Questo fotomontaggio mostra tubi contenenti campioni provenienti da Marte, raccolti dal rover Perseverance Mars della NASA. Il Mars Sample Return Program dell’agenzia prevede di riportare questi campioni per studiarli in strutture all’avanguardia sulla Terra.
La NASA annuncia un nuovo approccio per il Mars Sample Return Program
Per massimizzare le possibilità di riportare con successo i primi campioni di roccia e sedimenti marziani sulla Terra a beneficio dell’umanità, la NASA ha annunciato martedì un nuovo approccio al suo Mars Sample Return Program. L’agenzia intende sviluppare contemporaneamente due architetture di atterraggio, promuovendo concorrenza e innovazione, oltre a risparmi in termini di costi e tempi.
Nuove strategie per accelerare il ritorno dei campioni marziani
La NASA prevede di selezionare un unico percorso operativo per il programma, che mira a risolvere i misteri dell’universo e determinare se il Pianeta Rosso abbia mai ospitato la vita. La conferma del programma e del suo design è prevista per la seconda metà del 2026.
“Perseguire due possibili soluzioni garantirà che la NASA possa riportare questi campioni da Marte con risparmi significativi di costi e tempi rispetto al piano precedente”, ha dichiarato l’amministratore della NASA Bill Nelson. “Questi campioni hanno il potenziale per rivoluzionare la nostra comprensione di Marte, dell’universo e di noi stessi. Ringrazio il team della NASA e il team di revisione strategica, guidato dalla dottoressa Maria Zuber, per il loro prezioso lavoro”.
Gli studi e la revisione strategica
Nel settembre 2024, l’agenzia ha accettato 11 studi dalla comunità scientifica e dall’industria sul modo migliore per riportare i campioni marziani sulla Terra. Un team di revisione strategica è stato incaricato di valutare questi studi e proporre un’architettura primaria per la campagna, con stime dettagliate di costi e tempistiche.
“I rover della NASA stanno resistendo al duro ambiente di Marte per raccogliere campioni scientifici straordinari”, ha affermato Nicky Fox, direttore del Science Mission Directorate della NASA. “Vogliamo riportarli sulla Terra il prima possibile per studiarli in laboratori all’avanguardia. Questo programma ci aiuterà a comprendere meglio la storia geologica e l’evoluzione climatica di Marte, oltre a prepararci per l’invio sicuro dei primi esploratori umani sul Pianeta Rosso”.
Durante la fase di formulazione, la NASA esplorerà due opzioni distinte per atterrare sulla superficie marziana. La prima opzione utilizza il sistema di gru aerea, già dimostrato con le missioni Curiosity e Perseverance. La seconda opzione sfrutterà nuove capacità commerciali per trasportare il carico utile del lander su Marte.
In entrambe le opzioni, la piattaforma di atterraggio trasporterà una versione ridotta del Mars Ascent Vehicle, alimentata da un sistema radioisotopico che garantirà energia e calore anche durante le tempeste di polvere su Marte.
La collaborazione con l’ESA per il ritorno dei campioni
Il contenitore orbitante conterrà 30 tubi di campioni raccolti dal rover Perseverance. Una riprogettazione del sistema di caricamento dei campioni semplificherà la protezione planetaria, eliminando l’accumulo di polvere esterna.
Entrambe le missioni si baseranno sul sistema di cattura e ritorno a bordo dell’Earth Return Orbiter dell’ESA, che catturerà il contenitore orbitante di campioni nell’orbita marziana. L’ESA sta valutando il piano della NASA per questa fase critica del progetto.
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Fonte: NASA