Credendino: “Nel mondo subacqueo c’è l’esigenza di fare molto di più: dobbiamo correre tutti insieme per colmare questo gap”
Al primo Forum Space&Blue Economia dello Spazio e Economia del Mare interconnessioni Made in Italy , del 24 novembre è intervenuto il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Ammiraglio Sq. Enrico Credendino.
“Un anno fa dicevo l’Italia è un Paese marittimo e non lo sa. Ora posso dire che l’Italia è un Paese marittimo e ha cominciato a riconoscerlo. E’ un primo passo. Sappiamo quanto l’Italia sia protesa nel mare, per noi fonte di vita ma anche di rischi. E sappiamo quanto sia importante l’economia del mare che rappresenta il 9,1% dell’economia, con le sue 25mila imprese. Ed è interessante dire che quando cresce l’economia del mare cresce l’economia in generale.
Le interconnessioni spazio – superficie marina sono molto buone finché si parla di superficie. Noi conosciamo meglio la superficie di Giove dei fondali abissali, meglio quella di Marte degli altri fondali. Il 97% dei fondali abissali non è esplorato, l’80% dei fondali non è esplorato.
E noi sappiamo che nei fondali ci sono terre rare, gas, petrolio, agricoltura sottomarina: il mondo sottomarino è la nuova frontiera dove si è fatto poco sino ad ora e dove potrebbero essere applicati gli strumenti che si usano nello spazio, come i droni che con l’intelligenza artificiale possono essere adattati e andare nei fondali abissali.
Le infrastrutture critiche nazionali sono marittime, come le condotte sottomarine, e vanno protette e tutelate. Quando in Norvegia è stato danneggiato l’anno scorso un gasdotto, la Marina ha lanciato l’Operazione Fondai Sicuri ed oggi con i nostri mezzi proteggiamo le infrastrutture critiche nazionali, abbiamo accordi diversi, con l’Eni per esempio: è un mondo da attenzionare sempre di più.
Oggi in mare ci sono più attori civili che militari, mancano regolamentazioni nell’uso degli spazi subacquei, ma in un futuro ci saranno sensori – visto che sotto acqua non si vede – che ci diranno chi fa cosa e dove.
L’Italia è il primo Paese a lanciare il Polo nazionale della dimensione subacquea che ha lo scopo di riunire tutti gli attori del mondo subacqueo, le università, le start-up, le imprese, tutti quelli che lavorano nel mondo subacqueo: la regia sarà della Marina Militare che ha la competenza per gestire e controllare il mondo subacqueo.
Sicuramente sino ad ora è stato fatto poco nel mondo subacqueo, c’è un vuoto e dobbiamo correre tutti insieme per colmare questo gap. Non c’è una autorità che regola lo spazio subacqueo dove ci sono molti attori civili. C’è l’esigenza di fare molto di più, soprattutto visto che ora siamo in pole position”.
Giornalista, Capo Redattrice di Economia dello Spazio Magazine,Economia del Mare Magazine,Space&Blue, Vivere Naturale Magazine.