Urso interviene in Commissione Attività produttive, nell’ambito dell’esame del disegno di legge recante Disposizioni in materia di economia dello spazio

urso commissione

Il ministro Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, è intervenuto nel pomeriggio nella Commissione Attività produttive, nell’ambito dell’esame del disegno di legge recante Disposizioni in materia di economia dello spazio.

“Negli ultimi anni lo spazio è profondamente cambiato, con una esplosione di domini applicativi e di relativi servizi e l’emergere di una nuova dimensione commerciale anche nel campo del volo umano e dell’esplorazione fino ad ora appannaggio esclusivo delle agenzie spaziali. E stiamo assistendo anche l’ingresso di nuovi investitori privati, soprattutto negli Usa, che vanno ad affiancare i grandi gruppi industriali tradizionali.

Si è aggiunto anche l’incremento della rilevanza strategica degli assetti spaziali strettamente collegata agli aspetti di sicurezza e difesa anche alla luce dell’inserimento da parte della Nato pochi anni fa del dominio spaziale insieme a quello cyber come uno dei domini operativi dell’alleanza.

L’ampiezza e la rilevanza di queste sfide ha imposto lo sviluppo di nuovi paradigmi tecnologici e industriali aprendo ad una nuova fase di partnership e a un nuovo coinvolgimento maggiore delle filiere e di nuove aziende startup a costituire la cosiddetta space economy. In questo contesto l’industria spaziale italiana ha sviluppato un posizionamento di primo piano lungo tutta la catena del valore dalle infrastrutture ai servizi, non solo a livello europeo, ma in ree specifiche anche a livello mondiale siamo protagonisti.

Il nostro comparto industriale vede attive più di 300 imprese distribuite su 15 distretti tecnologici che contano più di 8000 addetti. Distretti che coinvolgono regioni del nord e del sud. Il Paese non vanta solo grandi imprese ma ha anche realtà piccole ed iperspecializzate.

Insieme piccole e medie imprese e grandi aziende radicate su tutto il territorio nazionale producono valore per l’intero sistema Paese nella forma di innovazione, tecnologie, produttività e costituiscono una risorsa essenziale nel contesto della doppia transizione energetica e digitale.

Anche per questo nel Libro Verde Made in Italy 2030 sottoposto alla consultazione pubblica il settore aerospaziale, la space economy, è individuato come uno dei settori portanti per lo sviluppo e la competitività del nostro sistema industriale che può affiancarsi al meglio ai settori tradizionali ancora competitivi dell’alimentazione, dell’abbigliamento, dell’arredo, dell’automazione, come uno dei nuovi settori più alto contenuto tecnologico sul quale il made in Italy può svolgere un ruolo da protagonista a livello globale.

Finanziamenti al settore per 7,2 miliardi di euro: è questo il budget che abbiamo garantito da qui al 2026, riservato ai programmi spaziali nazionali direttamente gestiti dall’Asi (1,8 miliardi di euro) a cui abbiamo aggiunto il contributo nazionale apportato nel contesto europeo ai programmi dell’ESA (3,2 miliardi di euro) e la rilevante dimensione economica riservata allo spazio nel PNRR (2,2 miliardi di euro) per arrivare appunto a un ammontare complessivo di risorse pari a circa 7,2 miliardi di euro (2023-2026).

Grazie a tali sforzi sono stati approvati ambizioni progetti a beneficio dell’intera filiera industriale italiana tra i quali sono compresi la realizzazione dei moduli del gateway lunare presso gli stabilimenti di Torino di Thales Alenia Space, le nuove generazioni di lanciatori spaziali VEGA-C e VEGA-E, realizzati da AVIO e a tal proposito sottolineo il successo del lancio della scorsa settimana che consente all’Europa di avere una sua autonomia nell’accesso allo spazio, e la costellazione di satelliti per l’osservazione della Terra IRIDE, quest’ultima in fase di realizzazione in ambito PNRR sotto la supervisione dell’ASI e dell’ESA. Io stesso ieri ho visitato la sede di THALES ALENIA qui a Roma.

I rapporti con l’ESA si sono consolidati proprio nei primi giorni del mio mandato proprio appena ricevuta la delega allo spazio. In quella sede abbiamo manifestato la nostra politica strategica sia nel campo delle risorse stanziate sia nell’azione politica che vogliamo svolgere con gli altri protagonisti europei dello spazio.

Durante la ministeriale il nostro governo ha impegnato per il triennio 3,2 miliardi di euro che ci ha portati d essere il secondo maggior contributore dell’ESA insieme alla Francia che ha un PIL maggiore del nostro e a poca distanza dalla Germania.

Nel corso del successivo Space Summit svoltosi a Siviglia tra Esa e Unione Europea a novembre abbiamo ottenuto ulteriori vantaggi per le nostre imprese, con particolare riferimento al contributo industriale alla nostra AVIO, al nuovo vettore pesante Arianna 6 e la piena libertà sempre di AVIO nella commercializzazione dei futuri voli VEGA-C con ritorni finanziari maggiori per l’azienda e l’indotto nazionale. In quella sede abbiamo sottoscritto sempre con Francia e Germania un successivo documento trilaterale che fa fare passi in vanti ai nostri Paesi nella collaborazione all’interno dell’ESA ma anche in programma diversi e collaterali per garantire un ruolo di leader da parte dell’Europa.

Con il commissario Breton abbiamo avviato sin da subito uno stretto rapporto partecipando a tutti i consigli europei e contribuendo alle decisioni di natura strategica come quelli che riguarderanno la futura legge europea sullo spazio che realizzerà il nuovo commissario ci auguriamo anche sulla base di quello che noi abbiamo fatto e il Parlamento sta realizzando sulla nostra legge sullo spazio.

Penso che possa essere ispiratrice per molti versi al regolamento europeo sullo spazio.

Abbiamo contribuito alla definizione del programma della costellazione satellitare europea che contribuirà alla sovranità tecnologica e digitale dell’Europa con significativi risultati per le nostre aziende e con ricadute per il nostro territorio.

L’Italia è partecipe di importanti collaborazioni internazionali. Con ESA perseguiamo il ritorno al volo di VEGA-C per la realizzazione del primo lander europeo della Luna e del primo rover marziano europeo.

Con gli USA l’Italia è impegnata nella missione Lugre di TLC con NASA e per un modulo abitativo per la superficie lunare.

Inoltre all’interno del Piano Mattei siamo prossimi a firmare un accordo con la costituenda Agenzi Spaziale Africana senza dimenticare il potenziamento della base di Malindi e la collaborazione nello scacchiere asiatico con Giappone, Corea e India. Io stesso mi sono recato in Egitto perché in quel quadro fossero presi ulteriori contatti.

Per il prosieguo della nostra presenza in Kenya, paese con il quale l’ASI sta elaborando uno studio per valutare la possibilità di usare quella base di Malindi anche a supporto delle esigenze del continente africano per piccoli vettori di lancio.

Prosegue l’impegno poi a dare concretezza a quanto deliberato nell’accordo intergovernativo Italia-Kenya con l realizzazione di un centro regionale in Kenya per l’osservazione della Terra con due nodi: uno a Malindi e uno a Nairobi presso l’Agenzia Spaziale del Kenya l fine di rendere disponibili dati satellitari di monitoraggio ambientale, del territorio, della mitigazione dei disastri naturali, dell’agricoltura intelligente. Noi siamo leader in molti segmenti dei comparti spaziali. Sicuramente in quello dell’osservazione della terra che ci rende molto importanti nella cooperazione con l’Africa che con queste tecnologie potrà meglio governare il territorio e meglio intervenire contro la desertificazione.

In questo scenario si innesta questo disegno di legge sulla space economy che è al vostro esame che consentirà al nostro paese di avere un quadro normativo preciso e articolato in un settore che già muove interessi enormi. L’idea che ci ha mossi è la regolamentazione di una nuova partita del futuro di ingente valore economico, giocata in un campo in cui occorre cercare un ragionato nuovo equilibrio tra pubblico e privato.

Il nostro Paese non aveva una legge sullo spazio, a differenza di altri Paesi europei che avevano meno interesse sullo spazio.

A differenza del passato in cui l’azione nello spazio vedeva protagonisti solo attori statuali, ora essendo intervenuti anche attori privati, ciò che prima sarebbe stato utile ora è necessario: una legge che regolamenti anche l’attività dei privati.

Il progresso tecnologico e i grandi capitali sono orami nelle mani dei grandi soggetti privati e il ruolo delle istituzioni è che la partita non sia giocata da uno o pochissimi giocatori e di garantire sempre e comunque l’interesse generale. E’ questo l’eletno di novità della legge che potrà essere di ispirazione per il successivo regolamento europeo.

Fondamentali principi di cui l’articolo 24 nell’ottica di regolazione in questa disposizione si afferma che l’accesso ai dati, ai servizi è garantito in modo equo e non discriminatorio.

E al fine di meglio raggiungere obiettivi prioritari quali quelli della gestione del territorio e degli effetti del cambiamento climatico alla previsione e prevenzione dei fenomeni naturali.

Secondo: credo sia importante l’aspetto che riguarda la gestione delle strutture spaziali messe in orbita grazie ai finanziamenti pubblici, pensiamo a IRIS. Il ricavato dei servizi di valenza commerciale che le infrastrutture sono in grado di assicurare deve essere prioritariamente destinato all’onerosa manutenzione ordinaria e straordinaria di tali strutture che altrimenti graverebbero sul bilancio pubblico.

Terzo: si prevede che deve essere garantita una riserva di capacità trasmissiva nazionale mediante satelliti in orbita bassa o mediante satelliti geo-stazionari così da scongiurare una dipendenza dalla capacità di altri soggetti statuali o privati (art. 25).

Uno stato moderno e con proiezione internazionale ha la necessità di avere un canale di comunicazione per mezzo di satelliti di costellazioni in orbita geo-stazionaria sicuro ed efficace nel caso di situazioni critiche che interessino le reti tradizionali.

Altro obiettivo ma di più lungo termine è quello di dotare il paese di un sistema che consenta di immagazzinare e proteggere su satellite informazioni di particolare valore strategico.

Quattro: devono essere ridotte le interferenze tra i sistemi satellitari di comunicazione e quelli terrestri mediante individuazione di criteri di localizzazione dei gateway terreni anche al fine di non far diventare la nostra penisola luogo di indiscriminate e selvagge installazioni di stazioni terrestri dialoganti con le costellazioni. Cioè avere un quadro normativo chiaro e ordinato.

La legge disciplina in modo organico e innovativo il diritto pubblico e privato dello spazio: da una parte costituisce applicazione del diritto internazionale, dei trattati che regolano gli attività degli stati in materia di esplorazione e utilizzo dello spazio extra atmosferico, dando regolamentazione e certezza ai concetti di Stato responsabile, stato di lancio e di immatricolazione, e alle responsabilità ad esse connesse dai vari attori. In questa chiave è disciplinato un regime autorizzatorio che coniuga accuratezza e tempestività all’interno di una valutazione di meritevolezza orientata dagli interessi nazionali.

L’obbligo di assicurare l’azione dell’attività spaziale e l’intervento dello stato in caso di sinistro che va oltre i massimali assicurativi consente di responsabilizzare l’impresa e di consentire un’integrale copertura dei rischi derivanti da un’attività assai sfidante sul piano scientifico e tecnologico.

L’autorizzazione dovrà essere chiesta sia dagli operatori stranieri che intendono condurre attività spaziali a partire dal territorio italiano, sia agli operatori nazionali che operano a partire da un territorio diverso dal nostro. I criteri dell’autorizzazione mettono al centro la sicurezza dell’attività spaziale in tutte le sue fasi.

La resilienza della struttura e la sicurezza della comunicazione e la sostenibilità ambientale alla quale guardiamo sia nelle fasi operative che in quelle di fine vita del veicolo.

perché bisogna gestire anche la questione dei detriti spaziali.

All’ASI viene affidata l’attività di vigilanza sugli operatori, qualora gli operatori non rispettassero le disposizioni di legge e gli impegni presi l’autorizzazione verrebbe revocata.

Inoltre l’ASI curerà l’immatricolazione nel registro nazionale degli oggetti lanciati nello spazio extra atmosferico rispetto ai quali l’Italia risulta stato di lancio.

Le piccole e medie imprese, le startup sono state oggetto di una specifica considerazione per favorire il loro accesso alle commesse pubbliche. In questo la legge può esser un modello (…)”.

Urso: “L’Europa e tutti gli stakeholder hanno plaudito alla riforma che è uno stimolo alla crescita delle startup”

“Il nostro Ministero – aggiunge Urso – si dota di un fondo pluriennale per l’economia dello spazio che occorrono per promuovere le attività di economia dello spazio nazionale, la commercializzazione dello spazio favorendo la crescita< del mercato di prodotti e servizi innovativi (…). Pensiamo che il comparto spaziale come la blue economy possano essere due comparti del futuro nei quali noi abbiamo una particolare vocazione storica. Ricordiamo che 6′ anni fa siamo stati i terzi al mondo ad aver avuto accesso allo spazio dopo Usa e Unione Sovietica e questo ci deve far capire quanto sia peculiare per noi la nuova sfida della space economy”, ha aggiunto Urso.

SPACE&BLUE BUSATTO MUSUMECI URSO
Il ministro al 2° Space&Blue Forum 2024