Sono poche le AD donna nel settore spazio. E lei, indubbiamente, rappresenta un vanto per l’Italia.
Parliamo di Chiara Pertosa, Ceo di Sitael Spa, che dopo aver ricevuto nell’aprile 2024, in occasione della Prima Giornata Nazionale del Made in Italy, il Premio Qualità Italia, per aver contribuito ad affermare nel mondo l’eccellenza e l’innovazione italiana del settore aerospaziale, lo scorso novembre è stata insignita del premio EY ‘Imprenditore dell’Anno’ nella categoria ‘Innovation’.
Noi l’abbiamo raggiunta per parlare di Sitael, azienda totalmente privata e 100% a capitale italiano (parte di Angel Holding, gruppo capitanato dal Cavalier Vito Pertosa che conta 3mila dipendenti), cominciando proprio dal riconoscimento ottenuto.
“Papà ha ricevuto lo stesso premio quindici anni prima, nel 2009, e sicuramente si tratta di un riconoscimento importante per la squadra. Nemmeno per un secondo l’ho sentito come qualcosa di mio! Credo che sia un traguardo legato agli obiettivi che tutta l’azienda si è data e che ha portato avanti, obiettivi di sviluppo e innovazione su nuovi prodotti. Sitael ha sede a Mola di Bari anche se in realtà ci troviamo un po’ dappertutto, a Roma, Forlì, Pisa, Milano, Torino e comunque è un’azienda che riesce a stare sulla frontiera tecnologica con tanti sacrifici, di vita personale e professionale. Ma siamo molto contenti!”.
Credo sia un messaggio importante anche per i giovani spiegare che i sacrifici sono dettati dalla passione. E che i risultati arrivano dopo anni di impegno.
“Assolutamente – continua la Pertosa -! Non è semplice e abbiamo tantissime persone con molte skills e con tanta esperienza che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi. Ma, a proposito dei giovani, devo dire che la parte nuove generazioni ha dato dei contributi validissimi. Tante volte l’iniezione di risorse fresche, che devono imparare, genera un clima di positività. Perché non solo sono giovani e fanno orari incredibili (Sorride – ndr), ma poi hanno tanta voglia, lavorano con passione e favoriscono anche un clima di inclusione. Nella nostra azienda ci sono molti stranieri giovanissimi.
Personalmente ho riscontrato un grande valore nell’inclusività di tanti giovani che vengono da nazioni anche non europee: abbiamo egiziani, libanesi, turchi, anche figure di un certo tipo con PHD. I giovani hanno dato un grande contributo!”.
La motivazione del premio sottolinea la trasformazione dell’impresa di famiglia in un punto di riferimento dell’innovazione aerospaziale”: quando ha mosso i primi passi nell’azienda di famiglia?
“Io ho cominciato da piccola in MERMEC, avevo 23 anni. SITAEL è una società di Angel Holding, che include anche MERMEC Group, oltre che VAIMOO, MatiPay ed Angel4future (seguite dal fratello Matteo), Blackshape. Sono stata in MERMEC quasi 15 anni e mi occupavo della parte di controllo di gestione e produzione e sono stata responsabile anche di una parte dell’ingegneria elettromeccanica.
L’esperienza nel gruppo in generale mi è servita per affrontare un compito che ho cominciato 4 anni fa: in questo nuovo settore, infatti, ho preso le deleghe da amministratore delegato. Insomma, alle spalle ho una gavetta importante: ho lavorato molto prima di avere un impegno con deleghe e responsabilità. E per assumere questo incarico ho studiato molto: lo spazio, infatti, è ancora più sfidante!”.
Cosa ha ereditato da suo padre e in che termini ha innovato l’azienda?
“Ho imparato ad avere rapporti personali con tutti, a rispettare la gerarchia ma allo stesso tempo ad avere un’organizzazione la più piatta possibile. Ho rapporti con tutti e siamo circa 250 persone, per cui l’ingaggio sulle persone è quasi diretto. Riesco ad avere una dimensione reale spesso senza filtri e questo mi consente di capire i problemi e come potere intervenire. E poi da mio padre ho imparato l’etica. Per la nostra famiglia l’etica è molto importante proprio nel modo di condurre il business, che si può condurre in modi molto diversi. L’etica la porto come eredità e come bagaglio tutti i giorni. Vorrei trasferire a tutte le persone che lavorano con me questo tipo di sensibilità.
Avere visione è una delle doti principali per svolgere un lavoro come il suo: cosa aveva previsto per questi anni e su cosa state lavorando per il futuro?
“Stiamo lavorando su nuove missioni che sviluppano servizi più vicini ai cittadini. Quindi ci vogliamo inserire in una dimensione più spostata verso il servizio. Credo che adesso lo switch sia un passo decisivo, ma siamo pronti ora a farlo perché abbiamo dovuto maturare dal punto di vista tecnologico, organizzativo, professionale. Ora siamo una squadra più matura e ci sentiamo pronti. Quindi ci occuperemo non di semplici manufacturing, design articolato sicuramente, complicato, perché ogni oggetto che viene spazializzato è una sfida, ma più orientato alla parte di proposizione di un servizio agli utenti finali”.
Pertosa e la Legge sullo Spazio: “Il messaggio è: bisogna continuare a investire, l’Europa e l’Italia devono continuare a investire”
Negli ultimi due anni l’Italia sta investendo molto sulla space economy: e l’Italia con la prima Legge sullo Spazio anticipa l’Europa. Come influisce positivamente sul vostro lavoro questa legge?
“Gli investimenti della parte istituzionale sono la base – continua Chiara Pertosa -. Perché la space economy esiste, c’è ed è un fenomeno sempre più in crescita, ma siamo molto molto lontani dall’avere il sistema americano su cui comunque influisce un numero di fondi tanto maggiore rispetto all’Italia e all’Europa. Il messaggio è: bisogna continuare a investire, l’Europa e l’Italia devono continuare a investire per inseguire quello che stanno realizzando in America e non perdere il vantaggio competitivo che abbiamo preso in questi anni.
Perché con il PNRR l’Italia ha preso un vantaggio competitivo. Noi come sistema Italia avremo IRIDE che è la più grande costellazione di osservazione della Terra e questo è un vantaggio dell’Italia rispetto all’Europa. Per quanto riguarda la legge credo sia ottimo avere una cornice legislativa, ma dobbiamo stare attenti a non fare delle cose in contrapposizione con quella che potrà essere una legge europea. In questo momento dico sì, ma aspettiamo e vediamo cosa vuole l’Europa in modo da essere più integrati possibile”.
Da un punto di vista legislativo di che interventi sentite l’esigenza come azienda?
“In più chiederemmo una maggiore elasticità per quanto riguarda l’Italia sui contratti di appalto, un alleggerimento del codice degli appalti su questo settore visto che non si tratta di lavori edili e di quantità di cemento – senza nulla togliere al lavoro edile e agli appalti in quel settore -, ma essendo un lavoro molto complesso dal punto di vista tecnologico e anche nella gestione dei clienti che entrano in prima persona nella gestione tecnica, sarebbe efficace un alleggerimento del codice degli appalti.
E poi chiederemmo l’incremento delle tutele per piccole, medie o grandi aziende come siamo noi, ma che non siamo multinazionali. Chiederemmo una tutela maggiore: noi non siamo azienda di Stato, siamo privati e abbiamo meno tutele delle multinazionali”.
Ad inizio 2024 avete lanciato MicroHETSat, il primo satellite completamente elettrico e al 100% Made in Italy: come è nato questo progetto, che lavoro c’è dietro, cosa cambia rispetto ad un satellite “tradizionale”?
“Il primo dicembre 2024 c’è stato l’anniversario di lancio, abbiamo lanciato un satellite progettato e costruito da noi, con un propulsore elettrico: la propulsione è la capacità di muoversi nello spazio, su e giù ed è diversa dalla propulsione chimica perché quella elettrica richiede meno spazio e un serbatoio più piccolo che serve solo per l’innesco e poi si alimenta grazie alla generazione di un campo elettromagnetico.
Quindi è sicuramente è molto più sostenibile perché con la propulsione elettrica si riesce a lanciare taglie di satelliti molto più piccoli e quindi meno impiego di strutture più grandi che lasciano molti detriti. E richiedono meno spazio anche per i lanci e quindi sono più economici.
Nello stesso tempo, una piattaforma con propulsione elettrica può ospitare dei sensori altrettanto performanti. Adesso i sensori, quelli che si chiamano payload, sono sempre più piccoli. Su un satellite di taglia medio-piccola si può imbarcare oggi un payload che ieri non si poteva imbarcare. Si potevano imbarcare su satelliti molto più grandi. Oggi la propulsione elettrica è la più diffusa e più facilmente dispiegabile in satelliti di piccole e medie dimensioni anche per costellazioni. E noi siamo l’unico player italiano e in Europa ce ne sono ancora molto pochi”.
È questa quindi la direzione in generale di tutte le aziende?
“È questa la direzione, ma dappertutto. Sicuramente Sitael ha un vantaggio competitivo perché ha una propulsione sua”.
Trump, Musk e gli equilibri spaziali
La vittoria di Trump e la presenza sempre più forte di Elon Musk nella politica americana pensa che cambierà gli equilibri spaziali?
“Sicuramente la posizione dell’America sarà sempre più forte quindi l‘Europa deve resistere e differenziarsi – spiega la Pertosa -. Perché l’Europa deve scegliere dove stare anche dal punto di vista della sostenibilità. In America si lanciano satelliti che a volte potrebbero non avere le stesse caratteristiche di affidabilità che abbiamo in Europa. E che però durano molto meno nello spazio. Magari riusciamo anche nella legge a dare degli indirizzi. Bisogna correre veloce, investire, ma allo stesso tempo differenziarsi”.
Cosa è un confine per chi si occupa di spazio?
“Lavoriamo senza confini, ma dal punto di vista delle tecnologie non c’è tutta questa libertà, perché è un settore particolare e non possiamo vendere a chiunque. Sono dei segreti industriali, prodotti italiani e non possiamo fare trasferimento tecnologico a chiunque. Bisogna tenere queste cose per chi le ha sviluppate, per i Paesi che le hanno sviluppate. E sulle quali i Paesi hanno investito. Giusto mantenere un vantaggio competitivo e sovranità da parte di chi ha investito”.
Presenza femminile in azienda: quanto è un aspetto importante per voi?
“Io ricordo che quando ero ragazza nessuno mi ha mai incentivato a studiare STEM ed io non ho studiato STEM, però in azienda abbiamo sempre più donne che hanno frequentato facoltà scientifiche: stiamo assumendo sempre più donne anche in posizioni rilevanti, come il nostro direttore commerciale e il nostro capo HR che è una risorsa preziosa. Devo dire che le donne portano un contributo diverso e quelle che ci sono fanno la differenza.
Ora siamo tra i 25-30% di donne in azienda. Quando ho io sono arrivata eravamo il 15%: io ci tengo molto! Inoltre, ho voluto colmare i gap retributivi, ce ne sono ancora e stiamo affrontando un percorso. Sulle nuove assunzioni è già così, ma stiamo sanando il passato. Credo sia molto importante stare attenti: stiamo anche facendo i parcheggi per le donne in gravidanza e stiamo portando avanti tante iniziative di formazione e divulgazione”.
Quando è nata la sua passione per lo spazio e da chi è stata determinata?
“Lo spazio mi sembrava davvero lontano da quelle che erano le mie corde. Io ho una impronta più commerciale: vengo dall’industria, vengo dai clienti su cui c’è anche un rapporto commerciale, dove fare la migliore offerta significa giocare su molti tavoli, con un po’ di creatività in più. In questo settore più istituzionale all’inizio mi trovavo spaesata. Ho dovuto sgomitare parecchio. Ma mi sono dedicata con determinazione. Rispetto allo spazio, come idea, invece, sono sempre stata appassionata: Il mio film preferito è “Gattaca” e ai miei figli l’ho fatto vedere 150 volte”, conclude Chiara Pertosa.
SITAEL
SITAEL fa parte di ANGEL, Holding industriale italiana specializzata nella progettazione e sviluppo di soluzioni ad alta tecnologia per i settori del ferroviario, della meccatronica digitale e dell’aerospazio.
La holding, guidata dal Presidente e Cavaliere del Lavoro Vito Pertosa, impiega 3000 dipendenti.
I prodotti e servizi delle società del Gruppo sono in uso in 73 nazioni nel mondo.
Giornalista, Capo Redattrice di Economia dello Spazio Magazine,Economia del Mare Magazine,Space&Blue, Vivere Naturale Magazine.