Olimpiadi di astronomia: per l’Italia arriva un bronzo!
Si sono concluse il 10 ottobre a Katmandu, in Nepal, le Olimpiadi internazionali di astronomia e astrofisica. Erano presenti 79 partecipanti da 19 nazioni. Cinque gli “atleti” della squadra azzurra, alla sua prima partecipazione a queste olimpiadi in particolare. Ci racconta com’è andata la team leader Giulia Iafrate, dell’Inaf di Trieste, che ha accompagnato i ragazzi per tutti i nove giorni della manifestazione
Si sono concluse il 10 ottobre a Katmandu, in Nepal, le Olimpiadi internazionali di astronomia e astrofisica (Ioaa). Erano presenti 79 partecipanti da 19 nazioni, tra cui l’Italia, alla sua prima partecipazione. Alle Ioaa Junior, in particolare, hanno partecipato 79 studenti di 21 squadre provenienti da 19 paesi: Bangladesh, Bulgaria, Canada, Cina, Colombia, Emirati Arabi Uniti, Estonia, Grecia, India, Italia, Lituania, Malesia, Nepal, Repubblica Ceca, Romania, Sri Lanka, Svezia, Tailandia e Ucraina.
La squadra italiana era composta da cinque ragazzi: Nicola Bortoluzzi (liceo “Galilei – Tiziano” di Belluno), Giuseppe Cateniello (Iiss “P. Mazzone” di Roccella Jonica, in provincia di Reggio Calabria), Luca Di Maria (liceo “E. Fermi” di Arona, in provincia di Novara), Matteo Dolcin (liceo “A. Zanelli” di Reggio Emilia) e Andrea Zihan Wang (liceo “P. Frisi” di Monza), accompagnati da chi vi scrive e da Marco Citossi, entrambi dell’Inaf di Trieste, che in veste di team leader hanno seguito i ragazzi per tutti i nove giorni delle Olimpiadi, e da Andrea Cusimano, del liceo “T. Levi Civita” di Roma, in qualità di osservatore.
Le due Olimpiadi internazionali di astronomia: l’International Astronomy Olympiad e l’International Olympiad on Astronomy and Astrophysics
Prima di vedere com’è andata, va ricordato che esistono attualmente, nel mondo, due olimpiadi internazionali di astronomia: le International Astronomy Olympiad (Iao) e, appunto, le International Olympiad on Astronomy and Astrophysics (Ioaa). Le Iao nascono nel 1996 su iniziativa della Euro-Asian Astronomical Society e l’organizzazione, con sede in Russia, fa capo a Michael G. Gavrilov. Le Ioaa nascono nel 2007 su iniziativa di Thailandia e Indonesia e l’attuale presidente è un indiano, Aniket Sule. L’Italia ha partecipato alle Iao dal 2004 al 2023.
Negli ultimi anni le Iao hanno però visto una drastica riduzione dei paesi partecipanti, a cui ha contribuito la crisi Ucraina: l’edizione 2023, tornata in presenza dopo due edizioni online causa Covid, ha registrato un minimo storico nel numero dei paesi partecipanti. Quest’anno inoltre era prevista un’edizione in Bangladesh, paese attualmente considerato non del tutto sicuro dalla Farnesina. Di fronte a questa situazione, il comitato organizzatore delle Olimpiadi italiane di astronomia, assieme al Ministero dell’istruzione e del merito, ha optato per la partecipazione alle Ioaa.
Le Ioaa organizzano ogni anno due eventi separati, in località e periodi differenti: uno per gli studenti con età tra 16 e 20 anni, purché non ancora iscritti all’università, e l’altro, denominato Ioaa Junior, per studenti di età inferiore a 16 anni. Il Comitato organizzatore ha deciso di iscrivere, come prima esperienza italiana alle Ioaa, una squadra alle Ioaa Junior che si sono svolte nei giorni scorsi a Katmandu. Quest’anno quindi la squadra italiana ha un’età media assai più bassa di ogni altra precedente edizione.
Il medagliere, rispetto agli anni passati, per la squadra azzurra potrebbe sembrare scarso, però sia i ragazzi che i team leader erano consapevoli che il livello richiesto nelle Ioaa è superiore rispetto alle Iao. Dopo questa prima partecipazione esplorativa, il comitato organizzatore opererà in modo da fornire nelle prossime edizioni una preparazione dei ragazzi maggiormente mirata agli argomenti richiesti nella prova teorica e osservativa delle Ioaa. La medaglia di bronzo, assegnata a Luca Di Maria, rende quindi soddisfatti tutti i componenti della squadra.
«L’organizzazione tecnico-scientifica è stata elevatissima», dice Marco Citossi, «soprattutto per quanto riguarda la piattaforma telematica, che ha reso molto più agevole il lavoro di noi team leader che dobbiamo occuparci della traduzione e valutazione degli esercizi. I ragazzi hanno affrontato tutte le sfide con determinazione e successo.
Lo spirito di gruppo e la solidarietà che si sono sviluppati non solo all’interno della nostra squadra, ma anche con studenti di altri paesi, sono stati davvero straordinari. Vederli collaborare, condividere idee e passioni, e stringere amicizie che superano ogni confine culturale, ci conferma quanto la scienza e l’astronomia possano unire le persone. Questa esperienza ha arricchito non solo le loro conoscenze, ma anche il loro spirito, creando legami che dureranno nel tempo».
I ragazzi sono rimasti estremamente affascinati dal Nepal, un paese così distante dal loro comune modo di vivere. Questa esperienza unica ha permesso loro di immergersi in una cultura ricca e diversa, scoprendo tradizioni millenarie e paesaggi mozzafiato.
Hanno potuto condividere la loro passione per l’astronomia con coetanei provenienti da tutto il mondo, stringendo amicizie che superano ogni confine geografico. Hanno potuto apprezzare, oltre alla cultura, il cibo (soprattutto il momo, piatto di ravioli speziati con pollo o verdure), la spontaneità e la cordialità dei nepalesi e la visita ai numerosi templi della città, alcuni abitati da simpatiche scimmie. Un po’ meno il traffico super caotico, le strade polverose e la tradizione locale di far volare gli aquiloni… che in pochi sono riusciti a far volare.
23esima edizione dei Campionati italiani di astronomia
A breve, con la pubblicazione del bando per il 2025, prenderà il via la 23esima edizione dei Campionati italiani di astronomia, a cui possono partecipare studentesse e studenti delle scuole italiane frequentanti il terzo anno della scuola secondaria di primo grado e i cinque anni della scuola secondaria di secondo grado. Ulteriori informazioni su www.campionatiastronomia.it
FONTE TESTO E IMMAGINI MEDIA INAF