Il CTNA accoglie con favore il nuovo disegno di legge sull’Economia dello Spazio perché l’Italia si va a posizionare tra i grandi player globali e anticipa le intenzioni dell’Unione europea in merito a un regolamento per il settore.
“Il provvedimento – si legge nel comunicato – colma un vuoto nell’ordinamento italiano, che non prevedeva una normativa di riferimento sul comparto spaziale, tanto più oggi in cui nello spazio operano non soltanto gli attori statuali, ma sempre più gli attori privati.
Vi presentiamo alcuni punti di attenzione rilevati in relazione dell’analisi del testo:
• Si rileva che non è ben definita una ripartizione delle responsabilità nei diversi ambiti di attività, ad esempio la fase di lancio e le operazioni in orbita, nonché tra i diversi soggetti coinvolti, aziende manifatturiere ed operatori dei servizi.
• Al fine di rendere più spedito il processo autorizzativo, si potrebbe prevedere un’autorizzazione pluriennale per l’operatore spaziale, sotto forma di una licenza (requisito soggettivo), poi di volta in volta autorizzare solo la specifica operazione (requisito oggettivo).
• Guardando alle legislazioni esistenti, si richiede di ridurre il massimale dell’assicurazione da 100 M€ a 50 M€, per non porci in condizione di minore competitività rispetto ad esempio alle aziende francesi.
Un ulteriore punto di attenzione in relazione alla competitività delle imprese italiane è il fatto che un operatore straniero in possesso di licenza nel proprio Paese possa ottenere la conclusione dell’istruttoria in Italia in 60 gg rispetto ai 120 gg necessari per le imprese italiane e con un pagamento del 50% dei costi di istruttoria.
• ll disegno di legge prevede l’elaborazione di un piano nazionale per l’economia dello spazio con un orizzonte di 5 anni. Viene anche istituito un Fondo per la Space economy con un carattere pluriennale, con un fondo al momento molto limitato (20 M€ nel 2024 e 35 M€ nel 2025), che sarebbe necessario incrementare, se si vuole ottenere un reale impatto sulla competitività. Si può prevedere la possibile partecipazione delle regioni al Fondo.
• Si richiede, infine, in particolare da parte delle PMI, una semplificazione del processo di richiesta delle autorizzazioni che ci sembra molto complesso. E’ importante come richiamato dal DDL alimentare l’innovazione del settore spaziale favorendo l’allargamento della base produttiva e la sua crescita dimensionale con una specifica attenzione alle PMI e start up”.
Il CTNA – Cluster Tecnologico Nazionale Aerospazio sul ddl
Il CTNA, Cluster Tecnologico Nazionale Aerospazio, è un’associazione pubblico – privata che agisce quale interlocutore nazionale unico e aggrega tutti gli attori principali del sistema aerospaziale nazionale: Imprese, Centri di Ricerca, Agenzia Spaziale Italiana, AIAD – Federazione di Categoria e 15 Distretti industriali e tecnologici con l’obiettivo di contribuire all’innovazione.
Il CTNA, nel suo Piano d’azione, s’impegna a potenziare il sistema di ricerca, rafforzare la competitività a livello nazionale ed internazionale, favorire la crescita qualitativa e quantitativa dell’occupazione nel comparto aerospaziale, valorizzare le eccellenze tecnologiche locali e, non ultimo, accorciare le distanze tra interlocutori, ciò al fine di creare opportunità di collaborazione trasversale, favorire la circolazione di idee e fare in modo che i progetti si trasformino in realtà concretamente applicabile, con ricadute positive sul mercato e sulla quotidianità.
Il Cluster Tecnologico Nazionale Aerospazio (CTNA) nasce nel 2012, per rispondere ad un bando del MIUR per lo sviluppo e potenziamento dei Cluster Nazionali. Nel 2017, l’aggregazione si è costituita in associazione riconosciuta, anche in risposta a quanto disposto all’art. 3 bis, comma 1, del D.L. 20 giugno 2017, n. 91 convertito con L. 123/2016, che riconosce il CTNA quale “Cluster Tecnologico Nazionale” (CTN) con l’obiettivo di rafforzare ed aggregare le migliori competenze scientifiche e produttive nel settore aerospazio, anche in coerenza con gli indirizzi delle strategie e politiche della Commissione europea in tema di ricerca e innovazione, in particolare il Programma Europeo Horizon 2020 e la Strategia Nazionale di Specializzazione Intelligente (SNSI).”
La legge ha disposto, a favore del CTNA, un contributo finalizzato all’avvio delle attività, soggetto a un cofinanziamento da parte del CTNA pari all’importo del contributo stesso. Inoltre, quote annuali sono state versate al CTNA, sulla base del Piano di Azione triennale approvato annualmente dal MIUR, a valere sul Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST), per i primi 3 anni. Valutazione che ha sempre ottenuto il massimo della votazione (30/30).
Oggi il contributo governativo è terminato e auspichiamo che possa essere rinnovato per un ulteriore triennio, visto il ruolo che il CTNA ricopre a livello istituzionale e di supporto all’innovazione del Paese”.