremoti, alluvioni, per osservare le zone colpite, per fare uno studio sui danni o i pericoli.

Questo ha continuato a fare nel tempo attraverso la selezione del corpo astronauti dell’ASI e dell’ESA di diversi membri appartenenti all’Aeronautica Militare che hanno contribuito, attraverso il reparto di Medicina Aerospaziale che si trova presso la Divisione Sperimentazione Aeronautica Spaziale di Pratica di Mare, nella parte di medicina aerospaziale.

Lo studio della fisiologia come per esempio è stato fatto con la missione Eneide, durante la quale è stato effettuato il primo esperimento scientifico di questo reparto.

E poi, nell’era più recente, è nato il Gruppo nel quale lavoro io, Ingegneria per l’Aerospazio, sempre nella Divisione aerea di sperimentazione aeronautica e spaziale al Reparto sperimentale Volo.

Lì è nato il software ISOC (Italian Space Operations Centre), lì è stato sviluppato e tutt’oggi viene sviluppato e lì vengono trattate diverse tematiche: accesso allo spazio attraverso l’aviolancio, volo suborbitale (missione Virtute), altre tematiche che sono anche quelle del volo stratosferico.

L’Aeronautica ha costruito un know how importante nell’ambito dello spazio mettendolo a disposizione del Paese e lo ha fatto anche con quegli esperimenti che il Colonnello Villadei ha portato sulla Stazione Spaziale”.

Esperimenti dell’Aeronautica su AX-3

“Per quanto riguarda il software ISOC si tratta di un sistema usato da terra, da personale dell’Aeronautica, addestrato ad utilizzarlo.

Il sistema concentra tutta una serie di dati, di sensori di terra che monitorano oggetti in orbita”.

Entro il 2035 ci potrebbero essere 4/5 Stazioni Spaziali private orbitanti

“Entro il 2035 – ha continuato il capitano -, se tutto dovesse andare come dicono le industrie e le agenzie nel mondo, potremmo avere 4/5 Stazioni Spaziali private orbitanti. Chi sarà nello spazio, sarà lì come turista o membro dell’industria e dovranno affrontare la vita in un ambiente sempre più affollato e trafficato.

Solo negli ultimi 6 anni sono stati lanciati un numero di satelliti del 200% più alto di quanto è stato lanciato dal 1957 agli inizi del 2000. Un ambiente, quindi, quello spaziale che sta diventando sempre più pericoloso.

L’esperimento di Villadei gli permetterà di utilizzare questo software dallo spazio, gli permetterà di valutare eventuali collisioni, prendere decisioni, incrementare la conoscenza di ciò che accade intorno alla Stazione.

Inoltre farà anche studi di space weather insieme al Centro Nazionale di Meteorologia e Climatologia dell’Aeronautica Militare: su questo sito vengono caricate informazioni in merito all’attività solare che è importante perché le radiazioni solari sono un pericolo sia per l’uomo, ma anche per i sistemi che utilizziamo nello spazio.

C’è poi un esperimento del reparto di Medicina che studia la funzione endoteliale.

L’endotelio è la parte che copre la parte interna dei vasi sanguigni. Lo scopo è capire come la microgravità possa influire sull’endotelio. Quindi comparare i dati registrati in orbita con dati presi a terra su Villadei e anche con altre persone mai state nello spazio”.

Gli esperimenti in compartecipazione con le industrie e le Agenzie

“Inoltre, accanto a questi esperimenti full Aeronautica, ci sono esperimenti che nascono in compartecipazione con le industrie, oltre che con le Agenzie.

Verranno indossate due tipologie di tute con sensori particolari in grado di determinare la temperatura corporea, i movimenti dell’astronauta, il battito cardiaco che servono per monitorare la vita dell’astronauta.

Un’altra tuta contiene i sensori che sono in grado di stimolare i muscoli in modo da contrastare ciò che è stato definito il cambiamento dei flussi anche di sangue nel corpo dell’astronauta.

Altri esperimenti riguardano i benessere psicofisico dell’astronauta, perché vivere in un ambiente ristretto, senza finestre può influire.

L’aeronautica ha cominciato studiando come accedere allo spazio. Oggi guarda a come permanere a lungo nello spazio”.

studenti collegati con Walter Villadei sulla ISS ASI
studenti collegati con Walter Villadei sulla ISS ASI

Giornalista, Capo Redattrice di Economia dello Spazio Magazine,Economia del Mare Magazine,Space&Blue, Vivere Naturale Magazine.